Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 29/01/2015, a pag. 12, con il titolo "Israele-Hezbollah: è guerra. Uccisi 2 soldati, raid in Libano", la cronaca di Maurizio Molinari; dal GIORNALE, a pag. 12, con il titolo "C'è un altro fronte: attacco Hezbollah contro Israele", la cronaca di Fiamma Nirenstein.
A destra: veicoli in fiamme al confine tra Israele e Libano
Ecco gli articoli:
LA STAMPA - Maurizio Molinari: "Israele-Hezbollah: è guerra. Uccisi 2 soldati, raid in Libano"
Maurizio Molinari
Lampi di guerra fra Hezbollah e Israele lungo il confine del Libano del Sud e del Golan. La scintilla iniziale sono quattro razzi da 107 mm che unità di miliziani filo-iraniani lanciano martedì dal Golan siriano in territorio israeliano. Gerusalemme risponde con i jet, nella notte seguente, che bersagliano basi e postazioni della 90a brigata siriana. Sono i fedelissimi del regime di Bashar Assad che nella Siria del Sud operano assieme ad Hezbollah. È dalle loro basi che, la scorsa settimana, si era mosso il corteo di auto con a bordo Jihad Mughinyeh - capo Hezbollah nel Golan - annientato dall’attacco di elicotteri israeliani a Quneitra che ha ucciso sei miliziani ed altrettanti iraniani, incluso un generale.
Tanto l’Iran che Hassan Nasrallah, sceicco di Hezbollah, avevano preannunciano «vendetta» e la promessa di morte si avvera ieri mattina, con l’agguato a un convoglio israeliano. È una colonna di tre mezzi, non blindati, che attraversa l’area delle Fattorie Shebaa - dove Israele, Siria e Libano si toccano - cercando tunnel Hezbollah e viene investita da cinque missili antitank «Kornet». Il primo centra un veicolo e uccide sul colpo due soldati. Gli altri si gettano in strada mentre i «Kornet» distruggono gli altri mezzi. Segue un’aspra battaglia. Sette i feriti israeliani, di cui due in gravi condizioni.
I nomi sui proiettili
Alcuni dei proiettili lanciati da Hezbollah non esplodono, gli israeliani li raccolgono e vi trovano scritti sopra messaggi espliciti:«Questo è da parte della Brigata dei Martiri di Quneitra», «Il martire Jihad Mughniyeh non è morto». La rivendicazione di Hezbollah arriva con Naim Qassem, vice di Nasrallah, «attaccando a Quneitra Israele ha tentato di cambiare l’equilibrio di forze, abbiamo iniziato a rispondere». Segue una pioggia di colpi di mortaio e razzi a corto raggio su piccoli centri e kibbutizim israeliani oltre la frontiera del Sud Libano.
Il più sanguinoso attacco di Hezbollah contro Israele dalla fine del conflitto del 2006 disegna una nuova linea di scontro, che include il Golan e apre lo scenario di un possibile coinvolgimento di Israele nella guerra civile che ha già causato 250 mila vittime. Hezbollah lancia soprattutto mortai perché le batterie israeliane di Iron Dome non riescono ad intercettarli: conferma che Nasrallah ha studiato il recente conflitto di Gaza, prendendo le misure contro le difese anti-missilistiche dello Stato Ebraico. La replica di Gerusalemme all’agguato è massiccia: gli obici dell’artiglieria martellano Majidiyeh, Abbasiyeh e Kfar Chouba, i villaggi controllati da Hezbollah nel Libano del Sud. Sono dozzine di colpi che «vanno a segno» assicura il portavoce israeliano Moti Amoz, aggiungendo: «Non abbiamo ancora finito». Fonti libanesi assicurano che «ci hanno lanciato contro anche missili, almeno sette». Ad Abbasiyeh le truppe Onu si trovano sotto il fuoco israeliano e un soldato spagnolo viene ucciso.
Tensioni con Madrid
Il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman chiama Madrid per esprimere «condoglianze» e attribuisce la responsabilità all’escalation Hezbollah: «Sono terroristi, dobbiamo difenderci». Da Sderot, dove è in visita, il premier Benjamin Netanyahu ammonisce Nasrallah: «Dia un’occhiata a quanto avvenuto quest’estate a Gaza, è quello che sta rischiando». Il riferimento a Gaza non è casuale: Nasrallah dalla tv Al Manar parla di riconciliazione con Hamas, superando i disaccordi sulla Siria, e ciò fa temere a Israele lo scenario di una guerra su due fronti. Tantopiù che Khaled Mashaal, leader di Hamas, è stato invitato a Teheran. Nel giorno di guerra al Nord, Israele fa trapelare un’ammissione che ridimensiona l’effetto della guerra di Gaza: il capo militare di Hamas, Mohammed Deif, è ancora vivo.
IL GIORNALE - Fiamma Nirenstein: "C'è un altro fronte: attacco Hezbollah contro Israele"
Fiamma Nirenstein
Due soldati morti, il capitano Yohai Klamgel di 25 anni, e il sergente Dor Nini di 20 anni, e sette feriti per un attacco missilistico degli Hezbollah, un soldato dell'UNIFIL ucciso dopo lo scontro di artiglieria seguito all'attacco degli hezbollah. L'assedio stringe Israele dal nord: probabilmente i due soldati uccisi erano a Gaza a combattere qualche mese fa. Il pesante bilancio della giornata di ieri giunge dopo 8 anni di quiete dalla seconda guerra del Libano. I colpi delle batterie si sono susseguite tutto il giorno. I missili degli hezbollah sono quelli iraniani, probabilmente anche l'attacco è un ordine degli ayatollah.
La gente del nord, a Metulla, a Kiriat Shmona, nei kibbutz in montagna, è chiusa a casa, ha pulito e rifornito i rifugi, i bambini sono stati ritirati da scuola a metà giornata, gli ospedali verificano le attrezzature, la radio rassicura: siamo pronti, non abbiate paura. Le ultime notizie non ufficiali dicono che i messaggi che le parti si mandano in queste ore tramite l'UNIFIL tendono a calmare le acque: la guerra non conviene a nessuno, Israele si rende conto dell'infiammabilità dell'eccitamento terrorista globale, e sa che ne possono nascere gravi pericoli; né gli hezbollah né gli iraniani, impegnati in questi mesi nella guerra a fianco di Assad, vogliono impegnarsi in due guerre contemporaneamente.
La loro guerra principale è quella sciita, come sono sia Iran che hezbollah, contro gli uomini dell'opposizione a Assad: Jabat al Nusra, Isis. Inoltre l'Iran, che trascinò a forza gli hezbollah a fianco di Assad, adesso è impegnato nella trattativa sul nucleare, e deve indossare una maschera. Gli hezbollah rivendicano l'azione di ieri come una semplice, conclusa vendetta per l'operazione di Kuneitra, quando Israele ha eliminato un convoglio di hezbollah e di iraniani in ricognizione lungo il confine siriano: nel gruppo si trovavano anche Jihad Mughniyeh, figlio dell'altro "shahid" il generale Imad Mughniyeh, e un generale iraniano Mohammad Allahdadi. Fu una scelta strategica, e gli hezbollah e l'Iran hanno giurato vendetta. Esaminando l'attacco di ieri, si può notare che gli hezbollah hanno compiuto un obiettivo militare: l'attacco ha avuto luogo sotto Ar Dov, un monticello sotto cui corre una strada militare verso la cittadina di Kfar Raja. Alle 12 cinque o sei missili Nun Tet, di genere Kornet, uno dei più micidiali, hanno colpito due jeep e le hanno letteralmente incenerite mentre viaggiavano nella zona delle cosiddette Shaba Farm che gli hezbollah che considerano la zona tuttora "disputata".
Adesso per Netanyahu si pone la difficile questione della risposta: può considerare che gli hezbollah cerchino semplicemente un consenso antisraeliano perduto con la guerra in Siria e per questo abbiano compiuto la loro vendetta e evitare la guerra, ma non è facile di fronte alle famiglie dei soldati uccisi. Inoltre l'Iran e gli hezbollah, cui Assad aveva passato il Golan in funzione antisraeliana, potrebbero vagheggiare una strategia che attragga Israele nel profondo di una guerra. Il medio oriente è al solito, denso di sabbie mobili.
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