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Informazione Corretta Rassegna Stampa
08.02.2015 Non dimenticare le radici: Torah, legge e insegnamento
Commento di Vitaliano Bacchi

Testata: Informazione Corretta
Data: 08 febbraio 2015
Pagina: 1
Autore: Vitaliano Bacchi
Titolo: «Non dimenticare le radici: Torah, legge e insegnamento»

Non dimenticare le radici: Torah, legge e insegnamento
Commento di Vitaliano Bacchi

L'altro giorno al telegiornale abbiamo visto l' ultima rivoluzione, quella delle docce per i poveri senzatetto installate a ridosso del colonnato di San Pietro; papa Bergoglio ha veramente cambiato registro nella amministrazione degli affari della Chiesa, tanto che il suo magistero (ecclesia mater et magistra) è divenuto talmente potente e contagioso da suscitare una letteratura agiografica ormai già devozionale.
E' il caso della recente “Storia della povertà” scritta da Vincenzo Paglia un prete della periferia di Roma officiante in mezzo al proletariato eslege e diseredato della “Mamma Roma” di Pasolini che ha scritto questo libro bellissimo e convincente nel quale fa una ricognizione storica della Chiesa cattolica nel suo apostolato sociale e finisce per riscrivere l'apologetica evangelica delle origini: “il vangelo è stato nunciato per i poveri”.
Quindi, conclude il simpatico prete di mamma Roma, si potrà dir tutto della Chiesa ma non che sia venuta meno alla sua funzione storica di alma mater pauperorum e cioè alla sua ideologia di solidarietà e di tutela del proletariato affamato e disgraziato. Ai poveri Cristo perdonava tutto, compresa una fede ad panem e in questo senso Bergoglio a Lampedusa lo ricorda davvero da vicino.
Padre Paglia ha indicato in papa Bergoglio la prova di questa perenne vocazione pauperista della chiesa ed il libro ha spopolato riscuotendo il successo fra i cattolici che avevano imbarazzo a capire il nesso pastorale fra Ratzinger e Bergoglio ed ha anche convinto la critica più colta a commenti lusinghieri, se si considera che a scriverli è lo storico Valerio Castronovo, il quale rende viatico didascalico e di elogio all'opera iscrivendola in un universo intellettuale oltre che morale al quale probabilmente né padre Paglia né il Papa avevano pensato con la stessa eccezionale lucidità.
Scrive l'illustre storico piemontese che: “l'enciclica rerum novarum diede impulso alle iniziative del cattolicesimo sociale nell'ambito del proletariato operaio: oggi è inoltre riconosciuta l'importanza di istituzioni come la Caritas e la Comunità di S. Egidio per la loro opera a sostegno della causa dei diseredati. Note sono infine sono le motivazioni che hanno spinto papa Francesco a porre, richiamandosi all'esempio del santo di Assisi, l'azione a favore dei poveri al centro dell'apostolato della chiesa”.
La chiacchierata Ecclesia dello Ior e degli scandali sessuali con Francesco si è veramente ristrutturata, lo si può dire con vera ammirazione. Non che la sua rivoluzione sia senza fronda; il nucleo intellettuale gnostico delle gerarchie ecclesiastiche romane, quelle più rispettose del magistero ebraico, ad un ideale pauperista francescano preferiscono l'ideale gnostico e pedagogico di Don Giovanni Bosco; “Torah” è l'antica idea ebraica che esprime i concetti di “legge, insegnamento” per cui non sono pochi gli intellettuali del soglio che rivendicano nella funzione educativa e liberatrice la vera missione ecclesiale, rispetto quella pauperista francescana ed in questo riassumono e ribadiscono l'imprescindibilità dell'archetipo ebraico nella dottrina della chiesa romana.
Ma se anche finisse per prevalere il francescanesimo pauperista riproposto da Bergoglio non ne risulterebbe comunque menomata la schola iudaica delle origini perchè la prima legislazione salariale della storia è quella israelita ed il vangelo, testo ebraico, non fa che ribadire la ribellione di uno dei suoi figli migliori contro gli esattori dell'equitalia di allora e la cacciata dei trafficanti dal tempio, gli affamatori di popolo asserviti a Roma, è il segno della rivolta sociale del proletariato israelita delle origini.
Insomma i sionisti delle origini non avranno messo le docce sotto il porticato del Tempio, ma la prima legislazione civile contro lo sfruttamento della povertà è la lex iudaica e quando nelle moderne encicliche romane il tema è riproposto, allora sono proprio gli intellettuali ecclesiali come Ratzinger o Bonhoeffer a indicare nei modelli della moderna gnosi ebraica (Hermann Cohen, Leo Baeck) la via della redenzione pauperista.
Speriamo che in uno dei prossimi discorsi all'angelus, quando si rivolge ai fedeli urbi et orbi, il nostro Papa se ne ricordi; perchè noi vogliamo bene alla sua Chiesa rinnovata, ma deve volerne anche lui ad Israele e questo sincero affetto sarebbe la vera e più autentica delle rivoluzioni della romana ecclesia.

Vitaliano Bacchi


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