Riprendiamo dalla STAMPA - TORINO di oggi, 11/12/2014, a pag. 47, con il titolo "Torino aiuta Betlemme", la cronaca di Alessandro Mondo.
Torino fa scuola nell'utilizzo di preziose risorse per scopi di cui non riusciamo a capire l'utilità, considerando che è la città che ha scelto l'imposizione delle tasse locali più alte d'Italia.
Perché Comune e Provincia di Torino e il Coordinamento dei Comuni per la Pace, prima di dare il la al progetto, non richiedono all'Anp- che riceve già di suo, miliardi di dollari di aiuti internazionali- di esprimersi su questioni come il riconoscimento di Israele quale stato degli ebrei, l'antisemitismo, la propaganda degli organi dell'Anp, le violazioni dei diritti umani quotidianamente perpetrate a Gaza e in West Bank?
La chiesa della Natività a Betlemme
Ecco il breve articolo:
Alessandro Mondo
Cantieri a Betlemme, dove il Natale è più Natale che altrove, sulla base di un progetto che Smat ha presentato a maggio al Bethlehem Peace Center. Ora si parte. Obiettivo: dotare la cittadina e i due centri confinanti, Beit Jala e Beit Sahour, di un moderno impianto di telecontrollo del sistema idrico. Come? Sfruttando le competenze «made in Torino». Operazione da 900 mila euro, che vede come capofila Palazzo civico e, come partner, la Provincia di Torino e il Coordinamento dei Comuni per la Pace. La rete attuale serve 200 mila persone, fra cui un paio di campi profughi, più i pellegrini in visita alla grotta della Natività e agli altri luoghi sacri di Betlemme: indispensabile ammodernarla. Bisogna progettare il nuovo sistema, installare le apparecchiature, addestrare il personale palestinese incaricato di gestire il telecontrollo delle reti idriche. Non ultimo: assicurare la ripartizione dell’acqua, doppiamente preziosa data la sua scarsità, e assicurare il controllo del sistema fognario. Torino fa scuola.
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