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Ugo Volli
Cartoline
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Faccia tosta o auto-illusione ideologica? 24/11/2014

Faccia tosta o auto-illusione ideologica?
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

A destra: "Chi si dichiara pacifista a ogni costo è come chi nutre un coccodrillo sperando di venir divorato per ultimo" - Sir Winston Churchill

Cari amici,

ieri vi ho sottoposto la proposta di assegnare a Muhammed Abbas il titolo di campione del mondo della faccia tosta, lasciando i premi di consolazione ai suoi vari collaboratori Erkat, Rabbo ecc. e all'ineffabile direttore della Caritas di Terra Santa (che già di per sé è un nome da faccia tosta, fatto apposta per evitare di citare Israele e per evitare di dire che lo si evita).

Ma facevo i conti senza l'oste, cioè senza l'Europa. Che in mezzo alla nuova ondata terrorista, sta approvando a catena il riconoscimento di uno stato che non c'è, la “Palestina”. Come sapete l'ha fatto la Camera dei Comuni inglese, il senato irlandese, il governo svedese, da ultimo il giorno stesso in cui esplodeva la notizia della strage in sinagoga a Gerusalemme le Cortes spagnole. Forse non sapete ancora che si attende alla prova non solo il parlamento francese, ma addirittura quello europeo, che si dovrebbe pronunciare giovedì, su mozioni proposte dai gruppi dell'estrema sinistra ma anche della sinistra “democratica” - tanto per intenderci i laburisti inglesi, la Spd tedesca e il PD italiano (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/187768).

E' una vera e propria epidemia parlamentare, di fronte a cui i governi restano un po' scettici. Perché uno stato di Palestina non c'è, con molta chiarezza, perché all'Autorità Palestinese mancano con tutta evidenza i requisiti stabiliti dalla convenzione di Montevideo: il controllo di un territorio, una popolazione ben definita, la capacità di fare accordi internazionali e rispettarli. Ma c'è anche di più: anche se esiste un governo unitario fra Fatah e Hamas, cioè, detto con chiarezza, anche se i terroristi compresi nella lista nera europea e americana fanno parte del governo dell'Autorità Palestinese, questi stessi terroristi, o almeno il loro ramo di Hamas, non consentono a questo governo di amministrare la Striscia di Gaza, sicché di fronte al “riconoscimento dello Stato di Palestina”, la domanda più naturale è: quale dei due?

Vi è un altro aspetto da considerare: se vi fosse uno Stato di Palestina riconosciuto, come si potrebbe pretendere che i palestinesi residenti in Palestina fossero da considerarsi “rifugiati”? Vi sono forse rifugiati italiani in Italia: per esempio le centinaia di migliaia di esuli istriani e dalmati che si sono risistemati in Italia in tempi più o meno analoghi a quelli dell'emigrazione palestinese, o gli indiani fuggiti al momento della divisione col Pakistan, molti milioni, che ormai vivono da generazioni in India, o i tedeschi provenienti da Danzica e dell'attuale Repubblica Ceca, che stanno in Germania, sono o non sono rifugiati? No, evidentemente. E dunque che ci sta a fare quell'immensa organizzazione parassitica che è l'UNRWA a Gaza e in Giudea e Samaria, se quella è Palestina e i palestinesi a fil di logica non possono essere rifugiati in Palestina? Ah, qualcuno mi suggerisce dalla regia, serve ad appoggiare il terrorismo - nobile missione e naturalmente senza fine.

Ci sarebbe poi un altro argomento, cioè che l'Olp, da cui dipende l'Autorità Palestinese, si impegnò con il trattato di Oslo a non cercare riconoscimenti o soluzioni diplomatiche se non nella trattativa con Israele, mentre ora briga all'Onu e altrove per evitare la trattativa e farsi riconoscere senza il consenso israeliano; ma questo rientra nel problema della fiducia da attribuire alla loro firma, che è molto scarsa. Nessuno comprerebbe una macchina usata da un noto ladro d'auto; perché Israele dovrebbe dunque fidarsi della loro firma su un qualunque trattato? Se Rabin ci avesse pensato in tempo, prima di Oslo, ora la storia sarebbe diversa.

Ma questi sono problemi politici, anzi ideologici, c'entrano con una visione del mondo tendenzialmente suicida che nella politica europea è diventata più o meno obbligatoria (http://www.gatestoneinstitute.org/4902/obama-legacy-europe-israel), la cui base è ignorare a ogni costo la realtà se contraddice le tue teorie. Si potrebbe dire: le azioni degli europei hanno poco a che fare con la faccia di bronzo. Se sono antisemiti e vogliono che gli ebrei non abbiano patria e girino esuli per il mondo, in punizione dell'errore di non essersi convertiti al Cristianesimo ai tempi di Gesù o al massimo di Paolo di Tarso - oppure dell'altro errore così simile, di non essersi convertiti all'Islam ai tempi di Maometto o al massimo del califfo Omar - be', dal mio punto di vista tutto ciò è un tantinello razzista, mi suscita qualche conato di vomito, ma non posso definirlo per questo una faccia tosta. Basterebbe dirlo.

Il fatto è che nessuno in Europa dice questo - insomma, nessuno: a parte un bel gruppo di vescovi e prelati cristiani, per esempio quelli che hanno emesso tre o quattro anni fa una dichiarazione sulla squalifica degli ebrei dal piano divino dal titolo emblematico di “Kairos” (il giusto momento), seguiti poi dalla chiesa protestante scozzese e da qualche altro; e a parte naturalmente islamisti e neonazisti duri e puri. Ma nessuno nella politica europea lo dice, e probabilmente neanche lo pensa, non ha il coraggio intellettuale di farlo, vive in un mondo delle fiabe che vede con gli occhiali rosa (http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/16010). Insomma i bravi progressisti che stanno in questo momento ponendo la questione di principio del riconoscimento dello Stato di Palestina non perché questo stato ci sia, ma per contrastare le politiche israeliane, non dicono e non pensano di fare questo gesto contro Israele o perché sono antisemiti, anzi dicono e pensano l'esatto opposto, che lo fanno a favore di Israele. La loro faccia di bronzo (o se volete il loro delirio) sta qui.

Per esempio, siamo nel pieno di un'ondata terroristica, questo è chiaro a tutti, credo. Israele stabilisce che fra le misure straordinarie per contenerla rimetterà in funzione una vecchia disposizione (formulata dalla Gran Bretagna durante il mandato, pensate un po'... tutta la legislazione in Giudea e Samaria e Gaza è rimasta quella britannica, Israele si è astenuto dall'applicarvi le proprie leggi) secondo cui in casi di terrorismo particolarmente gravi le autorità possono decidere di abbattere la casa del terrorista e della sua famiglia. Si può discutere se questo sia giusto o sbagliato, naturalmente; ma si tratta di un provvedimento giuridico interno, rispetto a cui l'Unione Europea non ha alcun diritto. E invece gli ambasciatori di Gran Bretagna, Francia, anche Italia e di quealche altro paese europeo hanno avanzato una protesta (http://www.lastampa.it/2014/11/22/esteri/no-alla-distruzione-delle-case-dei-terroristi-scontro-tra-ue-e-israele-sulle-demolizioni-aX7xpb9EEGgHvoLWaQ2Z7K/pagina.html). Un po' bizzarro, no? Un po' colonialista? Vi figurate se il Brasile, l'India e il Sudafrica protestassero per l'applicazione dell'articolo 41 bis che assegna il carcere duro ai mafiosi, sostenendo non del tutto a torto che la nozione di carcere duro è un tantino medievale?

Ma naturalmente le benevole potenze europee non lo fanno di malanimo, no, parlano così per il bene di Israele, per aiutarlo ad evitare che i terroristi si arrabbino troppo e magari annuncino dei nuovi attacchi (http://fr.timesofisrael.com/une-video-annonce-plus-dattaques-contre-les-sionistes/) che senza dubbio sarebbero colpa delle rappresaglie israeliane e magari denuncino di essere discriminati, perché in quel caso, è chiaro, l'Europa dovrebbe intervenire e punire Israele... suo malgrado, naturalmente: il fatto è che l'Europa è buona e saggia, anche se può avere le idee un po' confuse sui fatti e ha capito questo: che il modo di aiutare Israele contro i suoi cattivi istinti è rafforzare gli arabi. Dare soldi e appoggio ai nemici che ti vogliono ammazzare, anzi che ammazzano qualcuno dei tuoi ogni giorno, è il modo migliore per aiutarti e volerti bene. Non è il massimo della faccia tosta questo? O forse no, il massimo dell'auto-illusione? Dobbiamo essere preoccupati, ma non per Israele, lo ripeto ancora una volta: per l'Europa. Quos perdere vult Deus dementat, dice un vecchio proverbio latino: a quelli che vuole distruggere, Dio toglie il cervello.


Ugo Volli


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