Riprendiamo dal VENERDI' di REPUBBLICA di oggi, 30/01/2015, a pag. 90, con il titolo "Malamud, che sa guardare il mondo dal basso", la recensione di Paolo Mauri.
Paolo Mauri Bernard Malamud
Il capolavoro di Malamud: Dio mio, grazie
Bernard Malamud era figlio di ebrei russi emigrati in America, il padre aveva una drogheria, sicché uno dei temi ricorrenti nei suoi romanzi e racconti è la perdita di un negozio, insidiato da un concorrente che ne apre uno migliore proprio accanto. Accade nel romanzo II commesso (1957), ma anche nel racconto II costo della vita che fa parte di Prima gli idioti, una raccolta che risale agli anni Sessanta ed è stata tradotta da Einaudi ('66) e riproposta da minimum fax un paio di anni fa.
Il commesso è il romanzo più famoso di Malamud. Minimum fax sta ristampando tutte le opere dello scittore
Bellissima raccolta, emblema di uno scrittore che sa guardare il mondo dal basso, dove si sogna con poco, un po' alla maniera, è stato osservato, del vagabondo di Chaplin. Il più estroso è forse il racconto dedicato ad un uccello, una sorta di corvo che plana sulla tavola della famiglia Cohen mentre questa è a cena. Il padre gli dà una manata e l'uccello strilla: aiuto, un pogrom! Si, l'uccello che subito si dichiara ebreo, parla come nelle favole e diventerà una sorta di istitutore per il piccolo Maurie che a scuola non rendeva un granché...
Prima gli idioti
Malamud aveva a lungo soggiornato in Italia e qui c'è un racconto romano ambientato a Trastevere, Natura morta, che narra di un pittore americano, Fidelman, e delle sue disavventure amorose con la pittrice italiana Annamaria Oliovino, che gli affitta una camera a carissimo prezzo. Non stupisce davvero che Roth e Bellow abbiano visto in Malamud un grande scrittore.
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