Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 27/12/2014, con il titolo "Siria e Usa, doppio attacco a Isis. Ucciso il 'governatore' di Mosul ", la cronaca di Francesco Semprini.
Francesco Semprini
Attacchi simultanei e concentrici da parte delle forze governative siriane e di quelle della coalizione anti-Isis, infliggono duri colpi alle forze jihadiste, non risparmiando però numerose vittime tra la popolazione civile. Si tratta di attacchi non certo concertati e coordinati, dal momento che tra gli Stati Uniti, che guidano la colazione anti-califfato, e Damasco non c'è nessun genere di intesa. Ma che sono funzionali all'obiettivo di indebolire lo Stato islamico a cavallo tra Iraq e Siria in vista di quella che viene annunciata come la grande offensiva di gennaio.
Gli obbiettivi
L'ultimo obiettivo in ordine di tempo a finire nel mirino dei raid aerei della coalizione è Hassan Jabbur, governatore dello Stato islamico per la provincia di Mosul, da poco designato da Abu Bakr al-Baghdadi. Secondo la polizia irachena, l'uomo - anche noto come Abu Tulut - è rimasto ucciso nel corso dei bombardamenti aerei a Qayyara, una località a sud della più grande città dell'Iraq, dallo scorso giugno sotto il controllo degli jihadisti. Ancora non vi sono conferme ufficiali sul decesso, ma se la notizia dovesse avere riscontri, si tratterebbe del secondo duro colpo inflitto in meno di un mese ai jihadisti di Mosul. Fonti americane avevano annunciato, all'inizio di dicembre, che in seguito a bombardamenti aerei internazionali era stato eliminato il precedente governatore, Radwan Hamduni. Stretto nella morsa dei raid dal cielo, lo Stato islamico deve fare i conti anche con le forze governative di Assad che, attraverso squadriglie di elicotteri, hanno preso di mira le città di Bab e Qabasyn, nelle regioni nord-occidentali e settentrionali di Idlib e Aleppo. Si tratta di zone sotto il controllo del Califfato, ma densamente popolate dalla popolazione civile prese di mira dai barili-bomba sganciati dagli elicotteri. Secondo l'osservatorio siriano per i diritti umani, Ondus, almeno 52 civili, tra cui 7 bambini e 2 donne, sono morti nelle ultime 48 ore ad Aleppo.
Ansia per il pilota rapito
Intanto resta grande l'apprensione in Giordania per Maaz al Kassasbeh, il pilota dall'aviazione militare hascemita catturato dall'Isis a nord di Raqqa. Il suo velivolo è precipitato subito dopo aver bombardato una fabbrica nelle vicinanze della capitale proclamata del califfato, nell'ambito una operazione aerea condotta dalle forze della Coalizione anti-Isis. Smentita la notizia secondo cui il caccia giordano sarebbe stato abbattuto da un missile partito dalle batterie balistiche dello Stato islamico. Sembra che a farlo precipitare sia stato un guasto tecnico. Le immagini del pilota nelle mani dei jihadisti hanno fatto il giro del mondo suscitando molta preoccupazione. Accorati gli appelli della famiglia del pilota: «E un devoto musulmano, nelle sue missioni aveva il Corano sempre con sé». Anche il re Abdallah II sta «seguendo da vicino e con grande attenzione» tutta la vicenda, augurandosi che il concittadino possa presto tornare dai suoi cari sani e salvo.
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