Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 11/01/2015, a pag.7, con il titolo " Il grande esodo verso Israele. Netnayahu: qui è casa vostra ", il commento di Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari
Nel 2014 oltre 5000 ebrei francesi sono immigrati in Israele, rispetto a 3120 nel 2013 e 1916 nel 2012. Si tratta del numero più alto di immigrati che Israele ha ricevuto, sin dalla nascita, da un Paese del mondo libero. Oltre ad essere un record è la spia di un fenomeno di maggiori dimensioni: nello stesso 2014 sono stati infatti ben 50 mila gli ebrei francesi che si sono presentati agli uffici dell'Agenzia Ebraica per chiedere informazioni su come immigrare in Israele. Voglia di immigrare Per far fronte a tale richiesta l'Agenzia Ebraica tiene a Parigi, cinque giorni a settimana, due seminari ognuno dei quali frequentato da 200 persone che hanno intenzione di fare l'«aliyà», immigrare in Israele. Nel 2013 questi seminari si svolgevano una volta al mese, poi sono stati intensificati ad una volta alla settimana ma l'aumento vertiginoso delle richieste ha spinto a decidere l'attuale ritmo. Considerando che in Francia risiedono almeno 600 mila ebrei - la più numerosa comunità d'Europa, seguita da Ucraina, Gran Bretagna e Ungheria - ciò significa che un ebreo su 12 pensa di andare via. L'esodo in realtà ha dimensioni maggiori perché c'è anche chi decide di trasferirsi negli Stati Uniti (soprattutto New York e Miami) e a Montreal, dove risiede una numerosa comunità ebraica francofona. Antisemitismo e attacchi Per Nathan Sharansky, presidente dell'Agenzia Ebraica, «circa il 70 per cento degli ebrei francesi che emigrano vengono in Israele a dimostrazione che Teodoro Herzl aveva ragione a prevedere che lo Stato Ebraico sarebbe divenuto un magnete». II fenomeno è iniziato nel 2002 quando, in coincidenza con la Seconda Intifada, vi furono i primi atti di antisemitismo da parte di musulmani francesi: da allora questi episodi sono aumentati senza interruzione innescando partenze di massa, che hanno anche come secondo motivo le difficoltà economiche in cui versa la Francia. Durante il blitz jihadista a Parigi le radio israeliane hanno raccolto numerose testimonianze di ebrei parigini che hanno parlato di «paura», «clima intollerabile» e «minacce alla sicurezza». E a loro che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha pensato quando ha chiamato il presidente François Hollande per chiedergli di «aumentare la protezione dei luoghi ebraici nel lungo termine». E prima di partire per Parigi, Netanyahu ieri si è rivolto direttamente agli ebrei francesi: «Israele è la vostra casa». Come dire: siamo pronti ad accogliervi.
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