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Annibale alle porte Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici, “Il libro comincia con l’elezione presidenziale del 2020. Nella precedente, quella del 2017, François Hollande è stato rieletto per sbarrare la strada a Marine Le Pen, ma durante il secondo mandato, catastrofico, del presidente socialista, si manifesta una nuova e potente forza politica: la Fratellanza musulmana. Il suo leader, Mohammed Ben Abbes, è un islamista moderato, dal fisico rassicurante del «vecchio droghiere tunisino di quartiere», che evita l’antisemitismo imbarazzante, sostiene la causa palestinese ma con circospezione, recluta i suoi seguaci ben al di là delle popolazioni musulmane. La situazione è quindi totalmente nuova: i due grandi partiti, di centro-destra e di centro-sinistra, attorno ai quali si strutturava la vita politica del Paese dalla fine della Seconda guerra mondiale, sono del tutto screditati, emarginati. Le forze presenti sono ormai il Front National (Fn) e la Fratellanza musulmana. [... ] Al primo turno, il Fn si ritrova come previsto in testa, ma la Fratellanza è in seconda posizione. Inizia il gioco delle trattative e delle coalizioni: ultima possibilità di avere un piccolo ruolo per i partiti tradizionali [...]. Alla fin fine, chi ha la meglio è ancora una volta un’alleanza contro il Fn: un Fronte repubblicano allargato in cui Ump e Ps aderiscono alla candidatura di Ben Abbes. [...] Marine Le Pen replica con toni accesi, e sul terreno dell’intransigenza laica e repubblicana. Tre milioni di elettori nazionalisti sfilano in Place de la Concorde rivendicando, contro l’oscurantismo religioso, l’eredità dei Lumi. Malgrado ciò, Ben Abbes viene eletto. E tutto va bene. Addirittura benissimo. All’inizio, si è leggermente turbati nel non vedere più, da nessuna parte, donne che indossino la gonna né, ben presto, donne che frequentino i luoghi pubblici, ma la Francia ritrova ottimismo [...]. Visto che le donne escono dal mercato del lavoro, la curva della disoccupazione si inverte. La previdenza sociale è sostituita dalla solidarietà familiare. Lo Stato smette di aiutare l’industria, comunque disastrata, a vantaggio dell’artigianato e della piccola impresa individuale. La sharia regola una società ridiventata patriarcale, meno libera ma più sicura e più felice. La laicità, il secolarismo, il materialismo ateo hanno fatto il loro tempo: quello dell’islam è giunto, ed è la seconda chance dell’Europa, la prospettiva di una nuova età dell’oro per il vecchio continente. Happy end.”
Naturalmente si tratta di quel che nel gergo letterario è chiamata una distopia, l'immaginazione di un futuro in cui i valori si rovesciano e prevale un dominio che a noi sembra intollerabile ma cui buona parte dei suoi sudditi sembrano adattarsi facilmente. Non ci interessano qui i dettagli del romanzo, che dovrei del resto riferirvi per sentito dire, ma solo questo andamento politico. Houellebecq riprende un'ipotesi politica che ho discusso spesso in queste cartoline e cioè che gli europei si troveranno presto, nella sua ipotesi fra cinque anni, a dover scegliere fra uno schieramento in cui saranno centrali degli ex fascisti (o neofascisti o anche peggio o anche meglio, postfascisti convinti, non importa - insomma la matrice politica della Le Pen) e uno schieramento in cui avranno parte gli islamisti. Il suo genio narrativo gli permette di semplificare le cose mettendo alla testa della sinistra direttamente gli islamisti e supponendo inoltre che da una parte e dall'altra non prevalgano le spinte alla violenza e all'eversione ma un modo di essere più o meno sinceramente democratico. Il confronto, pacifico e tranquillo, è fra i valori dell'illuminismo e della tradizione europea e quelli dell'Islam (supportati dai resti di una sinistra ormai del tutto insignificante e priva di valori propri). Il risultato previsto, non so dire se per fini narrativi, per sarcasmo o per genuina previsione, è il trionfo dell'Islam, la “sottomissione” pacifica e soddisfatta della popolazione. Un risultato del resto non così improbabile se un intellettuale di vaglia come Emmanuel Carrére, cui si deve anche il riassunto che vi ho presentato, commenta così: “Mi ha colpito che il mondo antico, fra il I e il IV secolo, si fosse sentito gravemente minacciato da una religione orientale intollerante, fanatica, i cui valori erano interamente opposti ai suoi. Le menti migliori temevano qualcosa come una «grande sostituzione». Ebbene, questa «grande sostituzione», questa mescolanza contro natura dello spirito della ragione greco-romano e della strana superstizione giudeo-cristiana, c’è stata davvero. Ciò che ne è risultato è quella cosa non così insignificante chiamata civiltà europea. Molti intelletti, di nuovo, credono che oggi questa civiltà sia minacciata, e io ritengo tale minaccia reale, ma non è impossibile che sia anche feconda, che l’islam più o meno a lungo termine non rappresenti il disastro ma l’avvenire dell’Europa, come il giudeo-cristianesimo fu l’avvenire dell’Antichità. Per quanto mi riguarda, mi piacerebbe pensare che ciò implichi un adattamento dell’islam alla libertà di pensiero europea: è qui che mi allontano da Houellebecq, che deve considerare «l’islam dei Lumi» come una contraddizione in termini, una pia fantasticheria da utile idiota o da umanista (parola che, come egli dice, gli dà «leggermente voglia di vomitare»). La grandezza dell’islam, se ho letto bene, non è di essere compatibile con la libertà ma di sbarazzarcene. E appunto, che liberazione!” Insomma la disponibilità a sottometterci c'è già e anche l'illusione che la accompagna di un “Islam della libertà” che in tempi di Stato Islamico, terrorismo, centinaia di migliaia di morti suscitati dalle “primavere islamiche”, torture, tentativi di genocidio e pulizia religiosa sistematica, è una specie di record mondiale dell'accecamento. Per non parlare del paragone col cristianesimo, che certamente ai tempi di Costantino non aveva dato la terribile prova di sé che 1300 anni di Islam hanno fornito in abbondanza. Ma questo è il clima. E questo spiega il comportamento molto prudente, per essere eufemistici, della Chiesa, che ha le antenne lunghe; e anche quello più volgarmente opportunista (o masochista, per chi crede ancora ai valori dell'Occidente) della sinistra, di molti paesi d'Europa, della stessa Unione Europea. Quando cinque anni fa circa, iniziavo a scrivere queste cartoline “da Eurabia”, c'era quasi solo Bat Ye'or a vedere questo rischio. Oggi è evidente a tutti e il suo pericolo, credo, è chiaro e urgentissimo. Al di là del romanzo, c'è la realtà: scelte meno pacifiche di quelle immaginate da Houellebecq sono già all'ordine del giorno in mezza Europa. Una sinistra consapevole, una destra liberale, perfino una Chiesa che non si abbandonasse al nichilismo attuale illudendosi di cavalcarlo dovrebbero preoccuparsi di questo e sapere che Annibale è alle porte - peggio, la scelta fra Annibale e Brenno (se mi consentite l'anacrononismo). Ma nessuno fa niente se non un po' di patetica propaganda.
http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90 |
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