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La Stampa Rassegna Stampa
21.11.2014 Isis: 'Portate il terrore a Parigi'
Commento di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 21 novembre 2014
Pagina: 13
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Gli jihadisti francesi in Siria: 'Portate il terrore a Parigi'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 21/11/2014, a pag. 13, con il titolo "Gli jihadisti francesi in Siria: 'Portate il terrore a Parigi' ", il commento di Maurizio Molinari.


Maurizio Molinari


Il jihad minaccia Parigi (fotomontaggio)

Con un video di 7 minuti il Califfo dello Stato Islamico (Isis) fa capire di voler portare la più sanguinosa Jihad nel cuore della Francia, terrorizzandone gli abitanti. Nelle immagini, confezionate e diffuse online dal «Hayat Media Center» di Isis, si vede un gruppo di jihadisti francesi col volto scoperto che, dentro una boscaglia, prima bruciano i passaporti transalpini gettandoli in un falò e poi si appellano ai compagni «ancora in Francia» esortandoli a «portare il terrore nelle città e nei mercati» per «non far dormire tranquilli gli infedeli». Suggerendo anche come: «Con il veleno nel cibo e nell’acqua o investendo le vittime».

Il video conferma la volontà del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi di esportare la Jihad fuori dal territorio di Siria-Iraq - preannunciata nell’audio della scorsa settimana - e di puntare sui volontari europei a fini di propaganda, per sfidare il nemico e moltiplicare le reclute. Ma se nel video sulla decapitazione di Peter Kassig i jihadisti stranieri venivano ripresi mentre decapitavano dei soldati siriani, compiendo un atto brutale ma tacendo, in questo caso parlano ostentando sicurezza. E lo fanno in francese, rivolgendosi ai francesi che si trovano in Francia. All’inizio del filmato un miliziano di Isis, mentre getta e distrugge il passaporto transalpino, dice «non crediamo in voi e nei vostri passaporti e se verrete qui vi combatteremo». Poco dopo a parlare è un giovane che si presenta con il nome Abu Osama al-Faranci rimproverando i musulmani francesi che ancora non sono «emigrati nello Stato Islamico». Il volto seguente che appare sullo schermo è di Abu Salman al-Faranci, con una kefya a scacchi biancorossi sul capo, impugnando con una mano un fucile e con l’altra una lunga e pesante spada. «Voi mujaheddin, non dovete esitare a tagliare le teste dei nemici dell’Islam», afferma, spiegando che il volontariato per il Califfo «è un dovere personale» che «chiunque può espletare come preferisce».
Da qui l’invito a colpire gli infedeli francesi lì dove si trovano: «Chi non si unisce allo Stato Islamico qui deve operare in Francia, dovete terrorizzarli, non consentirgli di dormire a causa della paura e dell’orrore». «Dovranno avere paura perfino di andare al mercato, fate qualsiasi cosa necessaria per umiliarli», aggiunge Abu Salman al-Faranci con l’evidente intento di spingere i simpatizzanti di Isis in Francia a commettere brutalità sanguinose lì dove si trovano. D’altra parte una cellula di jihadisti australiani - catturata da Canberra - progettava di decapitare passanti in una qualsiasi strada di Sydney. Questo video segna comunque la prima volta che Isis minaccia un singolo Paese della coalizione internazionale che lo combatte: la scelta della Francia appare una conferma dell’importante contingente di volontari transalpini nei ranghi del Califfato.

Per l’antiterrorismo di Bruxelles si tratta di almeno 1000 persone, ovvero il gruppo europeo più numeroso nei ranghi dello Stato Islamico, mentre il primato fra gli arabi spetta ai tunisini, che sarebbero almeno 3000. All’inizio della settimana il presidente francese François Hollande aveva espresso preoccupazione per gli occidentali a cui Isis «ha lavato il cervello», riferendosi in particolare ai due concittadini identificati nel video sulla decapitazione di Kassig: Michaël Dos Santos e Maxime Hauchard. Ciò che accomuna i jihadisti francesi apparsi nei due video è il fatto di avere il volto scoperto, in un’evidente dimostrazione di sfida nei confronti di Parigi, ma anche per attestare la scelta di aver legato il proprio futuro alle sorti del Califfato.

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