Riprendiamo da LIBERO di oggi, 25/11/2014, a pag. 13, con il titolo "Barack regala a Teheran altri 7 mesi di trattative", l'analisi di Carlo Panella.
Carlo Panella Ali Khamenei
Obama: "Ora non dobbiamo perdere di vista la questione"
Non una vittoria, ma addirittura un trionfo per gli ayatollah oltranzisti di Teheran: la proroga di altri sette mesi delle trattative sul nucleare decisa ieri a Vienna segna infatti una sconfitta netta e plateale di tutta la strategia di Barack Obama. Durante questi ulteriori sette mesi, infatti, l'Iran potrà usufruire dell'allentamento delle sanzioni deliberato all'inizio della trattativa un anno fa e verrà addirittura premiato con 700 milioni al mese di deroga. Trionfa cosi la strategia degli ayatollah che sin dall'inizio, e con estrema chiarezza, per bocca dell'ayatollah Khamenei, detentore del potere unico e sovrano sul tema, hanno affermato di non avere nessuna intenzione di dare garanzie serie all'Onu.
Però Teheran ha assoluta necessità di evitare il più possibile le sanzioni. Quindi, ha semplicemente tirato la trattativa per le lunghe. Il fatto incredibile è che J. F. Kerry e Obama hanno subito questo temporeggiamento, non hanno tratto le dovute conseguenze e si sono letteralmente fatti prendere per il naso dagli ayatollah. Questo, a fronte di un contenzioso che in realtà è politicamente semplicissimo. Assodata la disponibilità di Teheran di trasportare in Russia una parte delle barre di uranio già arricchito - a garanzia che non verranno ulteriormente raffinate per costruire la bomba atomica - restava da stabilire quante centrifughe l'Iran può mantenere in funzione, la chiusura della centrale ad acqua pesante di Arak (funzionale alla costruzione di una bomba atomica) e le garanzie di ispezioni serie che verifichino il rispetto dell'accordo.
Ma Teheran non ha accettato di diminuire le sue centrifughe, con Khamenei che addirittura ha dichiarato che ne necessitano 190.000 (I «cinque più uno» puntavano a 4-5.000 al massimo). Nessuna disponibilità a bloccare i lavori per la centrale di Arak e nessuna garanzia per le ispezioni. Anzi, nei giorni scorsi l'Aiea ha addirittura dichiarato che durante le trattative l'Iran ha impedito le ispezioni concordate, boicottandole. Insomma, gli ayatollah non hanno ceduto su nulla e non hanno dimostrato nessuna flessibilità. Inoltre l'Iran sta installando - in spregio all'Occidente - le nuove centrifughe IR-2, da due a cinque volte più potenti delle attuali IR-1 in grado di tagliare enormemente i tempi per la raffinazione dell'uranio per la bomba atomica. Inoltre ha acquistato un nuovo sistema radar Sepher che ha una portata di 2500 chilometri ed è in grado di avvistare con largo anticipo aerei o missili israeliani in rotta verso l'Iran.
Dunque, ora l'Iran usufruirà di altri sette mesi di sanzioni ridotte, in cui verrà addirittura ampliata la centrale atomica di Busher con nuovi impianti appena comprati dalla Russia, e non si vede nessuna garanzia che il 30 giugno 2015 si troverà un accordo. Il tutto, complicato dal fatto che dal 1 gennaio Obama avrà sia un Congresso che un Senato pienamente controllati dai repubblicani, ben più rigidi e allarmati dei democratici dall'oltranzismo iraniano e molto legati a Israele e Arabia Saudita (avversari totali dell'accordo) e intenzionati a colpire a morte politicamente Obama rigettando ogni accordo.
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