Nell’attesa di verificare i contenuti dei “Quaderni Neri” del filosofo nazista Heidegger (il cui contenuto è stato già ampiamente riassunto nei molti articoli pubblicati fino ad oggi) vorrei segnalare una mia preoccupazione, non tanto rivolta agli allievi/diffusori del suo pensiero – come quel Vattimo, il cui odio per Israele ben si collega con Heidegger –quanto per una specie di giustificazione che mi ha sorpreso: “E’ assurdo respingere la sua opera in blocco, bisogna leggere i suoi scritti in modo non passionale”, più o meno questa la tesi dei giustificazionisti, fra i quali l’italiana Donatella Di Cesare, che è pure vice-presidente della Fondazione intitolata proprio a Heidegger.
Mi chiedo però se questo sia lecito – non voglio usare parole come morale – nei confronti di un intellettuale che ha collaborato con il potere nazista, e con quale influenza ! Penso che le responsabilità degli intellettuali nazisti sia da condannare in modo ancora più definitivo di quelli che hanno commesso i crimini con le proprie mani. L’elenco di questi intellettuali è lungo e conosciuto, nessun perdono ma una condanna senza appello, per loro e chi li giustifica oggi.
Becky Alessi
Ha ragione, la lista è lunga, passano gli anni e nell'Europa pacificata e lontana dalle guerre si perde anche il ricordo di quanti hanno collaborato con il nazi-fascismo. L'Italia è in prima fila, dagli autori delle Leggi Razziali in avanti nessuno è stato chiamato a rispondere degli atti commessi. Gli italiani si sono tranquillizzati con lo slogan "italiani, brava gente", mettendosi a posto con la propria coscienza. Fu dovuto soprattutto all'amnistia voluta la Togliatti quando era Ministro della Giustizia, non certo solo a lui, era interessa di molte Istituzioni poter uscire ripulite dalla macchia fascita.
IC redazione