Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 22/12/2014, a pag. 12, con il titolo "I peshmerga sbaragliano l'Isis sul monte Sinjar, migliaia di civili in salvo", la cronaca di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
Un gruppo di peshmerga curdi
L’operazione più spettacolare è stata la presa della base di Tal Afar da parte dei corpi speciali iracheni, appena riaddestrati dagli americani. La Golden Brigade è scesa direttamente dal cielo sugli aerei da trasporto, dopo che i cacciabombardieri della coalizione anti-Isis e le avanguardie dei guerriglieri curdi peshmerga avevano distrutto le postazioni di difesa degli islamisti, e dalla pista di atterraggio si è impadronita della roccaforte circondata da trappole esplosive.
Tal Afar, conquistata dagli jihadisti fra giugno e agosto dopo furibondi attacchi kamikaze, è un nodo strategico per due mete decisive nella guerra all’Isis in Iraq: il monte Sinjar verso Ovest, Mosul verso Est. E l’offensiva che hanno scatenato i peshmerga nei giorni scorsi è il preludio per quella di gennaio che dovrebbe portare alla riconquista della città.
In attesa di Mosul, che è curda solo in parte, i peshmerga spingono verso Sinjar, il capoluogo dell’omonima zona montuosa, dove da tre mesi sono intrappolati i loro fratelli yazidi, tremila combattenti e settemila civili. Il corridoio per l’evacuazione e l’invio di vivere è stato aperto venerdì, ieri i guerriglieri hanno conquistato i sobborghi della città. Si combatte casa per casa, come a Kobani, in Siria, altro simbolo dello scontro fra curdi e islamisti.
L’offensiva sul monte Sinjar, con ottomila uomini appoggiati dai raid alleati e dalle forze speciali irachene è la prima vera riconquista di territorio in mano all’Isis da agosto, quando sono cominciati i raid aerei alleati. I curdi sostengono di aver ucciso 300 islamisti, che da agosto, solo nei raid e a Kobani ne avrebbero perso 1400. E cominciano ad affiorare le fosse comuni dove gli islamisti hanno sepolto sotto poche dita di terra i civili eliminati senza pietà. Almeno 70 corpi sono riemersi.
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