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La Repubblica Rassegna Stampa
16.12.2014 Giulietto Chiesa: non trasformate in martire un amico del terrorismo
Cronaca di Nicola Lombardozzi

Testata: La Repubblica
Data: 16 dicembre 2014
Pagina: 19
Autore: Nicola Lombardozzi
Titolo: «Arrestato in Estonia Giulietto Chiesa, la protesta dell'Italia»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 16/12/2014, a pag. 19, con il titolo "Arrestato in Estonia Giulietto Chiesa, la protesta dell'Italia", la cronaca di Nicola Lombardozzi; seguono alcuni giudizi su altri articoli di oggi che riportano la notizia.

Nessun giornalista va inquisito per le proprie idee, nemmeno quando si schiera su posizioni aberranti come fece Giulietto Chiesa quando, dopo l'attacco del terrorismo islamico alle Torri gemelle, dichiarò che erano il Mossad e la Cia i colpevoli della strage.
Soltanto lui e Gianni Vattimo arrivarono a sostenere una simile idiozia. Ma non per questo gli idioti devono andare in galera, basta non dimenticare che lo sono.
Ciò detto, Chiesa non è stato arrestato, ma fermato in quanto amico di Putin, evidentemente per dichiararlo persona non grata alle autorità di Tallinn e espulso.
Quello che indigna in questa modesta vicenda è l'eco che ha avuto sui giornali italiani. Su un personaggio scomparso da tempo dalle cronache per le teorie cospirazioniste, appunto, sostenute dopo l'11 settembre.
Adesso risorge e trova dalla sua articoli compiacenti, una ricostruzione del suo passato ripulita dall'infamia del 2001 e viene riproposto ai lettori come un cronista al quale viene impedito di svolgerre il proprio lavoro. Niente di più falso.

Pubblichiamo una cronaca della vicenda e, a seguire, una rassegna di quotidiani con un breve commento.


Giulietto Chiesa

LA REPUBBLICA - Nicola Lombardozzi: "Arrestato in Estonia Giulietto Chiesa, la protesta dell'Italia"


Vladimir Putin

Arrestato in perfetto stile sovietico proprio in un Paese dell’Unione europea tra i più schierati contro i metodi della Russia di ieri e di oggi. Giulietto Chiesa, 74 anni, nota firma del giornalismo italiano ed ex eurodeputato, è stato prelevato ieri sera nella sua camera d’albergo nel centro della capitale estone Tallin da una pattuglia di agenti dello speciale servizio di sicurezza del Ministero degli Interni, meglio conosciuto con l’inquietante acronimo di Kapo. Nessuna spiegazione: «Prepari la sua valigia e venga con noi». Chiesa ha potuto solo scambiare due parole al telefono con la moglie (Fiammetta Cucurnia, giornalista di Repubblica) prima di essere rinchiuso in una cella di un commissariato di periferia: «Mi stanno arrestando ma nessuno mi spiega perché». Un agente avrebbe poi fatto capire che a carico di Chiesa ci sarebbe un decreto di espulsione da eseguire entro 48 ore. E infatti nella notte è stato poi rilasciato. Quanto basta per aprire una vera propria crisi diplomatica tra Italia ed Estonia con la convocazione alla Farnesina dell’ambasciatrice estone a Roma, Celia Kuningas. Nel conseguente comunicato del segretario generale Michele Valensise si usano i termini diplomatici di «sorpresa e preoccupazione» ma i toni dell’incontro sarebbero stati ben più duri. E duri sono stati quelli dei socialisti all’Europarlamento («palese violazione dei diritti civili»), mentre dagli uffici dell’Alto commissario Ue Federica Mogherini si fa sapere di aver intrapreso «un’azione incisiva».

Quello che appare inconcepibile è che fino a notte inoltrata nessuno aveva ancora comunicato la motivazione dell’arresto. La motivazione, se c’è, è difficile da rendere pubblica senza un grave imbarazzo per il governo estone. Giulietto Chiesa avrebbe dovuto infatti partecipare da ospite d’onore a una conferenza sul tema “La Russia è nemica dell’Europa?” organizzata dal centro culturale Impressum, gestito da Igor Teterin, esponente della minoranza russa in Estonia. L’arresto ha di fatto cancellato un appuntamento nel quale sarebbero stati affrontati temi non graditi al governo locale. La posizione di Giulietto Chiesa sulla crisi ucraina è ben nota. Veterano dei corrispondenti a Mosca fino ai tempi di Putin, Chiesa ha sempre sostenuto che molte informazioni sulla crisi sono frutto di una manipolazione propagandistica anti-russa. E ha più volte raccontato, spesso anche con prove dettagliate, delle pressioni americane, polacche e delle repubbliche baltiche per strappare l’Ucraina alla storica area di influenza di Mosca. Comprensibile che queste considerazioni siano sgradite a Tallin. Molto meno che in un Paese europeo si arresti un giornalista per impedirgli di esprimere il suo pensiero.
Per far uscire Chiesa dalla cella e fargli dare almeno qualcosa da mangiare c’è voluto l’intervento a muso duro del nostro ambasciatore a Tallin, Marco Clemente. Che ha avviato una trattativa per ottenere la liberazione del giornalista poi avvenuta nella notte.
La notizia è riportata anche dalla STAMPA, a pag. 19, con un articolo di Monica Perosino; dal CORRIERE della SERA, a pag. 22; da LIBERO, a pag. 6; dal MANIFESTO, a pag. 9, con un articolo di Fabrizio Poggi.
In nessuno dei pezzi viene fatto cenno a chi sia davvero Giulietto Chiesa, e in particolare alle sopracitate intollerabili affermazioni da lui espresse all'indomani dell'11 settembre 2001.
L'unica preoccupazione di queste cronache è di denunciare il fermo dell'ex eurodeputato di estrema sinistra.
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