Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 06/12/2014, a pag.16, con il titolo "In fuga sul Tigri per sposarsi. Quell'amore più forte dell'Isis ", la cronaca di Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari guerrieri Isis
Lui militare governativo e lei imprigionata dentro una citJtà in mano al Califfo Ibrahim ma innamorati al punto di rischiare la vita per sposarsi lungo il confine che separa lo Stato Islamico (Isis) da ciò che resta dell'Iraq: la storia d'amore fra Ekhsal Mohammed e Ali Amer testimonia come anche nell'angolo più insanguinato del Pianeta la forza dei sentimenti riesce in qualche maniera ad imporsi. La vicenda mediorientale che evoca Romeo e Giulietta si svolge a Dhuluyia, il piccolo dentro a maggioranza sunnita che in giugno è caduto nelle mani dei miliziani jihadisti di Isis contrastati però da alcune tribù locali, riuscite a strappare il controllo dei quartieri più poveri, a ridosso del fiume Tigri, oltre il quale c'è la città sciita di Balad ovvero l'Iraq ancora libero e sovrano dove la vita continua ad avere una parvenza di normalità. Quando il Califfo, Abu Bakr al-Baghdadi, occupa in forze Dhuluyia i due giovani Ekhsan e Ali, 21 e 23 anni, si sono conosciuti appena da un mese ma hanno già deciso di sposarsi. Lei lo considera un «gentiluomo» dalle maniere gentili e lui apprezza la «moralità» della giovane donna. L'arrivo dei jihadisti si trasforma in un terremoto che li separa: Isis dà la caccia agli uomini sunniti della tribù Jubour, a cui entrambi appartengono, perché in passato aiutarono l'esercito americano contro Al Qaeda. Ali teme il peggio e fugge attraverso il Tigri verso Balad, dove si arruola e chiede agli ufficiali di essere destinato al fronte di Dhuluyia. Ekhsal, disperata, lo chiama in continuazione: «Vieni a salvarmi, portami via da qui». La polizia religiosa del Califfo sa che Ali si è arruolato con «gli infedeli» e affronta la promessa sposa, chiedendole di troncare il fidanzamento «col traditore», minacciando in caso contrario punizioni collettive per la famiglia. Ma Ekhsal non cede e, assieme alla madre, attraversa in più occasioni il Tigri - su piccole barche dei pescatori locali - incontrando Ali e occupandosi della preparazione del matrimonio. A Balad va a scegliere il vestito da sposa, assieme ad Ali decidono dove sposarsi e quando - il 22 settembre - arriva il giorno concordato sale ancora su una barchetta del Tigri per recarsi nel tribunale iracheno dove contraggono il matrimonio. La festa di nozze tuttavia è frugale: Ali è sotto le armi, gli ufficiali gli danno solo 4 giorni di licenza. Ma per entrambi è il «giorno più bello della vita», come confessano ai pochi invitati e famigliari presenti, soprattutto perché d'ora in poi lei non dovrà tornare più a Dhuluyia e dunque si sente al sicuro. Ali in realtà non può esserle a fianco perché la guerra con Isis continua, il suo reparto viene spostato di continuo e dunque anche la luna di miele lascia il posto a marce e combattimenti. A chi gli chiede come si sente ora, risponde «felice per me ma triste per le molte vittime avute perché l'ultimo mese è stato segnato da violenti scontri». Per lei ciò che conta è «sapere di essere protetta da Ali». Ed essere riuscita a uscire dalla morsa dello Stato Islamico grazie all'aiuto di una madre-coraggio a proprio agio nelle acque del fiume Tigri.
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