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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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La Repubblica Rassegna Stampa
04.12.2014 Israele, si va verso il voto
Alle urne il 17 marzo 2015

Testata: La Repubblica
Data: 04 dicembre 2014
Pagina: 19
Autore: la redazione
Titolo: «Israele scioglie la Knesset, si va al voto il 17 marzo»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 04/12/2014, a pag. 19, l'articolo "Israele scioglie la Knesset, si va al voto il 17 marzo".


La Knesset, il Parlamento israeliano

Questo breve redazionale contiene un ormai classico luogo comune, secondo il quale Netanyahu e il Likud sarebbero affetti da una "svolta ultraconservatrice". Israele è una democrazia piena, per cui nella Knesset hanno sempre trovato spazio partiti arabi e religiosi ebraici, nazionalisti, moderati, per non dire della sinistra radicale rappresentata da Meretz.
Dipingere lo Stato ebraico come un Paese in balia di forze conservatrici e reazionarie è un falso frutto di disinformazione e ipocrisia.

Ecco l'articolo:

 
Netanyahu "scarica" Livni e Lapid (da Israel HaYom
)


Yair Lapid con Tzipi Livni     Benjamin Netanyahu

Israele al voto il 17 marzo. Il governo era stato affondato martedì dal premier Benjamin Netanyahu, che aveva posto gli alleati del centro — il ministro della Giustizia Tzipi Livni e quello delle Finanze Yair Lapid — davanti a un drastico ultimatum: quello di sostenere la discussa legge sullo Stato-Nazione del popolo ebraico o finire lì la coalizione. Il sostegno alla legge, che s’ispira ai valori dell’ebraismo più conservatore e che ha già causato tensioni politiche anche all’interno dello stesso Likud, è stato nettamente rifiutato dai due, che sono stati dunque “licenziati”. Ieri, la data delle elezioni, scelta in un incontro tra i leader dei partiti della Knesset, il Parlamento israeliano, e confermato dal suo presidente Yuli Edelstein. La svolta ultraconservatrice è necessaria a Netanyahu: che spera di vincere le primarie del suo partito il 6 gennaio proprio grazie al sostegno dell’estrema destra del suo partito.

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