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Ugo Volli
Cartoline
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L'incubo svedese si espanderà in Europa? 04/01/2015
 

L'incubo svedese si espanderà in Europa?
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

a destra la bandiera svedese

Cari amici,

avete fatto caso all'articolo del Foglio ripreso ieri da Informazione Corretta che racconta la storia degli attentati alle moschee svedesi? Spero che l'abbiate letto e se no vi consiglio di farlo ora: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=120&id=56617 . Non perché concordi su tutto quel che scrive, ma perché vi dà un'idea di quel che sta succedendo nel paese scandinavo più importante e ambizioso, quello che vorrebbe e potrebbe anche segnare la strada per l'Europa. In sostanza quel che è successo è che dei teppisti (non si capisce bene se nemici degli islamici o islamici essi stessi: http://www.europe-israel.org/2015/01/faux-actes-islamophobes-suede-la-mosquee-a-ete-incendiee-par-un-musulman/ ) si sono messi a bruciare le moschee - il che, sia chiaro, è un crimine che bisogna assolutamente condannare. Ci sono però delle premesse da considerare per dare un giudizio politico non sugli incendiari (l'ho già dato, sono dei criminali e non ho altro da aggiungere), ma sulla Svezia.


Stefan Loefven, Primo Ministro Svedese

Il primo fatto è che la Svezia è il paese europeo più accogliente nei confronti dell'immigrazione, almeno fra quelli che non devono scontare un passato coloniale con un “rapporto privilegiato” con gli ex sudditi come accade alla Francia e alla Gran Bretagna: nel 2011 il 27% della popolazione aveva un'origine in parte o del tutto straniera (http://en.wikipedia.org/wiki/Sweden ), in notevole parte provenienti da paesi islamici: 130mila iracheni, 90 mila iraniani, 55 mila somali, 45 mila turchi 40 mila siriani, 25 mila afgani e altrettanti libanesi in un paese considerando solo le persone nate all'estero; le cifre andrebbero raddoppiate o triplicate per tener conto delle famiglie, il tutto in un paese di nove milioni e mezzo di abitanti: http://en.wikipedia.org/wiki/Immigration_to_Sweden ) .

Buona parte di questi immigrati sono disoccupati e vivono del generoso welfare nordico: la Svezia è al terzo posto al mondo (dopo paesi con pochissima immigrazione come Slovenia e Portogallo) per differenza fra i tassi di disoccupazione dei cittadini e quelli degli immigrati (14,7%). Il numero dei permessi di soggiorno però continua a crescere ed ha superato i 120 mila l'anno http://www.theguardian.com/news/datablog/2014/dec/11/a-brief-history-of-immigration-in-sweden-democrats-election ), di cui 80mila rifugiati.

Gli immigrati, in particolare gli immigrati islamici, sono responsabili di buona parte dei crimini che agitano la (una volta) pacifica Svezia. Le statistiche pubblicate su Internet sono aberranti: nei primi sette mesi del 2013, nella sola città di Stoccolma, ci sono stati 1000 stupri commessi da immigrati (300 di questi su ragazze sotto i 15 anni): http://www.whyileftsweden.com/?p=409 . Il paese che una volta era simbolo della libertà sessuale è diventato un vero e proprio “inferno per le donne”: http://www.d-intl.com/2013/10/15/sweden-a-new-hell-for-women/?lang=en, http://www.bbc.com/news/magazine-19592372) Ma chi si permette di esporre e discutere questi dati è soggetto a provvedimenti penali per “hate speech” (http://topconservativenews.com/2014/05/swedish-politician-convicted-of-a-crime-for-posting-statistics-about-rape-on-facebook/ ).

Naturalmente questa situazione comporta anche una crescita esponenziale degli atti di antisemitismo (http://en.wikipedia.org/wiki/Antisemitism_in_Sweden ). In molti casi, come a Malmo, le violenze islamiste contro gli ebrei sono appoggiate dagli amministratori di sinistra (http://www.jpost.com/Opinion/Op-Ed-Contributors/The-ugly-face-of-Swedish-anti-Semitism ). Nessuna meraviglia che quando tre mesi fa in Svezia ci sono state le elezioni entrambi gli schieramenti tradizionali (i socialdemocratici che hanno quasi sempre governato da cent'anni) e i conservatori che erano stati al potere nell'ultimo periodo, entrambi corresponsabili della politica dell'immigrazione, siano risultati sconfitti e che abbia fatto un ottimo risultato il “Partito Democratico”, il cui punto politico principale è il rifiuto dell'immigrazione.

Non sono in grado di giudicare questo partito, non ne so abbastanza per decidere se si tratta di qualcosa di simile a quel che è Wilders in Olanda cioè un partito anti-immigrazione con un'identità democratica (e anche amico di Israele) o piuttosto Marine Le Pen in Francia (che dice di avere rinunciato all'antisemitismo del padre ma la cui matrice fascista non si cancella così facilmente) o addirittura i partiti di estrema destra austriaco e ungherese.
Quel che so è che dopo le elezioni si costituì in Svezia un governo di minoranza di sinistra. Dei suoi ministri uno aveva fatto parte della famigerata flottiglia che aveva cercato di portare appoggio politico e anche materiali di costruzione per i tunnel, cioè materiali di valore militare, a Hamas, un altro era stato arrestato in Israele per aver partecipato alla “resistenza popolare” che non è altro se non terrorismo “a bassa intensità” (http://www.timesofisrael.com/swedish-ministers-have-history-of-pro-palestinian-activism/ ) e un terzo, di origini iraniane, è arrivato in Svezia come immigrante clandestino, spacciandosi per perseguitato senza esserlo veramente, fu espulso e non obbedì all'ordine, poi in qualche modo riuscì a farsi ammettere e a prendere la cittadinanza. (http://speisa.com/modules/articles/index.php/item.441/illegal-immigrant-becomes-minister-in-sweden.html ).

Inutile dire che questo governo fu il primo della lista della nuova serie di riconoscimenti europei dello “stato di Palestina”, con la differenza che il riconoscimento è avvenuto a livello governativo, cioè come fatto giuridico e non come semplice mozione parlamentare. Per questo il governo è stato premiato dai palestinesi e un ministro ha ricevuto con grande gioia una meravigliosa targa commemorativa che è costituita da una mappa della “Palestina”... che comprende tutta Israele (guardatela qui: http://blogs.timesofisrael.com/sweden-approves-borders-of-palestine-with-israel-erased/ ). Il che testimonia una totale ignoranza della geografia o più probabilmente una totale acquiescenza al progetto palestinista della distruzione totale dello stato ebraico.

Proprio sulla politica di incoraggiamento all'immigrazione il nuovo governo fu sconfitto sul bilancio e cadde all'inizio di dicembre e annunciò nuove elezioni. Ma quando i sondaggi resero chiaro che non solo l'elettorato era contrario a queste politiche, ma probabilmente avrebbe premiato il Partito Democratico, cioè la nuova opposizione di destra anti-immigrazione, forse dandogli addirittura il primo posto, il governo si è messo d'accordo con l'opposizione tradizionale per impedire le elezioni già annunciate, ritirò le dimissioni e governa ora, naturalmete sulla stessa linea di estrema sinistra. (http://news.yahoo.com/swedens-pm-no-early-elections-next-102602915.html ).

Se io fossi un cittadino svedese sarei seriamente turbato per la decisione dei partiti di mettersi d'accordo non su un programma politico ma solo per impedirmi di votare e di scegliere un governo - ma gli scandinavi dicono sempre di essere il modello della democrazia, anche se in Svezia si accumulano le leggi e le decisioni giudiziarie che limitano la libertà di parola per non turbare la sensibilità degli islamisti (http://www.gatestoneinstitute.org/4972/sweden-free-speech ).

La storia svedese è un po' estrema, com'è caratteristica dei paesi nordici che disprezzano la mediterranea arte del compromesso. Ma merita di essere presa in considerazione non solo perché sta portando all'estinzione della comunità ebraica locale, anche grazie alle leggi che proibiscono la circoncisione ( http://au.ibtimes.com/articles/536249/20140129/denmark-sweden-ban-non-medical-circumcision-boys.htm#.VKjz7iuG9Qc , http://forward.com/articles/189554/swedish-province-will-ban-circumcision-for-boys/ ) e la preparazione di carne kasher (http://www.loc.gov/law/help/slaughter-domestic-animals/sweden.php ), con l'effetto di rendere impossibile una vita religiosa ebraica (http://davidduke.com/bans-on-ritual-slaughter-and-circumcision-will-see-jews-leave-europe/ ), segnando l'inizio della fine per gli ebrei d'Europa, come ha scritto Sharanski (http://www.jpost.com/Diaspora/Sharansky-predicts-beginning-of-the-end-of-Jewish-history-in-Europe-371115 ).

Bisogna rifletterci anche per una ragione più generale e politica che riguarda tutti gli europei, non solo gli ebrei. In buona parte d'Europa emerge in questi anni un forte attaccamento all'identità nazionale e un altrettanto forte rifiuto di un'immigrazione che rifiuta di integrarsi e vuole imporre i propri costumi agli altri, come è dappertutto quella islamica. Questo sentimento è esattamente il contrario all'ideologia dell'Unione Europea, che tende alla denazionalizzazione e all'uniformazione dell'Europa, favorendo l'immigrazione e l'indistinzione delle culture. Questa ideologia del melting pot (senza nemmeno i forti contenuti politici di quello americano, come sostiene anche Galli della Loggia nel suo ultimo libro in dibattito con Giuliano Amato,”Europa perduta?”), è condivisa più o meno da tutti i partiti e gli opinion leaders di sinistra, che ormai si appoggiano anche elettoralmente sugli immigrati.

Per fare solo un esempio, ci sono dati che mostrano come la vittoria elettorale alle presidenziali di due anni fa in Francia di Hollande su Sarkozy è stata determinata dal voto di due milioni di islamici che l'hanno scelto massicciamente (la differenza di voti fra i due candidati era di 1,1 milione: http://www.gatestoneinstitute.org/3064/muslim-voters-europe ). Il che fra l'altro spiega perché la Francia sia nel gruppetto dei paesi più attivamente ostili a Israele e non sia in grado di arrestare la più violenta ondata antisemita che l'Europa abbia conosciuto dopo la caduta del nazismo; o non voglia farlo, perché è antisemitismo islamista.
Dunque il voto degli europei che resistono a queste politiche si orienta sull'offerta politica, spesso nuova, di destra, che combatte l'immigrazione e le politiche dell'Unione Europea. Ogni paese ha il suo movimento che raccoglie questa domanda di rappresentanza e questi movimenti sono assai diversi fra loro: Farange non è Salvini che non è Le Pen che non è Wilders che non è il partito Jobbik eccetera. Molti di questi movimenti, ma non tutti, hanno elementi allarmanti e pericolosi, alcuni sono francamente fascisti. Diversi fra loro sono diventati il primo partito del loro paese, o uno dei primi, tenuti lontani dal potere dall'”union sacrée” della vecchia politica (così per esempio in Francia, Gran Bretagna, Olanda, Austria, Svezia; altrove governano già come in Ungheria; spesso sono finanziati dalla Russia, che piace tanto anche all'estrema sinistra).

Il rischio che il caso svedese evidenzia è che nel giro di pochi anni l'elettorato europeo si trovi a scegliere fra una sinistra ideologica, filoislamica, antisemita, autoritaria e una destra magari con forti componenti fascistoidi. E' un incubo che io non vorrei proprio vedere; ma il caso svedese ne mostra concretamente la dinamica.

Ugo Volli


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