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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Oz, Grossman, Yehoshua: adesso basta, candidatevi per fare politica 08/12/2014
Oz, Grossman, Yehoshua: adesso basta, candidatevi per fare politica
Commento di Angelo Pezzana


Amos Oz, David Grossman, Avraham B. Yehoshua

L’opinione -solitamente critica- degli intellettuali ai propri governi è il sale di ogni democrazia. I paesi dove non possono far sentire la loro voce sono dittature o regimi autoritari, tanto per non fare nomi, tutti -ma proprio tutti- gli stati arabo/musulmani.

Questa considerazione dovrebbe essere presente a quegli intellettuali che, in Israele, continuano a dettare al governo – tutti i governi – quale deve essere la politica da seguire per porre fine al conflitto con i palestinesi. Ma in nessuna democrazia, cioè in un Paese dove il governo è legittimato da libere elezioni, dove chiunque può fondare un partito per esprimere la propria volontà politica e quindi richiedere il consenso degli elettori, l’agenda del governo può essere dettata dagli intellettuali, per quanto famosi possano essere.

In questo caso Israele è un’eccezione. In nessun paese occidentale esiste un impegno politico degli intellettuali così invasivo. Oggi, guidati dalla Trimurti Grossman/Oz/Yehoshua, circa 800 intellettuali hanno firmato un appello indirizzato all’Unione Europea affinchè riconosca l’esistenza di uno Stato che non esiste, la Palestina. Sono quegli stessi intellettuali che spinsero il governo Rabin a firmare gli accordi di Oslo nel 1993, in base ai quali la risoluzione del conflitto sarebbe dovuta avvenire soltanto dopo i colloqui fra le parti, senza intromissioni esterne. Ricordiamo tutti come è andata a finire, prima Arafat, poi i successori, nessuna concessione israeliana era mai sufficiente per firmare la pace, nemmeno Gerusalemme Est capitale, nemmeno il 97% della Cisgiordania/Giudea,Samaria.

Agli israeliani fu chiaro che l’unica condizione per avere la benedizione palestinese era la scomparsa del loro Stato, sostituto da uno arabo. Fu in base a questo ragionamento che gli israeliani hanno sempre votato per un governo che garantisse prima di tutto la sicurezza. I confini del ’67 -come quelli del ’48- ricordavano quelli di Auschwitz, si disse, con l’aggiunta del ricordo di come gli ebrei, quando l’aiuto delle democrazie europee e degli Usa avrebbe potuto salvarli dallo sterminio nazista, ricevettero un totale silenzio equivalente a una condanna a morte.

E’ per non ripetere lo stesso errore che i governi israeliani -a cominciare dal primo di David Ben Gurion, laburista- hanno sempre dato la priorità al fattore sicurezza, senza il quale Israele non sarebbe diventato il Paese che oggi è, un esempio di democrazia al quale farebbero bene a ispirarsi quei paesi occidentali che oggi vengono sollecitati a votare l’esistenza di una Palestina che, non dimentichiamolo, è alleata con Hamas, una organizzazione terrorista, riconosciuta come tale persino dalla stessa Ue e dagli Usa, che ha nel proprio statuto la distruzione di Israele.

David Grossman, Amos Oz e A.B.Yehoshua sono tre scrittori famosi in tutto il mondo occidentale, i loro libri hanno un enorme successo, conoscono perfettamente quale influenza hanno le loro opinioni politiche. E sanno, altrettanto bene, come un dibattito interno a Israele, grazie alle loro firme, venga poi utilizzato in funzione anti-Israele. Eppure sembra che non ci badino per nulla, anzi, nel più totale disinteresse verso le scelte elettorali dei loro concittadini, continuano a credersi i rappresentanti di una Israele democratica alla quale solo loro possono indicare la strada da percorrere. Ma allora abbiano il coraggio civile di mettersi alla prova, se davvero credono in quello che scrivono. Lo sottopongano al giudizio degli israeliani, si candidino in un partito e si facciano eleggere alla Knesset. Chissà, forse potrebbero anche aver ragione, ma per essere credibili devono verificarlo. Altrimenti i loro appelli non sono altro che l’espressione di una chuzpà smisurata, mista a quel tanto di masochismo che spinge alcuni israeliani a dimenticare la propria storia, a credere in un mondo che non aspetta altro che cancellare Israele dalle carte geografiche. Forse già nel prossimo marzo ci saranno le elezioni, si sottopongano al giudizio degli elettori, così la smetteranno di sentirsi dei generali, ahimè finora senza truppe vere al seguito.


Angelo Pezzana

Ecco il testo della loro lettera, pubblicata oggi su quasi tutti i quotidiani, alcuni anche con un richiamo in prima pagina:

«Noi, cittadini di Israele che aspiriamo a essere un sicuro e fiorente Paese, siamo preoccupati dal prolungato stallo politico e dall’occupazione e dagli insediamenti che portano a ulteriori scontri con i palestinesi e minano le possibilità per un compromesso. È chiaro che le prospettive per la sicurezza e l’esistenza di Israele dipendono dall’esistenza di uno Stato palestinese al fianco di Israele. Israele dovrebbe perciò riconoscere lo Stato di Palestina e questa dovrebbe riconoscere lo Stato di Israele basato sui confini del 4 giugno 1967. La vostra iniziativa per il riconoscimento dello Stato palestinese porterà avanti le prospettive di pace e incoraggerà israeliani e palestinesi a porre fine al loro conflitto.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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