Il Medio Oriente è sul punto di esplodere?
Analisi di Mordechai Kedar
(Traduzione dall’ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)
Nelle ultime settimane, in Medio Oriente si sono scatenati simultaneamente cinque gruppi distinti di focolai d’incendio e ognuno di loro aggiunge benzina sul fuoco causato dagli altri.
Se e quando l'incendio sarà globale, l’intera regione potrebbe esplodere senza alcuna possibilità di controllo.
Questi sono i focolai d’incendio:
a. la rivalità tra Al Qaeda e ISIS
b. l’intensificazione della lotta tra i sunniti di Jabhat al Nusra e gli Hezbollah sciiti c. i successi raggiunti dagli Houthi in Yemen
d. la furiosa reazione islamica a ciò che sta accadendo in Egitto
e. la lotta tra estremisti islamici e regimi europei
Ecco i dettagli:
a. Nell’arena sunnita militante è in corso una lotta feroce tra le organizzazioni che s’identificano con l’ideologia di Al Qaeda, guidata da Jabhat al Nusra, e l’ISIS che controlla ampie regioni di Siria e Iraq, su cui ha applicato la forma di Shari’a più rigida. La rivalità ha spinto Al Qaeda a incrementare i suoi attacchi contro il governo yemenita, a bloccare un tentativo americano di salvare due ostaggi in Yemen lo scorso dicembre, a rivendicare la paternità degli assassinii del Charlie Hebdo a Parigi e a rendere noto che questi attentatori erano stati addestrati in un campo di Al Qaeda in Yemen.
b. La guerra tra il regime sciita di Assad e Hezbollah da un lato, e i sunniti di Jabhat al Nusra dall’altro, diventa sempre più feroce. Recentemente Jabhat al Nusra ha causato pesanti perdite a Hezbollah nei pressi del Monte Hermon e con un’audace infiltrazione nella Valle della Bekaa in Libano, attraverso la città di Arsal. Hezbollah si sente sotto pressione, spinge le guardie rivoluzionarie iraniane a inviare alcuni ufficiali superiori ad aiutarlo a organizzare le azioni successive e a migliorare i suoi risultati.
c. In Yemen, le milizie sciite dei ribelli Houthi sono riuscite a prendere il controllo della capitale Sana’a e a dimostrare di essere i vincitori nella lunga e logorante guerra che li ha opposti allo Stato. L’iran sta sostenendo gli Houthi, mentre gli Stati Uniti stanno aiutando il regime yemenita, sia contro al Qaeda sia contro gli Houthi. Senza dubbio, lo Yemen è un campo di battaglia in cui l’Iran si sta imponendo ai suoi nemici, tra cui la vicina Arabia Saudita, che vede gli Houthi come una minaccia diretta alla propria sicurezza. Diversi anni fa, i sauditi avevano costruito una barriera di separazione lungo il confine con lo Yemen, nel tentativo fermare Al Qaeda e i militanti Houthi.
d. In Egitto c’è una lotta feroce tra la Fratellanza Musulmana - madre di tutte le organizzazioni del Jihad sunnita - e il regime di Al Sisi, che sta ripristinando lo stesso tipo di governo dittatoriale di Nasser, Sadat e Mubarak, di coloro cioè che avevano intrapreso una guerra implacabile e sanguinosa contro la Fratellanza. Per il momento Al Sisi è riuscito a escludere i Fratelli dagli scranni del governo, incarcerandoli o eliminadoli fisicamente. E’ uno scontro all’ultimo sangue: si combatte anche nel deserto del Sinai, tra il governo e le milizie di Ansar al-Bayt Maqdis, che di recente ha abbandonato al Qaeda per allearsi con l’ISIS.
L'Europa è un campo di battaglia relativamente nuovo, ma nelle ultime settimane si è verificata un’impennata nella sua escalation, sia nelle attività jihadiste contro i governi (vedi Francia) sia nelle attività governative contro le cellule jihadiste (Belgio, Germania). Le attività del Jihad in Europa sono sostenute sia da ISIS che da Al Qaeda, ossia da entrambi i rivali di cui sopra. Coloro che tornano dal Jihad in Siria, Iraq e Libia - ma non solo loro – partecipano al terrorismo che sta colpendo l’Europa.
Queste lotte sono sinergiche, s’influenzano tra loro, perché un militante islamico vede ciò che sta accadendo in una zona ma può decidere di vendicare il nome di Allah in un’altra. Un caos che può portare a un vasto numero di conflitti su larga scala, con una crescente partecipazione di combattenti e vittime, soprattutto se queste organizzazioni riescono a trascinare Israele e Stati Uniti nella mischia. Volontari occidentali sono già coinvolti nella guerra contro l’ISIS.
Israele deve capire i pericoli che ormai impregnano l’atmosfera in Medio Oriente, consentono a qualsiasi scintilla di attizzare un fuoco che nessuno sarà in grado di spegnere prima che l’intera regione sia in fiamme.
Il potenziale di distruzione rappresentato da tutti questi contrasti è enorme, e l’esplosione potrebbe squassare l’Europa e attraversare anche l'Atlantico, quando gli estremisti islamici alzeranno il livello della crisi che colpisce l’intero Medio Oriente.
La massiccia immigrazione islamica in Europa ha trasformato questo continente in una propaggine delle controversie del Medio Oriente, rimanendone coinvolta. L'America non è poi così lontana, i disastri del Medio Oriente approderanno anche alle sue coste.
Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi