Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 24/11/2014, a pag. 13, con il titolo "Netanyahu e lo Stato degli ebrei", cronaca e commento di Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari
Benjamin Netanyahu
Con 14 voti contro 7 il governo di Benjamin Netanyahu ha approvato la «legge fondamentale» che definisce Israele come lo «Stato Nazione del popolo ebraico» innescando una polemica al vetriolo sull’identità collettiva e lacerando la maggioranza in maniera tale da aprire la strada a nuove elezioni. La legge approvata è frutto di due testi presentati da deputati del Likud e di Israel Beytenu, il partito del ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, ed è stato votato da tutti i ministri di questi partiti (tranne un’astensione) come anche di Ha Bayt Ha-Yehudì di Naftali Bennet: diventa così il punto di incontro delle forze politiche di centro-destra della coalizione. A votare contro sono stati invece tutti i ministri di Yesh Atid, il partito di Yair Lapid, più il titolare della Giustizia Tzipi Livni, del vecchio Kadima: sono le forze di centro-sinistra accomunate ai laburisti di Yizhak Herzog dal condannare una legge che «penalizza le minoranze e non sarebbe stata mai stata approvata da Ben Gurion, Menachem Begin e Zeev Jabotinsky» assicura Lapid, citando i padri fondatori dello Stato. La contrapposizione fra gli schieramenti è netta, su una questione che ha a che vedere con la definizione dell’identità nazionale. Netanyahu vuole un testo che esalta il carattere ebraico di Israele - facendo venir meno l’equiparazione fra lingua ebraica ed araba - per «difendere la nazione da movimenti autonomisti in Galilea e nel Negev che ne minano l’identità ebraica». Ovvero: l’affermarsi di gruppi islamici fra gli arabo-israeliani del Nord e le tribù beduine del Sud ha bisogno di una risposta legislativa. Ma Lapid e Livni obiettano che così vengono lesi i diritti delle minoranze, inclusi drusi, circassi, arabo-israeliani e beduini che servono nell’esercito. Per questo Lapid va a trovare la famiglia di Zidan Saif, l’agente druso morto nel contrastare gli attentatori di Har Nof, accusando il premier di volerli trattare da «cittadini di serie B». Per i leader del centrosinistra la priorità è definire Israele come «democrazia», per i leader del centro-destra conta di più il «carattere ebraico». Il consigliere legale del governo solleva dubbi sul testo e Netanyahu promette: «Armonizzeremo le posizioni». Ma Lapid ritiene che abbia altro in mente: «Sfruttare la legge per vincere le primarie del Likud e portare il Paese a votare».
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