Riprendiamo dal SOLE24ORE/DOMENICA di oggi, 01/02/2015, a pag.32, con il titolo "Nobilmente straccioni", la recensione di Giulio Busi al libro "Il re degli schnorrer" di Israel Zangwill, che viene ristampato dall'editore Marietti.
La copertina Giulio Busi
Se mai c'è un classico della letteratura d'argomento ebraico tra Otto e Novecento, ha i modi mirabolanti, la prosopopea e l'aria nobilmente stracciona del Re degli Schnorrer di Zangwill .Il libro è del 1894, e da allora accumula ristampe, si fa leggere e rileggere come un'Opera da tre soldi in versione giudaica. Anziché mezzi balordi, o balordi interi, ladri e donnine allegre, Zangwill mette in scena l'epopea di sapientoni con le toppe alle brache, capaci di citare Bibbia e Talnud ma favolosamente squattrinati. Sarebbe sbagliato tradurre schnorrer con il nostro «mendicante». «Schnorrare» non è chieder la carità ma fare un favore a chi è abbiente, accettandone doni, così che si sgravi la coscienza e acquisisca meriti. Tale perlomeno è la convinzione del protagonista,quel Manasse Bueno Barzillai Azevedo da Costa, che per parlantina e sfacciataggine si merita senz'altro il titolo di sovrano di tutti gli scrocconi d'Israele. Quando Zangwill scrive la sua storia semiseria, con due misure d'umorismo e una di dramma, il vecchio mondo ebraico del ghetto è ormai scomparso. Ma la barriera tra miseria e opulenza è ripida più che mai. E così, nella storia picaresca di Da Costa, che spenna un malcapitato riccone senza perder un'oncia del suo orgoglio smisurato, sentiamo una bella dose di rabbia e di polemica sociale. Col sorriso sulle labbra, Zangwill vuol far riflettere sull'ingiustizia di un mondo in cui i poveri sono davvero poveri, e i ricchi sono, lasciamo stare cosa. Dopo qualche anno ci penserà la scienza a catalogare il mondo capovolto degli schnorrer, e qualcuna delle loro battute finirà addirittura nel Motto di spirito di Sigmund Freud. Se però non volete imitazioni ma l'originale, riprendete in mano il vecchio "Re", meglio riderci sopra.
Israel ZangwiII, II re degli schnorrer, prefazione di Elena Loewventhal, Marietti, Genova, pagg. 214
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