Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 01/12/2014, a pag. 14, con il titolo "Gill, la ragazza ebrea al fianco dei curdi catturata dall'Isis", la cronaca di Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari Gill Rosenberg
Quattro attacchi suicidi di Isis, oltre 30 raid aerei americani e almeno un centinaio di guerriglieri uccisi sugli opposti fronti: è il bilancio, ancora parziale, del cruente assalto dei jihadisti del Califfo a Kobani che avrebbe portato alla cattura di una ex soldatessa israeliana volontaria nei ranghi dei peshmerga curdi.
I miliziani di Abu Bakr al-Baghdadi hanno lanciato l’assalto all’alba di sabato. Prima un kamikaze si è fatto esplodere al posto di confine fra Turchia e Siria, poi in rapida successione un altro guerrigliero imbottito di esplosivo e due autobombe hanno investito le posizioni difensive dei curdi siriani, rafforzati dal recente arrivo dei peshmerga del Kurdistan iracheno. L’intento di Isis era si sorprendere e sfondare le linee curde. Ne è seguita una battaglia durata lunghe ore sul cui bilancio vi sono versioni contrastanti: la tv Arabiya, citando fonti locali, parla di almeno 50 jihadisti sunniti caduti mentre emittenti islamiche affermano che almeno altrettanti peshmerga sarebbero stati uccisi. L’assalto a Kobani, la città curda ai confini con la Siria assediata da fine agosto, era stato preceduto, in Iraq, dall’attacco di Isis a Ramadi, l’ultima città dell’Anbar controllata dai governativi, lasciando intendere di voler andare all’offensiva su più fronti. A confermare l’asprezza dei combattimenti a Kobani c’è l’intervento della coalizione internazionale che, secondo fonti militari del comando di Tampa in Florida, avrebbe messo a segno almeno 30 raid nelle ultime 36 ore: non solamente a Kobani ma anche a Raqqa, la capitale del Califfato, nel tentativo di ostacolare le operazioni dei jihadisti.
I combattimenti hanno innescato anche un’aspra polemica da parte dei ribelli curdi, che hanno accusato Ankara di aver «consentito a Isis di attaccarci dal suo territorio» ma l’esercito turco ha smentito tale ricostruzione dei fatti. Sul terreno, intanto, Isis resta all’attacco e avrebbe schierato numerosi carri armati a ridosso delle difese curde di Kobani, lasciando intendere di voler eliminare ogni residua resistenza, abbattendo ogni edificio rimasto in piedi. È nel corso di tale battaglia che, secondo Channel 2 News, Isis avrebbe fatto prigioniera Gill Rosenberg, l’ex soldatessa israeliana di nazionalità anche canadese, che all’inizio di novembre aveva deciso di andare volontaria nelle fila dei peshmerga curdi per battersi contro il Califfo. «Ho raggiunto un’unità dell’esercito curdo in guerra con Isis» aveva fatto sapere due settimane fa l’ex soldatessa. Il ministro della Difesa israeliano, Moshe Yaalon, ha affermato che «al momento non vi sono conferme sulla cattura di una cittadina israeliana-canadese» aggiungendo «spero davvero che non sia vero». Gill Rosenberg, 31 anni, è immigrata in Israele nel 2006, ha servito nelle unità di soccorso sul fronte interno ed era stata estradata nel 2009 negli Usa con l’accusa di frode fiscale per 25 milioni di dollari ma è poi tornata a Tel Aviv, da dove è partita verso Erbil facendo tappa ad Amman, come lei stessa ha raccontato in una serie di interviste radio spiegando di considerare i curdi «nostri fratelli» impegnati «a combattere i nostri stessi nemici».
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