Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 15/11/2014, a pag. 13, con il titolo "Netanyahu toglie i divieti alla spianata delle moschee".
Maurizio Molinari
A destra: Abu Mazen,luglio 2010: Non permetterò a un solo israeliano di vivere accanto a noi in Palestina: Apartheid ?
Kerry prova a bloccare l’Intifada 3.0, incentrata su Gerusalemme. Al termine di 36 ore di colloqui no-stop ad Amman con i leader di Israele, Autorità palestinese e Giordania, il Segretario di Stato Usa fa sapere di aver registrato una convergenza positiva, da parte di tutti, a ridurre la tensione. In particolare, Kerry assicura che Benjamin Netanyahu ha «confermato il rispetto per lo status quo sulla Spianata delle Moschee », Abu Mazen promette «massimo impegno per frenare ogni tipo di violenza contro gli israeliani» e re Abdallah assicura che «ripenserà il ritiro dall’ambasciatore da Tel Aviv» se la tensione sul territorio inizierà a dileguarsi. Il domino di dichiarazioni si regge sulla riconferma dello «status quo a Gerusalemme » ovvero le intese fra Israele e Giordania che prevedono l’impossibilità per gli ebrei di pregare sulla Spianata delle Moschee. Ma le fibrillazioni rimangono perché Netanyahu sottolinea a Kerry che «eliminare le violenze da parte di Abu Mazen non basta perché è lui che, diffondendo informazioni errate, alimenta la campagna di odio». E Abu Mazen non è da meno perché sottolinea all’inviato di Obama che «fidarsi di Netanyahu è impossibile».Resta il fatto tuttavia che sul terreno, a Gerusalemme, la giornata trascorre senza scontri nonostante Israele faccia venir meno le restrizioni sull’accesso alla Spianata delle Moschee. È un primo segnale positivo e la scommessa dell’amministrazioneUsa è di riuscire a cementare due risultati: disinnescare la bomba-Gerusalemme e creare le premesse di un dialogo con Abu Mazen capace di riportare i palestinesi al negoziato diretto con lo Stato Ebraico. È proprio tale scenario che spiega l’annuncio del ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, di arrivare a Gerusalemme nel fine-settimana. Steinmeier si muove d’intesa con Washington e il tentativo è convincere Abu Mazen a prendere in considerazione un rinvio della presentazione all’Onu della risoluzione che chiede il ritiro di Israele da tutti i territori occupati nel 1967 entro il novembre 2016. Ed è in tale cornice che Benny Lau, popolare rabbino di Gerusalemme, avanza una proposta «tutti i politici facciano un passo indietro della Spianata delle Moschee, facciamola gestire solo dagli uomini di fede, magari grazie ad un’iniziative che parta dal Papa».
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