Riprendiamo dal TEMPO di oggi, 18/01/2015, a pag.1, con il titolo " reagire prima che sia troppo tardi " il commento dello storico Francesco Perfetti.
Islam, sottomissione Francesco Perfetti
Quando vent'anni or sono inaugurò la moschea di Roma, Papa Wojtyla, pur esprimendo soddisfazione per il fatto che i musulmani potevano avere un proprio luogo di culto "nel pieno rispetto della loro libertà di coscienza", rilevò come in molti paesi islamici non si intravvedessero ancora"segni di riconoscimento della libertà religiosa". Ed espresse l'auspicio che le cose cambiassero. Da allora la situazione è peggiorata. Le persecuzioni dei cristiani (e non solo) in molte aree del pianeta sono cresciute in maniera esponenziale ad opera soprattutto del fondamentalismo islamico. L'intolleranza religiosa è divenuto un tratto caratterizzante dei nostri tempi. Quando Papa Wojtyla auspicò la pacifica convivenza fra le fedi, il mondo era, da poco, uscito dalla Guerra Fredda. Il crollo del muro di Berlino, la caduta dei regimi fondati sul socialismo reale e la nascita di sistemi politici liberal-democratici al posto delle democrazie popolari avevano generato l'illusione che si fosse voltatapagina. Un pensatore americano, Francis Fukuyama, parlò di "fine della storia" ipotizzando l'inizio di un'età senza guerre. Un altro studioso, Samuel Huntington, gli contrappose la teoria dello "scontro di civiltà" sostenendo che i conflitti non sarebbero scomparsi affatto e che, sempre più, avrebbero assunto connotazioni di natura etnica e religiosa. Quello che sta accadendo conferma, purtroppo, che lo "scontro delle civiltà", segnatamente fra la civiltà cristiana e il mondo islamico, è, ormai, un dato innegabile. La realtà è che siamo nel pieno di una guerra, piaccia o non piaccia. La civiltà occidentale, indebolita dalla società opulenta e dalla diffusione dell'ateismo, mostra segni di decadenza morale che la rendono vulnerabile di fronte all'offensiva fondamentalista e a strategie belliche non convenzionali. E giunto il momento di reagire. Prima che sia troppo tardi.
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