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Israele: ecco tutti i primi sondaggi elettorali Analisi di Manfred Gerstenfeld (Traduzione di Angelo Pezzana)
Il 2 dicembre scorso il Primo Ministro Benyamin Netanyahu ha licenziato il Ministro delle Finanze Yair Lapid, leader del partito Yesh Atid (C’è un Futuro) e il Ministro della Giustizia Tzipi Livni, leader di Hatnuah (Il Movimento).
Netanyahu ha attaccato Livni, che aveva criticato la propria estromissione, ricordando che lo scorso maggio, contro la decisione del consiglio dei ministri, aveva incontrato il Presidente Abu Mazen. E’ iniziata immediatamente la campagna elettorale. Lapid ha subito dichiarato che Netanyahu è scollegato dal Paese, non sa più quel che vogliono gli israeliani. “ Vivi da troppo tempo in un acquario” – ha detto – “non sai più quel che preoccupa la gente “. Yuval Steinitz, Likud e Ministro delle Relazioni Internazionali –solitamente molto educato- ha detto a Lapid di ritornare a fare il giornalista televisivo, invece di danneggiare la situazione socio-economica del Paese. Steinitz, che era già stato Ministro delle Finanze, ha poi aggiunto “ Questo succede quando a guidare l’economia ci va un ragazzo che sa solo badare alla propria immagine”.
Anche queste elezioni –come le precedenti – saranno caratterizzate da frequenti sondaggi. Ne sono già usciti due sui canali 2 e 10 il giorno dell’annuncio delle prossime elezioni. In genere i risultati si differenziano tra loro, ma questa volta, a sorpresa, coincidono. L’unico a differenziarsi è stato il quotidiano in ebraico Israel Hayom, che ha previsto un buon risultato per il partito di Kahlon Kulanu. Nei due sondaggi iniziali, il Likud è risultato il maggior partito con 22 seggi, seguito dal partito della destra moderna-ortodossa “Casa Ebraica” (Habayt Hayehudi), guidato dal Ministro dell’Economia Naftali Bennett, con 17 seggi in entrambi i sondaggi, al Partito Laburista ne vanno 13. Il Partito “Israele è la nostra casa” (Israel Beitenu), guidato da Avigdor Lieberman ne guadagnerebbe 10 secondo il Canale 2, 12 secondo il Canale 10. Il nuovo partito, fondato dal Ministro delle Comunicazioni Moshe Kahlon, 10 oppure 12 secondo i due canali Tv. Il grande perdente, secondo tutti i sondaggi, sarebbe Yesh Atid di Yair Lapid, che da19 seggi scenderebbe a 9. Dei partiti religiosi, “United Torah Judaism” avrebbe 8 seggi, mentre “Shas”, guidato dal carismatico Rabbino Ovadia Yosef sino alla sua morte nel 2013, scenderebbe da 12 a 9 o 7 a seconda dei sondaggi. Ma rispetto alle precedenti elezioni la soglia di sbarramento è salita nel maggio 2014 al 3.25%. Come sempre, nelle fasi preliminari della campagna, viene dato molto spazio a candidati al di fuori del mondo politico. Si discute però del divario che separerà sinistra e destra. Un sondaggio a cura del quotidiano in inglese The Jerusalem Post e di quello in ebraico Maariv – della stessa catena – hanno segnalato un forte calo di popolarità del Primo Ministro Netanyahu. Il 64 degli intervistati ha detto che la situazione socio-economica è peggiorata con questo governo dimissionario e il 58% che è peggiorata la sicurezza. In conclusione, una forte campagna elettorale che durerà più di tre mesi. .
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