giovedi` 26 dicembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Giornale - La Repubblica Rassegna Stampa
13.12.2014 Attacco con l'acido: attentato terroristico vicino a Betlemme
Cronaca di Fiamma Nirenstein, a Fabio Scuto consigliamo un ripasso di storia

Testata:Il Giornale - La Repubblica
Autore: Fiamma Nirenstein - Fabio Scuto
Titolo: «In Israele primo attentato con l'acido - Attacco con l'acido, feriti sei israeliani»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, a pag. 14, con il titolo "In Israele primo attentato con l'acido", la cronaca di Fiamma Nirenstein; dalla REPUBBLICA, a pag. 21, con il titolo "Attacco con l'acido, feriti sei israeliani", la cronaca di Fabio Scuto.


L'attentato di ieri in Israele: questa volta il terrorista palestinese ha usato l'acido

IL GIORNALE - Fiamma Nirenstein: "In Israele primo attentato con l'acido"


Fiamma Nirenstein

Ecco una nuova idea per l'Isis e gli altri terroristi: attaccare con l'acido. La Strada delle Gallerie che costeggia Betlemme e connette Gerusalemme ai villaggi circostanti nei Territori e dentro la Linea Verde, ieri è stata testimone del primo attacco chimico. E accaduto verso l'una del pomeriggio. Un'altra ispirazione rabbiosa dopo che in 11 attacchi dal 27 ottobre, quando furono travolte alla fermata del tram una neonata e una ragazza, sono stati trucidati 24 passanti.

Ieri un terrorista palestinese ha gettato acido su sette israeliani, fra cui una madre con le sue tre figlie e una delle nipotine. Altri due passanti sono stati feriti. Il militante della Jihad Islamica, Amal Shahama del villaggio di Nahalin, vicino a Betlemme, ha proseguito la caccia con un cacciavite finchè l'ha fermato un colpo di pistola alle gambe. La Strada delle Gallerie è una via di grande traffico, sia per i palestinesi che vanno a Husan come a Hebron, sia per gli ebrei che abitano nel Gush Etzion ma anche fuori dei Territori. Il terrorista è riuscito a gettare l'acido dentro un'auto.

L'odio palestinese compie attentati ogni giorno spesso col plauso dell'Autorità Palestinese, ma questo non deterre i Parlamenti europei dal chiedere l'istituzione dello Stato Palestinese e ad ogni attacco terroristico si biasima non la campagna d'odio, ma la vittima, Israele, che secondo la lettura politically correct «esaspera» i palestinesi. Un po' come noi esasperiamo l'Isis, che ci tagliano la testa perché Obama li bombarda. Stavolta le colpe di Israele sono legate alla morte del ministro palestinese Abu Ein durante una manifestazione. Tutto il mondo sostiene che un politico palestinese è stato vilmente assassinato. Il ministro si era rifugiato in America dopo aver compiuto un attacco terroristico che uccise due sedicenni nel '79, era stato poi estradato e condannato all'ergastolo, e nell'85 fu liberato nel famoso «scambio Jibril».

Patologi israeliani e palestinesi differiscono sulle cause della morte: per i palestinesi il trauma dello scontro fisico con la polizia è stato decisivo, ma gli israeliani hanno verificato una gravissima situazione cardiaca e delle coronarie, bloccate da tempo per l'80 per cento. Il corrispondente di SkyNews ha testimoniato che un infermiere israeliano ha cercato di salvarlo ma è stato bloccato. Ci sono ragioni per non gettarsi in una campagna d'odio come quella che definisce l'episodio «un crudele assassinio» minacciando il blocco della collaborazione di sicurezza. Ma anzi, l'attacco terroristico di ieri ha un suo corrispettivo internazionale nelle fucilate sparate da quattro motociclisti contro l'ambasciata d'Israele a Atene. Le accuse contro lo Stato ebraico, dalle tv arabe al Parlamento irlandese all'Onu, ottengono l'effetto desiderato.

 LA REPUBBLICA - Fabio Scuto: "Attacco con l'acido, feriti sei israeliani"

L'articolo di Fabio Scuto cerca di sminuire le responsabilità palestinesi di fronte all'attentato di ieri, pur offrendo un resoconto di quanto accaduto. Il tono, tuttavia, è come al solito ostile a Israele. Notiamo in poarticolare:
1) I Territori (il West Bank) sono da Scuto definiti "occupati", mentre sono "contesi". Non appartenevano a nessuno Stato palestinese, prima del 1967, per il semplice motivo che uno Stato del genere non è mai esistito - e non se ne è neppure mai sentito parlare fino a quando non è diventata un'arma da utilizzare contro Israele. Il West Bank è amministrato in gran parte dall'Anp, in parte è controllato da Israele e in parte da un'amministrazione congiunta.
2) Scuto parla dell' "ennesimo sequestro di terre" da parte dei "coloni israeliani", proponendo ancora una volta la falsa idea di una Israele che ruberebbe le terre agli arabi palestinesi.
3) Consigliamo a Fabio Scuto un buon ripasso di storia. Il leader dei laburisti si chiama Ytzhak Herzog, non Haim Herzog come lui scrive. Haim Herzog, morto nel 1997, è stato il Presidente di Israele tra 1983 e 1993.


Fabio Scuto


Haim Herzog (a sinistra), Ytzhak Herzog (a destra): consigliamo un ripasso a Fabio Scuto, ancora una volta poco affidabile e fazioso

Il "lupo solitario" ha aspettato le sue vittime all'incrocio di Al Hader, dove si incontrano la strada che viene dalla colonia di Gush Etzion e quella che porta verso Betlemme, a sud di Gerusalemme. Appostato vicino a uno dei tanti autostoppisti israeliani del venerdì - prima che scatti lo shabbat - in cerca di un passaggio. Non appena un'auto con una famiglia israeliana a bordo, con tre ragazze sedute dietro, ha aperto una delle portiere per far salire l'autostoppista, il "lupo solitario" ha estratto una bottiglia di acido gettandola nell'abitacolo. Poi menando fendenti con un cacciavite ha cercato di farsi largo tra coloro che cercavano di bloccarlo. Una fuga breve, uno dei tanti civili israeliani che si sono armati in queste settimane, ha estratto la pistola e lo ha ferito alle gambe. Immediato l'arrivo dei soldati israeliani dal vicino check-point che controlla gli ingressi e le uscite verso Betlemme e Hebron, che hanno prestato i primi soccorsi mentre arrivavano numerose auto della polizia. Sei i feriti: un giovane 27enne, un 50enne, una donna di 52 anni e le tre ragazze di 11, 12 e 18 anni.

L'attentatore, abitante in un villaggio della zona, era già noto alle autorità israeliane come membro della Jihad islamica palestinese. Jamal Abdel Majid Ghayatha, di 45 anni, era stato incarcerato in Israele tra il 2004 e il 2007 per attività legate al movimento islamista. Ma anche questo gesto appare come un "atto di terrorismo" individuale, simile a quelli che negli ultimi due mesi hanno insanguinato Gerusalemme con 11 vittime israeliane, investite alle fermate del tram e trucidate in una sinagoga.

Una spirale di violenza iniziata questa estate con il rapimento e la morte di tre studenti di una scuola religiosa ebraica e del ragazzino palestinese bruciato vivo per vendetta, proseguita con la guerra della scorsa estate a Gaza, e alimentata poi dalla tensione creata attorno alla Spianata delle Moschee. C'è una violenza continua nei quartieri arabi di Gerusalemme, è un "conflitto di bassa intensità". Ma è pronto a diventare un vasto incendio, anche nella Cisgiordania occupata, dove lo stato di allerta dell'Idf è stato portato al massimo livello dopo la morte - sotto gli occhi delle telecamere - del ministro palestinese Ziad Abu Eid durante una protesta contro l'ennesimo sequestro di terre palestinesi per allargare un vicino insediamento colonico, peraltro giudicato "illegale" dallo stesso governo israeliano.

La morte di Abu Eid, su cui la comunità internazionale chiede una rapida inchiesta, ha provocato una dura reazione della Muqata. Abu Mazen ha aggiornato la riunione dello stato maggiore dell'Anp. Una parte della dirigenza palestinese vuole la chiusura di tutti i rapporti di sicurezza con Israele, il presidente aspetta. Vuol prima vedere l'esito dell'incontro di lunedì a Roma fra Netanyahu e il capo della diplomazia Usa John Kerry. I palestinesi sono convinti di far mettere ai voti la risoluzione per la Palestina all'Onu prima di Natale. Questo "showdown" arriva in un momento molto delicato per Israele, a meno di cento giorni dalle elezioni che potrebbero cambiare - e di molto - la scena politica israeliana specie se, come predicono i sondaggi, il ticket di centro-sinistra Haim Herzog [sic!, NdR] e Tzipi Livni avrà successo contro il premier uscente Netanyahu.

Per inviare la propria opinione al Giornale e a Repubblica, telefonare:
Il Giornale 02/85661
La Repubblica 06/49821
Oppure cliccare sulle e-mail sottostanti


segreteria@ilgiornale.it
rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT