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Presidente Hollande e compagni, tenetevi la vostra solidarietà, non sappiamo che farcene Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
No, cari amici, proprio no. Non ci posso stare, non ci sto. Non mi riguarda, non mi interessa, non mi consola, soprattutto non mi rassicura. Sto parlando, lo capite anche voi, della sfilata di celebrità e VIP per le strade di Parigi e di tutte le manifestazioni analoghe che si sono svolte in Europa e altrove, per esempio quella di Milano su cui vi ha riferito ieri su IC Astrid Sukni (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=56721).
Che manifestazione per la libertà di stampa è quella cui partecipa il primo ministro della Turchia, il paese che merita il primato mondiale per l'arresto di giornalisti negli ultimi sei mesi, che ha cacciato in galera giudici, poliziotti, giornalisti che indagavano sulla straordinaria corruzione su cui si basa il suo sistema di potere, a partire dalla famiglia di Erdogan (che per conto suo ha dichiarato che la colpa della strage di Charlie Hebdo consiste nel fatto che l'Europa non reprime abbastanza l'Islamofobia, cioè non ha sbattuto anche lei in galera i giornalisti ammazzati)? Non ci sto a manifestare per la libertà di stampa con il dittatore dell'Autorità Palestinese, che controlla il suo sistema di comunicazioni con modi da regime comunista, con l'emiro del Qatar, che usa Al Jazeera come un'arma di guerra contro l'Occidente. Non ci sto. A quella manifestazione è andato Dieudonné, l'orrido antisemita che è uno dei sintomi della malattia ripugnante della Francia contemporanea. Non farei con lui neanche un passo, figuriamoci una manifestazione. Lui intende libertà di stampa come licenza di incitare all'omicidio, di rifare il saluto nazista. La sua libertà di stampa è il pericolo per gli ebrei. L'attentatore assassino del supermercato kasher ha agito secondo quel che lui predica. Come è possibile che lui partecipi a una manifestazione che dovrebbe essere contro l'antisemitismo? E che manifestazione contro l'antisemitismo sarebbe quella frequentata dallo stesso Abbas citato sopra, che fa esaltare dai suoi megafoni gli assassini di ebrei in Israele. E con il capo del governo turco che ha sostenuto la flottiglia antisemita di due anni fa? E con il “popolo della pace”, che si è visto anche a Milano abbigliato della kefià degli ammiratori dei terroristi e magari con le insegne del boicottaggio a Israele? E, per andare al cuore della questione, che manifestazione contro l'antisemitismo può essere convocata da un personaggio come Hollande, eletto alla presidenza col voto determinante degli islamisti, uno che, in questa circostanza ha espresso critiche non per uno di tutti i loschi figuri che sono accorsi al suo invito, ma solo per il primo ministro di Israele Netanyahu, che ha avuto il coraggio di accusare di fare campagna elettorale solo per aver detto la verità alla comunità ebraica francese, cioè che farebbero meglio ad andarsene al più presto e di venire nella loro vera patria che è Israele (una considerazione tanto vera che non una delle quattro famiglie delle vittime dell'attentato del supermercato ha voluto seppellire i morti in Francia, tutti hanno deciso di dare loro riposo in Israele - la prova decisiva di un'estraneità che è sempre più chiara.) Hollande è colpevole di aver fornito un incoraggiamento fondamentale al terrorismo palestinese con l'appoggio francese alla domanda di ammissione all'Onu e di pulizia etnica degli ebrei di uno “stato di Palestina” che - lo dice la stessa amministrazione Obama che la appoggia - non ha affatto i requisiti per essere considerata uno stato (http://www.thetower.org/1462-state-dept-says-pa-not-a-sovereign-state-ineligible-to-join-icc/). La Francia di Hollande è stata all'avanguardia dell'Europa nell'incoraggiare il terrorismo palestinese degli ultimi mesi (http://www.gatestonInstitute.org/4971/eu-hamas-green-light), come potrebbe convocare Hollande una manifestazione genuinamente contro l'antisemitismo? Lui, che in sostanza è alleato di quell'estrema sinistra che continua a dare cittadinanza onoraria agli assassini degli ebrei (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/189239). No, non ci sto. Quella non era una manifestazione per la libertà di stampa e contro l'antisemitismo. Quella era una manifestazione contro l'islamofobia e dunque contro la libertà di stampa (questo significa l'accusa di “islamofobia” sostenuta dalla conferenza dei paesi islamici OIC in tutte le sedi: http://www.gatestoneinstitute.org/4088/islamophobia-oic-free-speech). Contro l'islamofobia e dunque per l'antisemitismo, perché l'odio per gli ebrei e Israele è quel che praticano e predicano la Turchia e il Qatar (padri, finanziatori, protettori, fornitori d'armi dello Stato Islamico o Isis, che è la matrice degli attentati di Parigi) e in maniera più o meno velata o esplicita tutti i difensori dell'Islam. Non ci sto: le manifestazioni di Parigi e di Milano sono state un tentativo ignobile di rivoltare la frittata, di far sembrare che “tout va bien, madame la marquise”, che l'importazione industriale di islamisti che pratica la sinistra al potere in Europa per ampliare la propria platea elettorale non è un pericolo mortale per l'Europa, ma anzi, la saggezza e la sicurezza. Non è vero, si tratta di una buffonata ignobile. Mi spiace per coloro che senza dubbio in buona fede ci sono andati. Capisco anche che i governanti israeliani abbiano partecipato in nome della ragion di stato. Io però mi rifiuto di fornire copertura ai complici di chi vuole assassinare gli ebrei e gli infedeli. Qualcuno può pensare di risolvere le cose dicendo che è Charlie. Io sarei più soddisfatto se almeno quel qualcuno dicesse di essere il blogger Raif Badawi, condannato in Arabia Saudita a 1000 frustate per “insulti all'islam” cioè libertà di stampa. Col modo in cui infliggono questa tortura nei paesi arabi, bastano 50 frustate per lasciare mezzo morto chiunque, 100 certamente lo uccidono. Badawi è stato condannato a ricevere 50 frustate, ogni settimana al venerdì in pubblico all'uscita dalla moschea; ha ricevuto la prima dose venerdì scorso (http://www.gatestoneinstitute.org/5024/raif-badawi-flogging). Questo è l'islam, di questo si parla. L'islamofobia, quella vera, che vuol dire etimologicamente paura dell'islam, è il terrore che i carnefici sauditi, come gli assassini di Parigi, come i torturatori iraniani, come i macellai dello Stato Islamico, come i terroristi di Hamas e Fatah cercano di diffondere. Sono loro che vogliono produrre islamofobia, farsi temere. E la sinistra europea e americana li teme tanto che cerca di farseli alleati, come a suo tempo fece con Hitler (il patto Ribbentrop-Molotov, l'appello del partito comunista italiano ai “camerati fascisti” firmato da Togliatti nel '36 - leggete qui, se non ci credete: http://www.alessandracolla.net/2007/11/16/appello-ai-fratelli-in-camicia-nera/) e poi con Khomeini. Be', io non so se sono o no Charlie, certo non sono Hollande, non voglio la sua solidarietà. Non credo che oggi in Europa si possa essere di sinistra e difendere la libertà, men che meno quella degli ebrei. Mi spiace, ma non ci sto. Tenetevi la vostra solidarità, signori del governo francese. E imparate almeno a fare il minimo dovere di ogni stato, imparate a difendere i cittadini dalla violenza. O, se non ne siete capaci, com'è ampiamente dimostrato, dimettetevi. In un paese civile, dopo tutta la violenza antisemita impunita che c'è stata in Francia negli ultimi mesi, i responsabili si sarebbero dimessi, come fece Cossiga dopo il caso Moro. Ma Cossiga aveva una dignità che evidentemente a Hollande e ai suoi manca. In fondo, che volete, sono socialisti (http://tabletmag.com/scroll/188204/the-frightening-reality-for-the-jews-of-france).
http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90 |
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