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Ugo Volli
Cartoline
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Sono io che sono ebreo o sono loro che sono antisemiti? 15/12/2014
 Sono io che sono ebreo o sono loro che sono antisemiti?
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli


In Europa manifestanti contro Israele bruciano bandiere. Sono solo anti-sionisti?

Cari amici,
 
qualche volta, lo confesso, mi rileggo e mi preoccupo. Non sarai un po' paranoico, come si dice adesso, a continuare a dire che tutti ce l'hanno con voi? Non sarai troppo irascibile a prendertela così personalmente con episodi che in fondo ti sfiorano solo marginalmente? Non sarai settario a criticare così duramente i romanzieri israeliani che sono grandi scrittori, Obama che ha quella faccia così intensa, la Mogherini e gli altri politici di sinistra che in fondo vogliono solo pace e bene per tutti?
 
Poi mi capita di leggere su Internet che un giovane arabo ha spruzzato dell'acido su una famiglia israeliana, compresi tre bambini (http://www.unita.it/notizie-flash/cisgiordania-acido-contro-civili-israeliani-feriti-3-bambini-1.593811), che aveva il solo torto di stare su una macchina ferma al semaforo con i finestrini aperti - e nessuno ha fatto un centesimo del rumore che è nato intorno alla morte per infarto di un avanzo di galera, condannato per aver ammazzato due bambini con una bomba, rilasciato in uno dei numerosi scambi che Israele subisce, forte fumatore, già pluri-infartuato, che aveva avuto la brillante idea di andare a cercare di sfondare un cordone militare che impediva a una manifestazione di cercare di irrompere in un villaggio israeliano, insultando i soldati, facendo a spintonate e inalando i gas lacrimogeni che la polizia usa in tutto il mondo per controllare i tumulti - e mi viene da pensare che non tutti i morti sono uguali, che pesa di più l'avanzo di galera palestinista che i rabbini ebrei ammazzati mentre pregavano da un giovane collega dell'avanzo di galera. Nessuno comunque che dica che l'arabo che attacca degli ebrei solo in quanto ebrei è un razzista perfettamente uguale ai nazisti che credevano anche loro di difendere la loro terra dall'invasione degli ebrei - si tratta di “resistenza” o al massimo di un “episodio di un ciclo di violenza”, qualunque cosa sia questo ciclo: se rileggete oggi i commenti alla strage di un mese fa alla sinagoga di Gerusalemme, trovate molte più condanne preventive per la possibile rappresaglia israeliana che non c'è stata, piuttosto che deplorazione degli assassini.
 
Poi leggo da un'altra parte che qualche persona di buona volontà ha tirato fuori un kalashnikov e ha sparato contro l'ambasciata israeliana ad Atene (http://antisemitism-europe.blogspot.it/2014/12/greece-attack-on-israeli-embassy.html), e mi viene in mente che solo le pacifiche istituzioni ebraiche - scuole, case di riposo, musei, ospedali, luoghi di preghiera e sì anche i consolati e le ambasciate israeliane sono presidiati dalla polizia. Non certo i luoghi di preghiera, le associazioni culturali, i mercati musulmani.
E ancora, leggo che il comitato ufficiale irlandese per la Giornata della Memoria ha proibito che durante la celebrazione ufficiale fosse mai nominata Israele (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/188633), come del resto era successo informalmente già l'anno scorso. Già, quell'Irlanda che ha appena votato per il riconoscimento del libero stato di Bananas (pardon Palestina). E mi è venuto in mente allora che la non rimpianta baronessa Ashton - cui la povera Mogherini, che figura esserle succeduta come rappresentante della politica estera europea, ma ha dovuto cederle il solo dossier importante in cui il suo dicastero ha voce in capitolo, cioè le trattative con l'Iran a proposito del suo progetto di armamento nucleare - insomma la baronessa ex rappresentante e ancora un po' dell'Europa, ma a quel tempo titolare del ruolo, riuscì l'anno scorso a realizzare la notevole performance di scrivere un messaggio per la giornata della memoria in cui non compariva neanche una volta la parola ebreo (http://www.algemeiner.com/2014/01/27/eu-diplomatic-chief-catherine-ashtons-official-statement-on-holocaust-memorial-day-doesnt-mention-jews/). E già che ci siamo, come ignorare il fatto che un paio di mesi fa un gruppo norvegese “antirazzista” chiamato “New SOS Racisme” pretese ufficialmente di bandire gli ebrei dalla celebrazione del ricordo della Kristallnacht, la giornata di distruzione dei beni e dei luoghi dell'ebraismo tedesco in cui sarebbe giusto datare l'inizio della Shoah (http://www.theblaze.com/stories/2014/11/10/anti-racist-group-moves-to-exclude-jews-from-kristallnacht-commemoration/) e dato che con tutta la buona volontà il governo norvegese non ce la fece a soddisfarli, fece una campagna per boicottare la celebrazione (http://pamelageller.com/2014/11/norway-anti-racism-activists-boycott-holocaust-ceremony-as-jews-were-invited.html/). Capite, il ricordo dei nostri morti, del nostro genocidio... da cui i figli e i nipoti degli assassini o dei loro complici pretendono di escludere i figli e i nipoti delle vittime...
 

Antijudaism, di David Niremberg
E mi vengono in mente le citazioni che ho letto di recente in un libro (“Antijudaism” di David Nirenberg) in cui le menti più brillanti d'Europa da Lutero a Kant spiegavano che gli ebrei erano ladri perché non avevano un paese loro (e dunque tutto quel che possedevano era stato rubato alle popolazioni che li, diciamo così, ospitavano) mentre oggi non faccio che leggere che gli ebrei sono ladri perché hanno costruito un paese loro (e dunque l'hanno rubato ai poveri arabi che l'avevano invaso e occupato nel frattempo). E dunque, dicevano gli intellettuali europei, in particolare in questa citazione Fichte, non era possibile integrare gli ebrei se non decapitandoli tutti e cambiando loro la testa. E dunque, dicono gli iraniani e anche parecchi prelati progressisti di diverse confessioni cristiane che farebbero meglio a guardare che fine stanno facendo le loro pecorelle sotto il dominio islamico, ma preferiscono prendersela con l'unico paese che non minaccia la loro vita, Israele è una realtà estranea alla regione, una malattia, un cancro, che può essere curato solo cancellando Israele dalla carta geografica, con la conseguenza che si realizzerebbero anche le decapitazioni desiderate da Fichte o piuttosto i roghi di ebrei profetizzati da Lutero e religiosamente realizzati da Hitler.
 
E allora mi dico, no, non sono paranoico. Queste cose succedono continuamente, ogni giorno ne porta una. E non sono io che sono affetto da mania di persecuzione perché sono ebreo, sono loro che ci perseguitano (di nuovo) perché sono antisemiti.
 

Ugo Volli

http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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