Riduci       Ingrandisci
Clicca qui per stampare

Ho scritto a Pierluigi Battista 17/01/2015

Cari amici di IC,
ho sempre considerato Battista come uno dei pochi esponenti del grande giornalismo main stream italiano non pregiudizialmente anti-israeliano, tant'è che ho letto con piacere il suo "Lettera a un amico antisionista".
La presa di posizione di ieri su Dieudonné e sulla sua libertà di parola, tuttavia, mi ha lasciato piuttosto perplesso, e ho provato a manifestarglielo con la mail che allego qui sotto:

Da: Roberto Di Castro Data:15/01/2015 15:51 (GMT+01:00) A: Battista PierLuigi Oggetto: Dieudonné


 Caro Battista, Lei è uno dei più (se non il più) da me stimato fra gli opinionisti della grande stampa nazionale. E' per questo che Le scrivo, scrivo a Lei e non al suo indegno collega Sergio Romano che ha scritto in modo inesatto che se Charlie Hebdo avesse offeso gli Ebrei (cosa che ha fatto più volte e anche in modo pesante senza che nessun commando "ebraico" abbia organizzato spedizioni omicide) chissà quali sarebbero state le reazioni. Ma si sa, Romano è antisemita (oops, pardon, antisionista), anche se Lei, per ragioni di scuderia non può dirlo apertamente. Ora, venendo a noi, come può Lei, giornalista acuto, confondere l'apologia dell'omicidio di Ebrei (altrimenti che vuol dire che lo stramaledetto "comico" si dichiara essere Charlie Coulibaly, se non che condanna l'omicidio dei vignettisti ma si attribuisce, approvandola e anzi rivendicandola, la mattanza dei clienti dell'ipermercato Casher, uccisi solo perchè Ebrei, in sostanza per il solo fatto di esistere, proprio come la pensavano al riguardo i nazisti?).
In Italia, e in tutti i paesi mediamente civili, l'istigazione all'omicidio è  punita penalmente, in quelli altamente civili l'apologia di genocidio (che è quella in cui è incorso Dieudonné), così come il negazionismo (di cui lo schifoso guitto di cui stiamo parlando si è macchiato più volte), sono puniti ancora più severamente. Se invece, come dice erroneamente Lei, si trattasse di libertà di opinione, allora dovremmo giudicare lecite le dichiarazioni di chi asserisce che bisogna sterminare tutti gli Ebrei, o, peggio, che gli Ebrei non sono mai stati sterminati da Hitler. L'atroce sospetto che mi viene è che persino quelli come Lei, che si sono distinti più volte per prese di posizione filo-semite, alla prova dei fatti tendano a sottostimare i pericoli derivanti dagli anti-semiti, più o meno legittimati dalle culture dominanti. Avrei voluto vedere se Coulibaly avesse fatto fuori una dozzina tra preti, suore e seminaristi, e Dieudonné si fosse definito Charlie Coulibaly, se Lei e altri opinionisti avreste invocato la libertà d'opinione. Roberto Di  Castro

Fin qui la mia mail, bene, ora vi allego la risposta di Battista:

 Trovo il finale della sua lettera così offensiva che preferisco non rispondere.

 In buona sostanza, Battista, che si fa parte diligente di tutelare il diritto di Dieudonné a offendere (ma qui non si trattava di offesa, bensì di apologia di reati gravissimi, come avevo messo in chiaro nella mia mail) si dichiara offeso a sua volta perchè ho ipotizzato che, se il nazi-comico avesse avallato un attentato contro obiettivi cattolici, lui, e altri come lui, non avrebbero invocato la libertà d'opinione come attenuante.

Roberto Di Castro

é una vecchia abitudine dei giornalisti, in special modo quelli noti e quindi autorevoli, non accettare la loro messa in discussione. Battista non fa eccezione, come si vede dalla risposta ad una lettera estremamente documentata, educata - e legittima - come la sua.

IC redazione


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui