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Riprendiamo dal BOLLETTINO della Comunità ebraica di Milano di dicembre 2014, a pag. 10, con il titolo "Lo chiediamo a Lady Pesc: nelle relazioni con gli Stati non contano più i valori etici?", il commento di Angelo Pezzana.
Sono state accolte da un generale silenzio le affermazioni di Hassan Nasrallah, il nerovestito leader degli Hezbollah libanesi, durante un comizio ai primi dello scorso mese a Beirut, diffuso via video a decine di migliaia di sostenitori. Eppure il loro contenuto era di una estrema gravità. In caso di guerra con Israele, ha detto - ipotesi più che reale nelle intenzioni del vero uomo forte libanese – i missili di Hezbollah possono raggiungere qualsiasi punto del territorio israeliano, dall’aeroporto Ben Gurion al porto di Haifa. Il confine con Israele, ha aggiunto Nasrallah - che chiama lo Stato ebraico “Palestina occupata” - è oggetto di continua attenzione da parte di Hezbollah, le cui milizie hanno ferito di recente due soldati israeliani. Ma ha anche ricordato che è dovere di ogni musulmano difendere la moschea di al-Aqsa sul Monte del Tempio a Gerusalemme che, secondo lui, è sotto attacco da parte dei "sionisti".
L’attenzione dei nostri media continua invece ad avere, con rare eccezioni, due soli obiettivi: Che gli affari abbiano da sempre guidato la politica non è una novità, ma che in un tempo nel quale si credeva che la democrazia fosse un valore irrinunciabile per definire uno Stato moderno, che la difesa dei diritti umani e civili fosse un obbligo morale da non poter essere accantonato nei rapporti fra gli Stati, ci chiediamo, preoccupati, perché queste regole stiano venendo sovvertite, da ex ministri degli esteri, da ex ambasciatori e, ahimè, dalla nostra ex ministra alla Farnesina e ora capo della diplomazia europea. Per inviare la propria opinione al Bollettino della Comunità ebraica di Milano, cliccare sulla e-mail sottostante bollettino@tin.it |
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