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Gentilissima Redazione, Vedo che avete additato ad esempio di fondamentalismo cristiano l'opposizione delle Chiese cattolica ed anglicana al disegno di legge inglese che consente di ricorrere alla sostituzione del DNA mitocondriale per evitare la trasmissione di malattie genetiche causate da difetti del medesimo. Temo non abbiate scelto bene l'esempio, perché il tipo di intervento che è in via di approvazione (l'iter sembra non sia ancora concluso) pone problemi morali molto gravi, che tutti dovrebbero porsi indipendentemente dal fatto che credano o no in una vita futura. Si tratta, infatti, di sostituire il DNA mitocondriale dell'ovocita della donna che desidera diventare madre con quello dell'ovocita di un'altra donna (esente dal difetto genetico) e procedere poi alla fecondazione in vitro. Ciò comporta tutti i problemi etici della fecondazione in vitro (dalla morte di molti embrioni che il metodo comporta ai rischi per la salute della donatrice dell'ovocita, per il trattamento di stimolazione ormonale cui è sottoposta) e, in più, gravi rischi per la vita e salute del concepito (rischi di tumori o di altre malattie genetiche) e, se femmina, dei suoi discendenti, visto che il DNA mitocondriale è trasmesso dalla madre a tutti i figli. Proprio i rischi per i nascituri, sulla cui entità medici e genetisti discutono, hanno finora dissuaso dal consentire il ricorso a tale tecnica (il Regno Unito sarebbe il primo Stato a consentirla). Quanto alla maternità, il concepito riceverà il patrimonio genetico da un uomo e due donne: in natura (fuori di un laboratorio), lo riceverebbe da un uomo e da una (sola) donna, cui, dalla più remota antichità, diamo i nomi di padre e madre. Non credo si possa liquidare così sbrigativamente il ruolo della donna che dona i suoi ovociti ed il relativo DNA mitocondriale. Molto cordialmente, Annalisa Ferramosca Informazione Corretta si schiera a favore della qualità della vita, per cui ogni procedimento che sia in grado di migliorare l'esistenza di nascituri è da noi apprezzato. Di conseguenza, avversiamo quelle posizioni - ampiamente presenti negli ambienti cristiani - che sono contrarie alla prevenzione di malattie genetiche. Abbiamo scritto 'prevenzione', quindi cura e non altro.. Non ci interessa perciò, a questo livello, esaminare le implicazioni concrete di una determinata tecnica - inclusa quella che comporta la sostituzione di Dna mitocondriale -, ma prendere le distanze da principi che perpetuano soltanto millenarie sofferenze, per chi nasce e per chi genera, cioè i genitori. IC redazione |
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