venerdi 01 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Giornale Rassegna Stampa
30.12.2014 Le donne dell'Isis: schiave, oppure votate all'odio
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 30 dicembre 2014
Pagina: 12
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Votate all'odio, schiave o kapò: è il destino delle donne dell'Isis»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 30/12/2014, a pag. 12, con il titolo "Votate all'odio, schiave o kapò: è il destino delle donne dell'Isis", l'analisi di Fiamma Nirenstein.


Fiamma Nirenstein


Donne condotte al mercato per essere vendute come schiave

«Ho visto per la prima volta i corpi degli infedeli uccisi e ahahah quanto ho riso, quanto piacere...»; «Cameron, Obama, voi e i vostri Paesi sarete sotto ai nostri talloni, il vostro sangue sarà versato dai nostri cuccioli». Su internet le chat delle «sorelle» che sono state reclutate dall'Isis sono luoghi di perversione: una sorta di sfogo alla rovescia della violenza islamista subita nei secoli, dialoghi fra creature terrorizzate trasformatisi in mostri alla ricerca della parità nella crudeltà.

L'Isis fa tre cose per le donne: stupra, uccide, rende schiave quelle che, appartenenti alle schiere nemiche, hanno la sventura di cadere nelle sue mani; irretisce fanciulle in Occidente con i suoi siti e la propaganda diretta nelle moschee, finché acquistano un biglietto per la Turchia e da là passano in Siria. Queste poverette per la maggior parte sono destinate a sposare un guerriero Isis che potrebbe poi prendere altre tre mogli e qualche schiava sessuale, sposarsi è in pratica obbligatorio: così, la moglie produce per lo sconosciuto pasti e bambini. Lo scopo è diventare parte della struttura basilare del nuovo stato islamico in marcia, agli ordini di Abu Bakr Al Baghdadi.

In terzo luogo, l'Isis inquadra le donne in battaglioni da guerra, ma in genere non vanno al fronte: Al Arabya ci ha dato notizia di due battaglioni che reclutano donne fra i 17 e i 25 anni con un salario di circa 150 dollari al mese. I gruppi all'inizio vennero formati per smascherare nemici travestiti da donna per non farsi frugare, ma subito diventarono la polizia «morale» dell'Isis che verifica la condotta delle donne nelle città occupate: una disgraziata con il velo troppo trasparente o, Dio non voglia, con un avambraccio o una caviglia in vista, se la deve vedere con le arpie della Brigata Al Khansaa, stabilita nell'agosto di quest'anno a Raqqa in Siria. A Raqqa hanno bloccato per strada e dato 30 frustate a chi non appariva consono alla Shariah, hanno imprigionano e picchiato le disgraziate.

Sono delle vere kapò preposte alla persecuzione delle donne islamiche che non aderiscono all'Isis. Al Khansaa era una poetessa contemporanea di Maometto che si convertì all'Islam, ma l'ispirazione che la brigata ne trae è fra le meno poetiche. Invece sono poetici i post di invito alle donne a defenzionare dall'Occidente che Isis piazza sul network presentandosi come il sentimentale protettore della famiglia, delle sue immacolate spose, dei bambini. Addirittura per convincere le ragazze a sposare uno di quei magnifici boia con i capelli lunghi e il turbante mezzo disfatto dalla battaglia, dietro la cui schiena sventola sempre, in foto, una bandiera nera, Isis ha creato un'agenzia a Al Bab, vicino ad Aleppo, che organizza viaggi di nozze in autobus per militanti guerrireri e le loro nuove spose: lui e lei, velata fin quasi a soffocare, vengono condotti in autobus fino a Raqqa mentre si intonano canti della rivoluzione.

Solo sabato scorso un ragazzo americano di 19 anni è stato arrestato in Illinois all'aereoporto internazionale di O'Hare con la sorella di 16 anni decisissima a unirsi all'Isis: cercavano di prendere un volo per la Turchia e poi un passaggio per la Siria. Tre settimane fa tre ragazzine di Denver sui 17 anni, fuggite di casa, sono state riprese per miracolo quasi sul volo per Istanbul, le famiglie credevano che fossero a scuola. Invece, fra le oltre 300 donne europee che hanno raggiunto l'Isis, di cui un terzo francesi e un terzo inglesi, ce l'ha fatta Sahra Mehenni, 17 anni, anche lei salutata al treno di Lezignan Corbieres che la doveva portare a scuola. Le sue telefonate, all'inizio piene di parole buone per la famiglia in Francia, si sono rarefatte, sono simili a messaggi di sopravvivenza: mangio, sto bene, non vi preoccupate. Che cosa faccia veramente nessuno lo sa, tutto è possibile e terribile.

Ci sono donne militanti che secondo una interpretazione perversa delle scritture, si sono fatte tenutarie dei bordelli in uso per i guerrieri: migliaia di donne irachene sono diventate schiave sessuali, 3000 sono state strappate al popolo Jazida. L'interpretazione barbarica della fede suggerisce che devono essere usate a piacimento dai militanti. E' agghiacciante che siano le ragazze di provenienza britannica a essere fra le più quotate nel ruolo di capò dei bordelli, una famosissima è Aqsa Mahmud di 20 anni, di Glasgow. Altre tre britanniche sono state identificate. Una londinese ha annunciato la sua ambizione di diventare la prima donna che taglierà le teste di inglesi e americani: il suo blog suona così: «Grande gioia per le esecuzioni dei giornalisti. Allahu Akbar; l'Inghilterra è scioccata, haha, voglio essere la prima donna a uccidere un terrorista inglese o americano». La firma è di Khadijan Dare col nome di Muhajariah fil Sham, immigrata in Siria. Il testo è stato scritto a due giorni dall'uccisione di James Foley.

Per inviare la propria opinione al Giornale, telefonare 02/85661, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


segreteria@ilgiornale.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT