Un convento a Gerusalemme
Federico Steinhaus
Europa edizioni euro 15,90
Conoscere la Storia del Medio Oriente attraverso lo studio di documenti e di resoconti o la lettura di saggi capaci di analizzare con rigore gli avvenimenti più significativi di determinate epoche storiche è la strada maestra che i giovani dovrebbero percorrere per affrontare l’attuale congiuntura politica dello Stato di Israele senza pregiudizi o preconcetti.
Federico Steinhaus, già autore di una storia degli ebrei di Spagna nel Medio Evo (Ebraismo sefardita), di una storia dei nazionalismi arabo ed ebraico (Las terra contesa), oltre che di un’analisi politologica del conflitto arabo-israeliano attraverso i media (Le parole malate: la disinformazione come sistema) si accinge con il bel volume “Un convento a Gerusalemme” a raccontare la genesi del conflitto arabo-israeliano attraverso un documento che ha ritrovato “in maniera del tutto fortuita” : il diario di alcune suore francesi di un convento di Gerusalemme redatto negli anni che dal 1929 al 1967 hanno condotto, dopo la nascita dello Stato di Israele, alla Guerra dei Sei Giorni.
Di questi eventi le suore offrono una testimonianza semplice ed emozionante, “un punto di vista spontaneo e soggettivo, attraverso il quale i piccoli fatti della vita quotidiana si inseriscono nel contesto dei grandi eventi” . Da questi resoconti scritti “senza una continuità o uniformità di osservazioni” traspare l’incertezza per il futuro, la paura per le bombe che esplodevano attorno al convento mentre si combatteva il conflitto fra arabi ed ebrei nella citta che sarebbe diventata capitale del nuovo Stato d’Israele, ma si coglie altresì la determinazione delle religiose a proteggere gli orfani e le famiglie bisognose.
Il diario, con tono discorsivo e privo di enfasi, descrive da un “osservatorio privilegiato” ciò che le suore vedevano oltre le finestre o ciò che veniva raccontato loro, senza però approfondire il contesto politico e militare di quegli anni. L’inquadramento storico che l’autore offre è dunque oltremodo prezioso non solo per l’accuratezza delle analisi che veicola attraverso una prosa efficace, ma anche per la capacità di descrivere, fra un’annotazione e l’altra delle suore, gli avvenimenti cruciali che accadono nella regione nel periodo preso in esame.
E’ un testo importante quello di Steinhaus perché con un approccio inedito aiuta a capire la genesi di un conflitto che ancora oggi insanguina il Medio Oriente provocando vittime innocenti da entrambe le parti e, dunque, si pone come strumento didattico prezioso non solo per i giovani, ai quali consiglio vivamente la lettura, ma per tutti coloro che non si fermano alle apparenze, non si fanno influenzare dai titoli dei giornali, non si limitano a sapere ciò che è accaduto ieri, bensì vogliono capire, con mente sgombra da pregiudizi, gli eventi storici che hanno fatto da cornice agli anni precedenti la nascita dello Stato d’Israele.
Il volume che collega culture diverse - dall’ebraismo, all’islam passando per il cristianesimo - è arricchito da fotografie suggestive e testi originali che consentono al lettore di immergersi non solo nella storia ma anche nelle atmosfere dell’epoca ricostruendone piccoli incisivi frammenti. Colpisce per la sua intensità l’immagine che l’autore offre di Gerusalemme, descritta con vivide pennellate nei giorni del conflitto, una città simbolo per le tre religioni monoteistiche il cui fascino si svela pagina dopo pagina catturando il cuore e la mente del lettore.
Il libro si chiude con una interessante tabella cronologica dei principali avvenimenti successivi al 1967 che – scrive l’autore – “…ci porta dalla storia alla cronaca e ha l’ambizione di aiutare a comprendere i motivi per cui ancora oggi si persegue invano quell’obbiettivo che fin dal 1947 era stato indicato dall’Onu per la realizzazione dei diritti fondamentali di due popoli, la creazione di due stati sovrani sul territorio storico della Palestina”.
Giorgia Greco