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La7 e l'islam 15/12/2014

 Consideriamo la gestione editoriale globale di La7. In appositi contenitori giovanilistici come quello diretto dall'ex giovane collaboratrice di Santoro si vuole accreditare come un normale capo d'abbigliamento l'uso del velo islamico negli studi televisivi.
Pochi giorni fa infatti una ragazza islamica partecipava al dibattito indossando il velo., che  non considero  un normale capo d'abbigliamento, frutto di una scelta personale estetica o che concerne particolari categorie di religiose come per esempio le suore, ma un obbligo religioso per tutte le donne , che attiene alle virtù morali della donna che lo deve indossare e che rimarca una differenza di genere.
Ancor peggio è accaduto qualche settimana fa nella trasmissione di Formigli incentrata sulla tesi che affermava la "moderazione" degli islamici in italia.
Ebbene la giornalista de La7 che intervistava degli islamici in una loro sede indossava anche lei il velo, evidentemente per una questione di rispetto della loro sensibilità di "moderati".
In studio nessuno notava la cosa, nemmeno  l'illustre esperto di comunicazione Freccero, che si è lanciato invece in una filippica contro il rinascente " fascismo" in Europa, di stampo razzista contro gli immigrati extracomunitari.

 Andrea Cafarelli

La sua descrizione su come La7 affronta il tema della presenza islamica in Italia è è totalmente condivisibile. Un appiattimento che assomiglia troppo a una richiesta di scuse, peraltro nemmeno richiesta. E' il senso di colpa occidentale, nella convinzione che è sufficiente adeguarsi - anche in nel campo dell'abbigliamento - per dimostrare la riconquista di una perduta innocenza. Il risultato è ovviamente disastroso, danneggia le democrazie occidentali e non aiuta nemmeno chi vive all'ombra di un oscurantismo millenario.

IC redazione 


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