Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 26/11/2014, a pag. 15, con il titolo "Il dominio da Algeri al Pakistan: così il Califfo crea le sue colonie", l'analisi di Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari Abu Bakr al-Baghdadi
La minaccia dell'Isis sul mondo islamico e oltre
A cinque mesi dalla proclamazione, il Califfato di Abu Bah al-Baghdadi vanta due colonie e ne reclama altrettante: il merito è di uno degli uomini che furono più vicini a Osama bin Laden.
Zammar e l'11 settembre
Il personaggio in questione è Mohammed Haydar Zammar, siriano con cittadinanza tedesca, che ebbe un ruolo-chiave nella preparazione degli attacchi dell'11 settembre 2001 contro gli Stati Uniti perché fu lui a reclutare, ad Amburgo, il capo del commando Mohammed Atta, i futuri piloti Ziad Samir Jarrah e Marwan al-Shehhi, ed anche il coordinatore Ramzi Binalshibh. Catturato in Marocco alla fine del 2001 e trasferito nel 2002 con una «rendition» americana in Siria, Zammar venne condannato a morte da Bashar Assad e imprigionato nel penitenziario di Aleppo ma nel 2013 il regime siriano ha accettato di liberado nell'ambito di uno scambio di prigionieri con i ribelli islamici. La scelta di Zammar è stata di rifugiarsi a Raqqa, la capitale dello Stato Islamico (Isis) che al-Baghdadi ha proclamato Califfato lo scorso 29 giugno, trasformandosi in uno dei suoi consiglieri più stretti. In particolare, al-Baghdadi gli ha affidato il compito di occuparsi delle «colonie» dello Stato Islamico ovvero dei territori lontani dall'area Siria-Iraq dove operano gruppi jihadisti che possono unirsi a Ragga.
Gli jihadisti egiziani
Forte del prestigio che gli viene dall'essere stato a fianco di Bin Laden e dalla credibilità legata all'11 settembre, Zammar ha scelto come prima tappa il Sinai dove ha incontrato le cellule jihadiste di «Ansar Bayt al-Maqqdis» ottenendo una formale adesione al Califfato, e sempre lui si è recato a Derna, in Libia, siglando con il leader jihadista locale Abu al-Baraa el-Azdi l'accordo che ha portato la città ad annunciare l'entrata nello Stato Islamico. Al-Baghdadi ha fatto riferimento ai successi di Zammar, in maniera implicita, nell'audio registrato per smentire la morte in un attacco Usa, enumerando i Paesi da dove ha ricevuto «attestati di solidarietà».
Arruolare Belmokhtar
Fra questi ha incluso anche l'Algeria perché si tratta della nuova, e non facile, missione dell'ex reclutatore di Al Qaeda. II gruppo algerino «Soldati del Califfato» in settembre ha sequestrato e ucciso l'ostaggio francese Hervé Gourdel per dimostrare la fedeltà ad al-Baghdadi e Zammar è partito proprio dal capo di questo gruppo, Khaled Abu Suleiman, per riuscire a contattare il vero obiettivo della sua missione: Mokhtar Belmokhtar ovvero l'imprendibile e feroce leader di «Al Qaeda nel Maghreb Islamico» che nel gennaio 2013 uccise oltre 40 stranieri nell'assalto all'impianto energetico di In Amenas. Dato più volte per morto da Usa, Francia e Mali, Belmokhtar è fra i cinque terroristi più ricercati d'Africa e Zammar lo sta cercando per offrirgli qualcosa che solo uno Stato può garantire: casa, lavoro e uno stipendio in dollari (con molti zeri) in una delle più lussuose abitazioni di Raqqa.
I tentacoli in Asia
La tappa seguente di Zammar dovrebbe essere in Pakistan per far nascere la nuova «colonia» locale grazie ai «Jundallah», tutti ex taleban, ed al gruppo anti-sciita «Lashkar-e-Jhangvi». Se Zammar continuerà a raccogliere successi per lui si annuncia un ruolo di primo piano nell'organigramma del Califfato anche se Bruce Riedel, ex capo dell'antiterrorismo di Obama ora in servizio come direttore dell'Intelligence Project di Brookings Institution, ritiene che al-Baghdadi abbia ben altro in mente per lui: fargli organizzare un attacco all'America capace di far impallidire il ricordo del crollo delle Torri Gemelle.
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