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Dario Sanchez
Un giovane, oggi, in Israele
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Europa: i riconoscimenti contro Israele 08/12/2014
 Europa: i riconoscimenti contro Israele
Commento di Dario Sanchez


François Hollande (a destra) con Abu Mazen

Cari amici,

Come è ben noto a tutti, la Svezia è stato il primo Stato d’Europa a riconosce un Paese che non esiste, la Palestina, e qui in Israele ci aspettiamo che la Spagna e l’Inghilterra seguano presto l'esempio, mentre la Francia si è già espressa con un voto non vincolante per il Governo nella sua camera bassa, a cui presto ne seguirà uno anche nella camera alta: Hollande, l’uomo che ha rotto ogni record di impopolarità oltralpe, e che avrebbe di certo cose più importanti da fare, ha dichiarato nei scorsi giorni che per ben due anni ha lavorato per portare la pace tra Israele e i palestinesi, e che è per questo che è importante per la Francia riconoscere l’Isola che Non c’è. Evidentemente al pari di Kerry è stato colto dalla sindrome di Gerusalemme.

La Francia sa benissimo, al pari della Svezia, di Abu Mazen e di tutti gli altri governi europei, che l’unica possibilità reale per i palestinesi di arrivare a un accordo con Israele sono i negoziati diretti, qui a Gerusalemme tutti han ben compreso il reale scopo di questa votazione: non è, come in prima battuta in molti hanno pensato, il tentativo maldestro di ingraziarsi quel 10% di cittadini arabi e musulmani nell’ambito della più ampia politica dell’appeasement dell’America obamiana e dell’Unione Europea con gli islamisti. Il voto andato in scena in Francia è stato puramente ideologico, il coniglio nel cilindro usato dall’odiato presidente per compattare la rissosa coalizione di sinistra che gli garantisce, tra mille malumori, di restare in piedi: l’antisemitismo dei parlamentari di sinistra francesi si è dimostrato infatti più forte dell’odio per un Presidente oggettivamente incapace e che con le sue politiche garantirà la vittoria delle destre per i prossimi mandati.

Veniamo ora alla Spagna e all’Inghilterra: lì il voto non c’è ancora stato, anche se l’esito appare scontato almeno nel caso spagnolo. E’ impossibile non notare tuttavia la profonda ipocrisia di queste consultazioni, dato che entrambi i Paesi sono impegnati in una strenua lotta contro gli indipendentismi locali. Nel caso della Spagna si è arrivati addirittura al divieto da parte del governo di Madrid di far svolgere una consultazione democratica e assolutamente pacifica per l’indipendenza della Catalogna, con ampio uso delle forze della repressione, che ha impedito alla gente e alle municipalità che hanno sfidato il divieto di recarsi nei seggi. Anche nel caso spagnolo e inglese l’antisemitismo della sinistra rischia di essere più forte della ragione. L’odio per Israele che si nasconde sotto la facciata politicamente corretta di questi atti, e non una serie di votazioni utili solo per chi le promulga e senza alcuna ripercussione reale, devono spingerci a riflettere e finalmente prendere consapevolezza che la cultura europea è antisemita, ed è antisemita senza il bisogno di essere condizionata dall’immigrazione araba, ed è antisemita trasveralmente, tanto a destra quanto a sinistra, ed è antisemita tanto nei salotti quanto tra gli strati popolari.

Il peccato originale di Israele, per questi signori, è quello di esistere: altrimenti, non si affretterebbero a riconoscere qualcosa che non esiste al solo scopo di rafforzare la posizione di milizie di predoni e terroristi che con la loro violenza tengono in ostaggio non uno, ma ben due popoli.


Dario Sanchez


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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