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Ugo Volli
Cartoline
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Ebbene sì, la colpa del terrorismo è dell'islam 11/01/2015

Ebbene sì, la colpa del terrorismo è dell'islam
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,

nell'ora del pericolo vero è meglio parlare poco e tenere i nervi freddi. Non c'è dubbio che il pericolo ci sia, che la tardiva e goffa neutralizzazione degli attentatori di Parigi abbia eliminato solo alcuni esecutori, non certo i mandanti o anche le cellule terroristiche attive.
Bisogna andare al di là del chiacchiericcio infinito di questi giorni (siamo Charlie, no non siamo Charlie; bisogna che l'islam moderato si muova, no non c'è l'islam moderato, no invece l'islam moderato c'è ma non bisogna chiedergli niente; gli attentati sono contro la libertà di stampa; no, la libertà di stampa deve essere limitata dal rispetto degli altri; no, l'obiettivo sono anche gli ebrei, no gli ebrei vanno lasciati al loro destino, non bisogna chiedere aiuto al Mossad ma ai servizi segreti libanesi - questa è la cretinata dell'anno, autore l'esimio professor Parsi, uno che non si capisce mai se ci è o ci fa, l'antisemita oppure l'”ingenuo”).

V.E.Parsi

Ci sono alcuni fatti:
1. C'è una guerra contro l'Occidente, in particolare contro gli ebrei e la stampa non abbastanza ossequiente, ma anche contro la vita civile. La serie degli attacchi è infinita: dalle Twin Towers alla metropolitana di Londra, dalla stazione di Madrid a Charlie Hebdo, dai bambini ebreidella scuola di Tolosa ai visitatori del Museo ebraico di Bruxelles, dalla coppia di ebrei stuprata due settimane fa in periferia di Parigi, agli attacchi automobilistici di Digione e di Nantes e di Gerusalemme, dagli spari contro le sinagoghe alle molotov contro i ristoranti Kasher della settimana scorsa, dalla strage alla sinagoga di Gerusalemme a quella di Charlie Hebdo e del supermercato ebraico di Parigi.

2. Gli obiettivi (almeno quelli più recenti) di questa ondata sono concentrati in Francia e in Israele. Perché in Israele è chiaro: il terrorismo è da sempre al centro della guerra degli arabi contro lo stato ebraico: dai pogrom degli anni Venti e Trenta a Safed e a Hebron fino a oggi, passando per i dirottamenti aerei, la strage di Monaco, i linciaggi dell'intifada, il culmine della militanza islamica in Israele consiste sempre nel trucidare gli ebrei.
La questione della Francia è altrettanto semplice. Lo stato francese, che fa tanto la vittima, è complice degfli islamisti. Ha un presidente della Repubblica famoso per le sue fughe in scooter dall'amante che ha prodotto una frase forse ancora più povera di senso comune di quella del prof. Parsi (“la colpa non è dell'Islam, ma del fanatismo”, come se il fanatismo fosse un soggetto politico), ma che soprattutto è stato eletto al suo posto col voto determinante degli islamici e sa che se vuol sperare di mantenerlo, o almeno di conservare un ruolo politico per la sinistra, dovrà allearsi di nuovo con loro, sempre, magari cedendo loro il posto di comando come ha previsto Houllebecq nel suo nuovo romanzo (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=56680 ). Per compiacerli la Francia ha votato contro Israele (e contro gli Usa) all'Onu. Ma soprattutto c'è un elemento fisso nei principali attentati francesi di questi giorni. I servizi segreti francesi conoscevano bene sia Muhammed Merah l'autore della strage di Tolosa, che quello della strage di Buxelles, sia i due fratelli di Charlie. Questi erano stati addirittura condannati e rilasciati, Merah sembra fosse un informatore dei servizi. Ma non li hanno fermati. Una volta può essere un tragico errore, due volte imbecillità. Ma tra indizi fanno una prova.
A me sembra evidente che c'è una complicità. Che dire poi della sistematica balla dei “lupi solitari” estesa fino all'assassino del supermercato quando il giorno prima aveva già ammazzato? “non è nulla, non è legato all'attentato di Charlie Hebdo, è un pazzo”, avevano spiegato.
E lui, quando invece di fuggire nell'anonimato è ricomparso al supermercato dove ha ucciso quattro persone colpevoli solo di fare acquisti in un negozio ebraico, ha detto “sapete benissimo chi sono”. Più chiaro di così...
Lo stato francese è complice e corresponsabile di queste stragi, a partire da Hollande - un Petain dei nostri tempi.

3. Se l'obiettivo sono gli ebrei e chi non si sottomette, anche l'origine della guerra è chiarissima. Si chiama Islam. Attenzione, io certo non credo che ciascuno dei quindici milioni di immigrati islamici in Europa o il miliardo e mezzo nel mondo sia maligno o pericoloso. Sarebbe follia pensarlo.
La stragrande maggioranza fra loro pensa a vivere la propria vita e certo non mancano le persone perbene, perfino gli eroi, come quel Lassana, impiegato musulmano del supermercato assalito, che ha salvato degli ostaggi nascondendoli nella cella frigorifera (http://www.leparisien.fr/faits-divers/video-porte-de-vincennes-un-salarie-de-l-epicerie-a-cache-des-otages-10-01-2015-4435025.php#xtref=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2F ).
Ma naturalmente ci sono anche gli estremisti, i fanatici, che se fossero anche pochissimi, diciamo il cinque per cento, sarebbero sempre 750 mila in Europa e 75 milioni nel mondo.
Il problema però non è il numero dei fanatici, che probabilmente sono in proporzioni simili dappertutto - come Carlo Cipolla diceva degli imbecilli, senza offesa per nessuno, beninteso.
Il problema è che cosa fanno i fanatici. Ci sono in giro in Italia un sacco di fanatici del calcio, che però sono pericolosi soprattutto fra loro e coi poliziotti (per cui mi dispiace). Ci sono fanatici della messa in latino nel mondo cattolico, che hanno una certa tendenza all'antisemitismo (comune ai fanatici della teologia della liberazione), ma per il resto non fanno gran danno.
Ci sono dei fanatici nel mondo ebraico che pensano sia importante vestirsi anche coi quaranta gradi dell'estate israeliana coi cappelli di pelliccia e le redingote nere; alcuni fanno danni, per esempio andando a genuflettersi davanti ai peggiori antisemiti come Ahmedinedjad o Hamas, ma gli altri al massimo difendono in maniera un po' teppistica i propri privilegi come l'esenzione dal servizio militare.

4. Si potrebbe continuare a lungo. La maggior parte dei fanatici sono più o meno innocui. Quelli pericolosi hanno quasi tutti in comune una cosa: l'islam. Avete mai sentito, diciamo per evitare derive storiche negli ultimi trenta o cinquant'anni, di un buddhista che abbia, in quanto buddhista fatto attentati suicidi? Potete farmi il nome, in questi decenni, di un cattolico che in nome della fede abbia sgozzato qualcuno di un'altra religione? Conoscete qualche ebreo che abbia fatto irruzione in un negozio del suk per ammazzare chi c'era dentro? Ci sono protestanti che abbiano rapito centinaia di ragazze per violentarle, sempre in gloria della loro religione? Cristiani ortodossi che a ripetizione investano i passanti urlando “Gesù è grande”? Scintoisti che accoltellino chi passa nel centro di Tokio percè porta addosso l'apparenza di un'altra religione? Certo che no.
Vi sono stati attacchi terroristi politici di stampo fascista, come quello di Breivick in Norvegia, di stampo comunista, come quelli dei maoisti in India, di stampo nazionalista come quelli dei Tamil in Sri Lanka; ma negli ultimi decenni sono stati molto pochi.
Le tragi le hanno fatte gli islamici, nel nome dell'Islam. Certo, l'Islam politico è diviso. C'è qualche stato moderato, come il Marocco, la Giordania, l'Egitto liberato dalla Fratellanza Musulmana (contro il parere di Obama e dell'Europa) dal Generale Al Sisi. Ci sono i fanatici sciiti (Iran Hezbollah) che hanno fatto o tentato attentati antisemiti in posti così Bulgaria e Argentina, Thailandia e naturalmente in Israele - e in più preparano l'atomica. Ci sono fanatici sunniti, cui si devono questi ultimi massacri, tutti quelli fatti da Hamas e da Al Qaeda, dallo Stato Islamico. Ci sono poi Stati che li appoggiano, come la Turchia.

5. La ragione è semplice e si chiama islam, cioè letteralmente “sottomissione”. Gli islamici vogliono che tutti si sottomettano, in teoria ad Allah ma in pratica a loro. Se la storia di fondazione dell'ebraismo è quella di un popolo che evade dalla schiavitù per seguire il proprio destino religioso e la storia fondativa del cristianesimo è quella di un uomo santo (che è anche figlio di Dio, ma non è questo il punto qui) che viene ucciso ingiustamente, quella dell'islam è la vicenda di un leader che conquista con la forza il potere, uccide e stermina i suoi nemici.
Se la storia successiva dell'ebraismo parla della difficile resistenza di un piccolo popolo, e quella del cristianesimo dello stabilirsi complesso della vera fede in mezzo alle eresie e di missionari disarmati che evangelizzano il mondo, quella dell'islam racconta di campagne di conquista militare e di lotte intestine sanguinosissime.
Praticamente nessuno dei successori immediati di Maometto muore per cause naturali, si ammazzano tutti fra di loro. L'islam non è una religione, in realtà, è una forma di vita regolata da un testo sacro (questo aspetto è comune all'ebraismo). Sennonché l'ideale di questo testo sacro è la guerra: il mondo si divide in Dar-al-islam (territorio dell'islam o della sottomissione) che è anche “Dar-al-salaam” (territorio della pace) e Dar-al-kufr (il territorio degli infedeli o dell'empietà) che è anche “Dar-al-harb” (cioè “territorio della guerra).
Più chiaro di così! Non è affatto un caso, come pensano molti ipocriti o stupidi o ignoranti, non so (oltre a quelli illustri che vi ho citato prima, godetevi anche questo http://www.jihadwatch.org/2015/01/german-interior-minister-charlie-hebdo-murders-have-nothing-to-do-with-islam , ma l'Occidente ne è pieno) che il terrorismo nasca dall'islam; non è affatto vero che terrorismo e islam non c'entrino; non è affatto vero che l'islam sia una religione di pace (ha la pretesa di esserlo dove domina, ma basta un piccolo riassunto di storia per vedere che non è mai stato così).
Non è affatto vero che l'Islam sia una religione tollerante. Rinuncia, bontà sua, a ammazzare gli infedeli delle “religioni del libro” (ma si riserva sempre di farlo se gli danno fastidio, e spessissimo l'ha fatto), ma solo a patto che si riducano in uno stato di servitù umiliante e impotente.

Esistono certamente dei musulmani perbene, ma non esiste un islam non animato da spirito di conquista e da disprezzo per gli altri - come non esiste un cattolicesimo non basato sull'incarnazione. Questi sono i fatti. Chi lo nega è ignorante, in malafede o illuso. O è un islamico più o meno travestito che pratica l'arte della dissimulazione (una virtù islamica chiamata taqiya. Decidete voi, vi prego, a che categoria appartiene Erdogan, che dice che la colpa degli attentati di Parigi sta nell'islamofobia ( http://www.jpost.com/Middle-East/Erdogan-to-Europe-Stamp-out-anti-Muslim-racism-before-criticizing-Turkey-385858 ) o Obama, che per certi versi è il suo fratello vanesio, che dopo gli attentati di Parigi ha spiegato che la preoccupazione fondamentale è quella di contrastare l'islamofobia ( http://joemiller.us/2015/01/white-house-extremism-obama-admin-now-says-need-defend-islam-video/#f2EJhOKT9rmV2fzx.01 )

Ugo Volli


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