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Informazione Corretta Rassegna Stampa
30.11.2014 Come combattere la propaganda anti-israeliana
Analisi di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 30 novembre 2014
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «Come combattere la propaganda anti-israeliana»

Come combattere la propaganda anti-israeliana
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)


 Israele ha di fatto perduto la battaglia contro la propaganda araba nel mondo occidentale, se più del 40% degli europei credono nella teoria della cospirazione israeliana per sterminare i palestinesi. In realtà è avvenuto il contrario, la popolazione palestinese è cresciuta e di molto.
 Infatti il conflitto israelo-palestinese viene spesso e assurdamente presentato come la più grande minaccia alla pace mondiale. La criminalità palestinese, simile in questo a quella di altri paesi musulmani, viene ignorata o dissimulata da molti media.
Ovunque, anche dentro al mondo musulmano, un numero altissimo di persone vengono massacrate, anche da forze governative, mentre Usa e Ue rimangono spesso in silenzio su questi crimini di massa, mentre condannano pubblicamente e fideisticamente Israele perché costruisce case oltre la linea verde, come se questo mettesse il mondo in pericolo.

Ecco un altro successo della propaganda araba. Secondo l’Anti-Defamation League, il numero degli anti-semiti nel mondo supera il miliardo. La propaganda contro Israele e gli ebrei che arriva da gran parte del mondo musulmano non conosce limiti. Il suo sviluppo è un grave pericolo per Israele, un piccolo paese con molti nemici. Per salvarsi deve essere più intelligente di loro.

Allora la domanda da porci è perché la propaganda israeliana non funziona ?
La risposta strategica è semplice. Israele sta conducendo una guerra globale che ha molte sfaccettature. Una è di natura militare,  Israele dispone di quell’efficace strumento che è Tzahal, che supera tutti gli altri eserciti per i metodi innovativi con i quali affronta le nuove minacce. La seconda è la guerra basata sull’intelligence. In questo campo Israele dispone di tre forze: il Mossad a livello internazionale, lo Shabak per la sicurezza interna e l’Aman per l’intelligence militare. La cyber war globale, e come difendersene, è diventato un altro campo di battaglia nel quale Israele sta investendo per diventarne un leader mondiale.

Per combattere iquesto ultimo aspetto non vi è, sorprendentemente, nessun strumento efficace. Non esiste una organizzazione, governativa o privata, in grado di condurre questa guerra, anche se qualche Ong statali o private stanno combattendo in questo campo, ma fra loro il coordinamento è scarso e queste tematiche vengono trattate superficialmente.
Negli ultimi decenni, la diplomazia ha incluso anche l’Hasbarà, non più soltanto il mantenimento dei contatti a livello governativo nei paesi dove vi sono le ambasciate, ma anche la cura dei contatti con l’opinione pubblica, per influenzarla positivamente verso Israele.

 Per promuovere una informazione più efficace sono stati approntati nuovi strumenti, per ottenere dall’Hasbarà risultati migliori. Spesso non c’è una vera e propria attitudine ostile a Israele, quanto piuttosto disinformazione.
Ma combattere una guerra di propaganda è altra cosa. Non si ha a che fare solo con chi non è informato, ma ci si trova di fronte a dei veri avversari. L’ostilità verso Israele viene sia dai governi che da altre fonti all’interno degli Stati musulmani, dai musulmani che vivono nel mondo occidentale, da politici nei vari paesi, Ong, università sindacati, leader religiosi – anche progressisti- partiti socialisti, sinistra e destra estreme e cosi via.
A questi vanno aggiunti  i social media specializzati nella propaganda dell’odio.
I diplomatici sono inadeguati nelle guerre di propaganda.
Per dirla chiaramente, hanno imparato a dire che piove quando ricevono sputi in faccia.

L’unico modo per combattere questa propaganda è creare un corpo centrale, come esiste a livello militare, di intelligence e cyber warfare: una agenzia a dimensione internazionale. Di che cosa si occuperebbe una agenzia anti-propaganda ?
Indico tre obiettivi: ricerca, monitoraggio, iniziative.

 La ricerca dovrà essere internazionale, investigare nei dettagli, come funziona la propaganda anti-Israele. Compresa l’analisi della demonizzazione, come iniziano gli attacchi, investigare su chi li organizza, le interconnessioni, come l’odio viene diffuso ecc.
Se Israele vuole veramente combattere i molti avversari in questa guerra di propaganda deve conoscerli attraverso una organizzazione migliore  di quanto è avvenuto finora. Dovrà analizzare in maniera totale come diffamazione e odio funzionano. Sviluppare e capire come l’odio contro Israele, organizzato e non, si sviluppi in progetti concreti.
Una banca dati dovrà essere istituita per raccogliere tutte le informazioni.

La seconda funzione di questa agenzia anti-propaganda sarà quella di monitorare quanto avviene, sia nei singoli paesi, che nelle categorie specifiche, come i governi musulmani, gli islamici nel mondo occidentale, politici, università ecc.

Un terzo gruppo di monitoraggio seguirà le forme specifiche di odio anti-Israele, come il BDS (boicottaggio, disinvestimenti, sanzioni), accuse false, doppi standard, false equivalenze morali, ricatti e altre delegittimazioni.
Questo nuovo settore dovrà dotarsi di metodi efficaci per combattere efficacemente la propaganda contro Israele e l’anti-semitismo, stabilire quali iniziative seguire direttamente e quali affidare ad altri, a privati o a strutture governative, in Israele o all’estero, o anche a singoli privati.
Il successo di una simile agenzia dipenderà dalla qualità degli operatori e dalla disponibilità dei mezzi che otterrà dal governo, una stima corretta può essere tra i 200/250 milioni di dollari per anno.

 Se Israele avesse iniziato con efficacia a combattere la propaganda dell’odio negli anni ’80, sarebbe stata in grado di eliminare gran parte del danno che da allora ne è derivato. E’ facile dimostrare quanto la guerra contro la propaganda dell’odio richieda una agenzia centrale in Israele, ma tutto dipende dalla volontà politica del governo, anche se siamo in ritardo da decenni, è urgente trovare i finanziamenti per crearla.

Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta.
Il prossimo libro di Manfred Gerstenfeld sarà The War of a Million Cuts, e analizzerà come Israele e gli ebrei vengono delegittimati e come combattere questa battaglia.
Collabora a Informazione Corretta


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