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Obama: in politica estera non ne ha fatta una giusta neanche per sbaglio 09/12/2014

L'articolo di Volli coglie un punto fondamentale delle relazioni israelo-americane di oggi. L'atteggiamento dell'Amministrazione Obama rappresenta un salto di qualità rispetto a tutta la precedente tradizione di relazioni tra i due paesi, anche quando al governo degli Stati Uniti v'era nel passato un'Amministrazione critica nei confronti di Israele. Obama è cieco di fronte alla situazione complessiva del Medio Oriente, dove le politiche anti-israeliane dei paesi arabi sono state sostituite da un movimento generale islamista antisemita, inizialmente veicolato dall'Iran ma che oggi ha una sua vita propria. La carneficina tra sciiti e sunniti non deve ingannare: potrebbe essere un primo passo verso un'egemonia di una delle due fazioni rivolta infine verso lo scopo della distruzione di Israele, punta avanzata del mondo degli infedeli nel Medio Oriente. Obama è un pericolo molto grave per Israele. Le sue posizioni influenzano da vicino quelle degli europei, ormai vaccinati contro l'antisemitismo, nel senso che il termine "antisemitismo" è per essi un vocabolo "normale", perfettamente accolto nel vocabolario politico attuale. Essere antisemiti non è più un marchio d'infamia, ma una posizione politica e morale del tutto legittima, perché esprime "semplicemente" una forte critica contro Israele. Che poi questa posizione trascini con sé tutti i vergognosi comportamenti del passato contro gli ebrei, ciò sembra del tutto conseguente: se la sono voluta gli israeliani (o gli ebrei): peggio per loro!

Antonio Donno

L'amministrazione Obama, in relazione al Medio Oriente, ha sbagliato tutto o quasi. Tre anni or sono si è schierata acriticamente a favore delle cosiddette Primavere arabe. Ha continuato ad appoggiare quei movimenti anche quando ormai era evidente che si erano trasformate, o erano state fagocitate, in grigi autunni islamisti, come quello egiziano dei Fratelli musulmani.
Come se non bastasse, gli Usa di Obama procedono alla cieca sia contro il terrorismo islamico internazionale, sia contro la minaccia dell'Isis.
E, dulcis in fundo, si stanno sempre più avvicinando all'Iran, con le conseguenze che sono facilmente immaginabili non solo per Israele, ma anche per la pace e l'equilibri di una vastissima regione.

IC redazione


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