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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Foglio Rassegna Stampa
20.01.2015 'Islamofobia': una accusa per mettere a tacere i critici
Lo sostiene il primo ministro francese Manuel Valls

Testata: Il Foglio
Data: 20 gennaio 2015
Pagina: 3
Autore: editoriale
Titolo: «Valls e l'invenzione della 'islamofobia'»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 20/01/2015, a pag. 3, l'editoriale "Valls e l'invenzione della 'islamofobia' ".

Manuel Valls è uno dei protagonosti del romanzo di Michel Houellebecq "Sottomissione", ambientato nel vicino futuro, ma gli attori sono tutti contemporanei. Ne consigliamo la lettura ai nostri lettori. 



Manuel Valls

Il primo ministro francese, Manuel Valls, non ha mai nascosto la sua diffidenza verso il termine “islamofobia”. Due anni fa, in un’intervista sul Nouvel Observateur, aveva spiegato che non si poteva usare quella parola creata negli anni Settanta dai mullah iraniani per contrastare chi criticava la loro politica di imposizione del velo alle donne. Pochi giorni fa, proprio alla vigilia degli attentati di Parigi, Valls è tornato sull’argomento con Jeffrey Goldberg, redattore dell’Atlantic, per ribadire quanto quel termine sia strumentale e fuorviante. L’accusa di islamofobia, ha detto Valls, “è spesso usata come arma dagli apologeti dell’islamismo per mettere a tacere i loro critici”, anche se, ha aggiunto, “è molto importante far capire alla gente che l’islam non ha nulla a che fare con l’Isis”. Se la polemica non è nuova (nel 2010 anche il filosofo Pascal Bruckner aveva sottolineato su Libération che “l’invenzione dell’islamofobia” serve soprattutto a negare “la realtà di una offensiva islamica in Europa”), nuovo è lo scenario in cui si dibatte. Chiamare le cose con il loro nome – e dare degli islamisti agli islamisti, come chiede di fare la leader del Front national dalle colonne del New York Times, senza essere tacciati di “islamofobia” – è diventato campo di battaglia politica. E Valls ha deciso di continuare a differenziarsi (in un concordato gioco delle parti?) dalla prudenza autocensoria del presidente Hollande. Il quale, nel discorso rivolto alle rappresentanze diplomatiche il 17 gennaio, il termine “islamofobia” invece l’ha usato.

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