Riprendiamo dalla REPUBBLICA e dal FOGLIO di oggi, 17/01/2015, due servizi sulla decisione della Corte penale Internazionale dell'Aja. Nell'editoriale del Foglio viene anche analizzata la gravità di quanto accaduto alla Camera, sotto la diligente presidente Boldrini, la quale -in quanto presidente- sarebbe tenuta a un comportamento sopra le parti. Cosa che contravviene regolarmente.
La Repubblica-Fabio Scuto:" L'Aja indaga sui crimini di guerra nei Territori. Ira d'Israele "
Fabio Scuto
Come sempre Scuto merita la medaglia per le sue "menzogne omissive". Chiamare civili le milizie di Hamas solo perchè non appartengono ufficialmente a uno Stato, quindi con tanto di divisa, significa alterare il numero vero delle vittime civili a Gaza. La maggior parte delle quali, poi, è rappresentata sì da civili, usati però da Hamas quali vittime predestinate, essendo l'uso di edifici abitativi a scopo terroristico. Non ricordarlo priva i lettori della possibilità di giudicare la decisione del Tpi.
Lo 'stile' di Scuto continua ad essere tale e quale a sempre, che non legga le dichiarazioni del proprio direttore ? e che Ezio Mauro non legga il pezzi del suo corrispondente da Israele ?
Ecco l'articolo:
La Corte penale internazionale (Cpi) ha aperto un inchiesta preliminare per verificare se siano stati commessi "crimini di guerra" durante il conflitto della scorsa estate tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. Ma l'indagine riguarda anche alcune fazioni palestinesi nonché il lancio di razzi da parte di Hamas su territori altamente popolati. «II procuratore del Tribunale penale internazionale Fatou Bensouda ha aperto un'inchiesta preliminare sulla situazione in Palestina — ha fatto sapere l'ufficio dei procuratori del Cpi — che non equivale a un'indagine, ma si tratta di esaminare le informazioni a disposizione in modo da poter essere pienamente informati e valutare se ci sia una base ragionevole per procedere con un'indagine», ha spiegato il Cpi. L'Autorità palestinese lo scorso primo gennaio nell'aderire alla Corte ne aveva riconosciuto la competenza a partire dal 13 giugno 2014, data in cui Israele lanciò una vasta campagna di arresti nella Cisgiordania occupata e dando poi il via alla guerra su Gaza, nella quale morirono 2100 persone, gran parte delle quali civili. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha deprecato la decisione del Tribunale. «È scandaloso che pochi giorni dopo che dei terroristi hanno massacrato ebrei in Francia, il procuratore del Tpi apra un'inchiesta contro lo Stato ebraico», ha detto Netanyahui, «E questo perché difendiamo i nostri cittadini da Hamas, un gruppo tterrorista... Sfortunatamente ciò fa sì che questo Tribunale sia parte del problema e non della soluzione'.. L'Autorità navionale palestinese aveva presentato domanda di adesione al Tpi il 1 gennaio. Il presidente palestinese Abu Mazen aveva chiesto alla Corte di indagaresui crimini commessi da Israele «nei Territori palestinesil occupati, compresa Gerusalemme Est, dal 13 giugno 2014». Compresi anchei 51 giorni di conflitto di questa estate tra Hamas e Israele nella Striscia di Gaza, costati la vita a più di 2.100 palestinesi, la maggior parte civili secondo l'Onu. Da parte israeliana, nel conflitto hanno persola vita 67 persone. «Lo statuto di Roma non impone alcuna scadenza per prendere una decisione relativa a un esame preliminare» ha ricordato l'ufficio della procura della Cpi: una simile procedura è già in corso in Afghanistan, Colombia, Georgia, Guinea, Honduras, Iraq, Nigeria ed Ucraina.
Il Foglio-Editoriale:" Doppio schiaffo a Israele"
Laura Boldrini
La Corte penale internazionale dell'Aia ha annunciato ieri l'apertura di un'inchiesta preliminare per verificare se Israele abbia commesso crimini di guerra nel corso della campagna militare di autodifesa dello scorso giugno a Gaza (vedi il Foglio del 9 gennaio). L'accettazione della domanda di adesione della Palestina alla Corte dell'Aia era stata comunicata dal segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, il 7 gennaio scorso, nel pomeriggio dello stesso giorno che aveva visto la strage nella redazione di Charlie Hebdo. L'annuncio di ieri - una messa sul banco degli indagati, se non ancora degli imputati, dell'unico stato democratico del medio oriente, bersaglio principale degli islamisti di tutto il mondo - era quindi atteso. Non si può dar torto al ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman, che ha definito "scandalosa" la decisione della Corte dell'Aia. Va segnalato anche l'attivismo della presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, che ieri - in assenza di un'indicazione della conferenza dei Capigruppo è lei a decidere - aveva messo all'ordine del giorno la discussione preliminare in Aula di quattro mozioni che riguardano il riconoscimento di uno stato palestinese da parte dell'Italia. Tre quelle a favore (di Sel, del Movimento cinque stelle e della deputata socialista Pia Locatelli, sottoscritta anche da svariati esponenti della sinistra pd) e una contraria, leghista. Mancano quelle delle formazioni maggiori (Pd, Forza Italia, area popolare), considerata l'inopportunità di un'iniziativa dall'evidente significato di stigmatizzazione di Israele, reo di volersi difendere. Il Jerusalem Post, ieri, notava che gli attacchi alla Francia sono arrivati una settimana dopo il sostegno accordato da Parigi alle richieste palestinesi all'Onu e dopo la mozione approvata a inizio dicembre dall'Assemblea nazionale che chiedeva il riconoscimento di uno stato palestinese. E due giorni fa, il premier turco Davutoglu è riuscito a dire che il primo ministro israeliano Netanyahu "ha commesso crimini contro l'umanità allo stesso modo dei terroristi che hanno compiuto il massacro di Parigi". L'Italia ha davvero bisogno di allinearsi a questa posizione?
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