Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 26/11/2014, a pag. 4, con il titolo "Caro Renzi, l'antisemitismo cresce ma il Senato italiano dorme. Che fare?", la lettera che Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, ha inviato a Matteo Renzi.
Riccardo Pacifici Matteo Renzi
Infamante scritta antisemita firmata da Militia
Pubblichiamo la lettera che il presidente della Comunità ebraica di Roma ha inviato al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per sollecitare l’approvazione della legge sul negazionismo lo scorso 11 novembre, e ancora in attesa di risposta.
Caro presidente, caro Matteo,
Ti scrivo da Washington dove mi trovo per un meeting internazionale dei leader delle comunità ebraiche europee, insieme con i rappresentanti israeliani e con i leader della Jfna (Jewish Federation of North America) per discutere della preoccupante avanzata dei partiti xenofobi in Europa e dei crescenti rigurgiti di antisemitismo. Sono stati affrontati diversi temi tra cui quello del cybercrime e quello del negazionismo della Shoah, in specifici panel tecnici. L’Italia, con circa nove anni di ritardo, si sta avviando a recepire il protocollo europeo di Budapest del 2003 in cui si invitavano i paesi membri ad attivare leggi repressive per quel genere di reati (in merito alla Decisione quadro dell’Ue 2008/913/Gai la commissione dedica un ampio paragrafo all’inadempimento italiano sull’introduzione al reato di Negazionismo). La commissione Giustizia del Senato ha licenziato un buon testo, frutto di un lavoro approfondito svolto, tra l’altro, con dedizione e passione da tutti i suoi componenti. Quel testo, a oggi, non è mai arrivato in Aula al Senato nonostante gli sforzi del presidente Grasso. Leggendo le cronache di questi giorni, durante il processo ad alcuni componenti del movimento Militia, in corso di svolgimento davanti al Tribunale di Roma, gli imputati, supportati da un nucleo di facinorosi che assiste alle udienze, hanno rivendicato con orgoglio la loro identità fascista e il loro “diritto a negare la Shoah”. Da poche settimane, inoltre, è ripreso quello che viene definito processo “Stormfront 2” e tra pochi giorni arriverà in Aula anche il processo “Stormfront 3”, con decine di imputati. La vera risposta civile che possiamo dare è la votazione in aula del testo licenziato dalla commissione Giustizia, che introduce il reato di cybercrime e di negazionismo. In questo modo anche l’Italia, come avviene in altre 14 nazioni europee, avrebbe la sua legge contro chi nega la Shoah. Nella tua lettera, che ci hai gentilmente inviato il 16 ottobre scorso, in ricordo del rastrellamento degli ebrei romani del 1943, hai sottolineato l’importanza di contrastare il negazionismo e i negazionisti. E’ per questo che, sia la Comunità ebraica di Roma sia l’Unione delle comunità ebraiche italiane, auspicano un tuo sollecito intervento per far sì che il voto possa essere calendarizzato al più presto, cosicché anche in Italia alcune ignominie, come quella della negazione della Shoah, vengano combattute e represse. Lo dobbiamo alle vittime e ai sopravvissuti alla Shoah. Lo dobbiamo soprattutto ai nostri figli. A quelle giovani generazioni a cui vogliamo consegnare un futuro costruito su una memoria solida. E’ troppo alto il rischio di far cadere il ricordo di ciò che è stato nell’oblio, a causa della inevitabile scomparsa di coloro che, con fatica e sofferenza, ci hanno regalato la loro testimonianza educandoci ai valori dell’antifascismo e del rispetto della dignità di ogni essere umano. Dobbiamo impegnarci fino in fondo affinché ciò che è successo non si ripeta mai più. In nessun luogo. In nessun tempo.
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