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Il Manifesto Rassegna Stampa
06.02.2015 Incertezze e contraddizioni al Manifesto
Nella cronaca di Michele Giorgio

Testata: Il Manifesto
Data: 06 febbraio 2015
Pagina: 7
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Scontri tra agenti Anp e 'malavita'»

Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 06/02/2015, a pag. 7, con il titolo "Scontri tra agenti Anp e 'malavita' ", la cronaca di Michele Giorgio.

Oltre alla terminologia utilizzata da Michele Giorgio, che come al solito è frutto di pregiudizio ideologico contro Israele (la "Palestina" non è "occupata" per il semplice motivo che non è mai esistita come entità politica indipendente), con questo pezzo il Manifesto oscilla tra due interpretazioni dei fatti di Nablus contraddittorie: semplice lotta alla malavita oppure operazione contro fazioni avverse come lo Stato islamico e Hamas? Entrambe le opzioni sono, infatti, tra virgolette. Ai poveri lettori dello Stürmer l'ardua scelta !

Ecco l'articolo:


Michele Giorgio


Arabi palestinesi inneggiano allo Stato islamico

Si è placato solamente ieri pomeriggio il violento scontro a fuoco tra le forze speciali dell'Autorità nazionale palestinese e decine di giovani armati non meglio identificati dentro e fuori il campo profughi di Balata, alla periferia di Nablus, il più grande della Palestina occupata.

Un combattimento vero e proprio - è noto solo il bilancio ufficiale: 3 feriti gravi tra gli agenti - che l'Anp ha descritto come l'esito di un'operazione contro «spacciatori di droga». Ad un certo punto questi «fuorilegge» sarebbero stati in grado di respingere l'assalto e di bloccare la strada principale vicino al campo, costringendo le autorità a chiudere le scuole e gli uffici pubblici della zona.

Per alcune ore è regnato il caos con tante famiglie barricate in casa. II vice presidente della Camera di Commercio locale, Omar Hashim in serata ha reclamato azioni di forza per «mantenere la legge e l'ordine» a Nablus.

Eppure non tutti sono convinti che l'operazione delle forze speciali abbia avuto come obiettivo solo la criminalità locale. Da alcune settimane la polizia e le unità di sicurezza dell'Anp hanno avviato pesanti rastrellamenti, in particolare a Hebron e nel sud della Cisgiordania, che non sembrano avere come obiettivo solo ladri e trafficanti. In non pochi casi tra i «criminali» sono finiti anche simpatizzanti veri e presunti di Hamas e di altre formazioni islamiste. inoltre l'Anp sostiene di aver intensificato gli sforzi per individuare in Cisgiordania eventuali «affiliati» allo Stato islamico.

A inizio settimana i media locali avevano riferito del fermo di almeno 15 palestinesi che, secondo le indagini, avevano avviato contatti con l'Isis e di una donna di Gerusalemme Est, madre di due figli, che si sarebbe unita ai jihadisti a Raqqa (Siria). Notizie alle quali poi non sono seguite conferme ufficiali.

E' opinione di non pochi palestinesi che questo impegno contro l'Isis - che in effetti non esiste come organizzazione in Cisgiordania - sia volto principalmente a mostrare la partecipazione (assai simbolica) dell'Anp alla campagna internazionale militare e di sicurezza contro lo Stato Islamico.

Per inviare la propria opinione al Manifesto, telefonare 06/687191, oppure cliccare sulla e-mail sottostante 


redazione@ilmanifesto.it

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