Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 15/01/2015, a pag. 9, con il titolo "Ma il mondo islamico attacca: 'Offese che infiammano l'estremismo' ", il commento di Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari
La copertina di Charlie Hebdo dopo l'attentato
Insulto, provocazione, atto d’odio e di stupidità: nel mondo musulmano la rabbia per il nuovo numero di «Charlie Hebdo» accomuna sciiti e sunniti ma vi sono anche eccezioni di tono diverso. A innescare le proteste è la copertina del settimanale satirico francese perché ha una vignetta che mostra Maometto col piccolo cartello «Je suis Charlie» e la raffigurazione del Profeta è considerata dalla grande maggioranza dei commenti un insulto all’Islam.
«Una provocazione»
Il portavoce del ministero degli Esteri dell’Iran sciita, Marzieh Afkham, parla di «provocazione contro tutti i musulmani che può infiammare l’estremismo» in rara sintonia con il portavoce dell’Università egiziana di al-Azhar, roccaforte sunnita: «Nuoce alla coesistenza fra popoli e all’integrazione dei musulmani in Europa». Ed è una sintonia che colpisce perché tanto Teheran che al-Azhar avevano condannato aspramente la strage.
Dal Qatar l’Unione degli accademici islamici, guidata dal fondamentalista Yusuf al-Qaradawi, parla di «attacco poco saggio al Profeta» e anche lui registra un’insolita convergenza con gli acerrimi rivali sauditi che da Riad, con lo sceicco Ahmed al-Ghamedi, prevedono «nuovi problemi a seguito della decisione di irridere il Profeta». Al Qaeda in Yemen sceglie questa atmosfera per rivendicare la strage di Parigi nella redazione del settimanale - all’evidente fine di attestarne la legittimità - e lo Stato Islamico (Isis) affida alla radio «Al-Bayan» il disprezzo per «il nuovo atto di stupidità da parte di Charlie Hebdo». La condanna si riflette sui media. «Continuano a provocare» titola il giordano «Al-Dustour», vicino al governo. «Violate tutte le linee rosse, è una crociata anti-musulmana» grida l’algerino «Echourouk» mentre «Ennahar», vicino agli islamici, ribatte «Siamo tutti Maometto».
Voce fuori dal coro
A fare eccezione è il quotidiano turco «Cumhuriyet», bastione del laicismo nazionale che dedica quattro pagine alla pubblicazione delle vignette di «Charlie Hebdo» e vede due editorialisti ospitare nel proprio spazio la vignetta su Maometto. «Siamo solidali con Charlie Hebdo perché anche noi abbiamo perso reporter in attentati» spiega su Twitter il direttore Ufuk Cakirozer, che comunque ha scelto di non mettere la vignetta-scandalo in prima pagina.
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