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La Repubblica Rassegna Stampa
21.01.2015 Studente turco alla Normale di Pisa: 'Pronto a fare attentati'
Cronaca di Laura Montanari

Testata: La Repubblica
Data: 21 gennaio 2015
Pagina: 16
Autore: Laura Montanari
Titolo: «Le minacce di Furkan lo studente turco espulso dall'Italia: 'Pronto a fare attentati'»

Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 21/01/2015, a pag. 16, con il titolo "Le minacce di Furkan lo studente turco espulso dall'Italia: 'Pronto a fare attentati'", la cronaca di Laura Montanari.

Il caso di Furkan Semih Dundar, studente turco alla Normale di Pisa, uno degli atenei più prestigiosi ed esclusivi in Italia, dimostra come il fanatismo islamista riguardi non solo coloro che vivono in periferie e banlieue degradate, ma anche benestanti e intellettuali. Smentedo così la tesi di coloro che attribuiscono al terrorismo una origine dovuta a povertà e degrado.

Ecco l'articolo:


Laura Montanari                  Furkan Semih Dundar


La Normale di Pisa

A fine dicembre è stato espulso dall’Italia con l’accusa di procurato allarme. «Studente brillante e colto», lo ricorda il professor Augusto Sagnotti che lo ha selezionato a luglio per il corso di perfezionamento in Fisica alla Scuola Normale di Pisa. Studente insospettabile all’apparenza Furkan Semih Dundar che, stando alle accuse, scriveva su blog di estremisti islamici e mandava email ai siti delle questure, ai governi e all’ambasciata americana. Email confuse, in inglese, in cui diceva di saper confezionare esplosivi e minacciava di farsi esplodere proprio davanti alle sedi diplomatiche. «Mai parlato di religione né di politica, vestiva all’occidentale, come un hipster, portava anche un orecchino» spiega incredulo uno degli studenti che ha diviso con Dundar, 25 anni, turco di Ankara, un piccolo appartamento in affitto nel centro storico di Pisa, tra piazza dei Cavalieri e l’Arno. Via Volturno, edifici bassi, due o tre piani al massimo. E lì la Digos è arrivata il 22 dicembre scorso a perquisire le stanze, a sequestrare il computer di Furkan da cui erano partite le email con le minacce, il suo cellulare e poi fogli e documenti, compresi i testi di fisica quantistica pieni di note a margine che teneva sul comodino. «Non mi sembrava affatto preoccupato», sostiene uno dei coinquilini, ma l’ultima volta che l’ha visto è mentre andava via con gli investigatori.

Primo all’esame orale, terzo assoluto su 110 candidati in lizza per il corso di specializzazione in Fisica alla Scuola Normale Superiore, un’eccellenza. «Selezioniamo per meriti, non guardiamo ai Paesi di provenienza, alla religione o alla politica, né andiamo a controllare cosa scrivano sui blog i nostri allievi», sottolinea il direttore della Scuola Fabio Beltram che avverte: «È bene tenere ben distinti i due piani. Questa vicenda non cambierà il nostro modo di procedere». Proprio per meriti scientifici infatti è approdato a Pisa, Furkan Semih Dundar: laurea alla Bilkent University, master alla Middle East Technical University nel 2014, si occupa di buchi neri e di teoria delle stringhe, di astrofisica insomma. A luglio la commissione lo esamina e lo promuove poco dopo con un colloquio. A fine ottobre lui si presenta al corso di perfezionamento, pubblica sul suo profilo Facebook foto di Pisa e note su come sta bene in questa città della Toscana. Educato, disciplinato, scrupoloso. Frequenta la mensa, studia fra la biblioteca e le sale dedicate del palazzo della Carovana. Un allievo come tanti che frequenta l’eccellenza di piazza dei Cavalieri, la super scuola di Enrico Fermi, di Carlo Azeglio Ciampi e di tanti altri che hanno raggiunto primati nelle scienze. «Di lui posso dire che ha fatto un esame molto brillante che è appassionato di fisica e di filosofia della scienza — racconta il professor Sagnotti, attualmente distaccato a Ginevra, ma docente alla Normale di Fisica teorica — Mi ha mandato una email strana dopo il rimpatrio, raccontava di essere stato espulso dall’Italia, di aver passato quattro giorni in prigione e due in questura, di essere stato portato da tre agenti a Istanbul e poi a Mosca». Adombrava quasi un giallo internazionale o erano soltanto i fantasmi della sua mente? Secondo un’altra fonte, nella email avrebbe scritto anche di «essere molto dispiaciuto di aver perso un’opportunità di studio e di ricerca come quella pisana». «Mah, forse era un po’ stressato — aggiunge il professore che lo ha esaminato — certo io non ho elementi per giudicare altro».

Questa è materia che toccherà agli investigatori, la procura di Pisa ha aperto un fascicolo per procurato allarme, l’ escamotage giuridico per far rimpatriare un elemento sospetto. In Italia è rimasto un mese e mezzo. Per settimane, fino a ieri, la vicenda di Furkan è stata tenuta segreta, come se la si potesse chiudere in un cassetto: «La polizia ci aveva avvertito che stavano seguendo uno studente, ma non conoscevamo il motivo», interviene il direttore della Normale Beltram. E ancora ieri, fuori dalla scuola, nel solito va e vieni di ragazzi fra la mensa e la biblioteca, si incrociavano più facce stupite che impaurite: «Un jihadista che manda email minatorie usando il proprio computer non è strano?» chiedeva uno con un mezzo sorriso.

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