Viaggio nei tunnel del terrore di Hamas
Resoconto e fotografie di Angela Polacco Lazar
La scorsa settimana il comandate di contatto della regione Eshkol, Guy, ci ha portato davati al confine di Gaza ad 1 km e mezzo da Khan Junes. Io guidavo una piccola delegazione del Keren Hayesod che durante la guerra di Gaza, a luglio ed agosto scorsi, ha donato dei rifugi mobili alla popolazione civile esposta alla pioggia di razzi che i terroristi di Hamas e Jihadisti hanno sparato proprio per colpire la popolazione civile tentando di fare il maggior numero possibile di vittime.
Un anno e mezzo fa un agricoltore del kibbutz Alumim che lavorava i campi ha trovato un tunnel che aveva un'uscita all'aperto a distanza di un centinaio di metri dalle case di due kibbuzim che si trovano al di là dei campi. Il tunnel presenta una diramazione la cui uscita è nei pressi di una postazione di tank israeliani. La sua entrata era a Khan Junes, dentro una innocua serra, di quelle che gli israeliani, con il disimpegno del 2005, avevano lasciato e che avrebbero potuto dare un lavoro dignitoso a centinaia di famiglie, ad un kilometro e mezzo oltre il confine israeliano. Il tunnel, nel punto dove siamo entrati noi, presenta una diramazione di circa un altro kilometro che raggiunge una piccola base di tank israeliani a difesa dell'area ma obiettivo dei terroristi che volevano forse rapire soldati, seguendo la tattica del rapimento del soldato Ghilad Shalit.
Dopo questa scoperta, l'esercito israeliano ha trovato altri quattro tunnel e alla fine del conflitto estivo, con il cessate il fuoco, i tunnel trovati i questa zona sono stati 9. Hanno tutti la stessa caratteristica: i tunnel per attacco terroristico sono attrezzati con fili elettrici e di comunicazione via telefono, permettono ad una persona , anche armata, di camminarci comodamente, presentano rotaie per carrelli, un complicato sistema di areazione e tutti a 20 metri sotto terra, rinforzati con pareti e volte di cemento armato, materiale per costruzioni fornito da Israele per le costruzioni civili di Gaza, che il sistema mafioso dei i terroristi ha invece usato per questi scopi criminali.
Occorrono due o tre anni per costruirne uno come quello nel quale siamo entrati, Hamas benda gli operai nel trasporto dalle loro case al "cantiere", in genere sono adolescenti, li costringe a turni da schiavi e fino ad oggi non si conosce l'alto numero dei morti seppelliti vivi, sepolti dai crolli o morti per asfissia. Il costo di ogni kilometro di tunnel è di un milione di dollari, anche questi fondi arrivano da donazioni destinate ad altri scopi e mai controllati dalle organizzazioni o paesi donatori. Con lo stesso sistema sono stati costruiti i bunker della dirigenza di Hamas che si nasconde sotto le case dei civili e per immagazzinare armi anche sotto scuole ed edifici delle Nazioni Unite dell'UNRWA e i tunnel, molto più capienti, circa 1000 per il contrabbando dall'Egitto a Gaza che l'attuale amministrazione Al Sissi sta distruggendo. Ban Ki-moon è entrato in questo tunnel ma continua a parlare dei crimini di guerra di cui Israele si sarebbe resa responsabile nell'operazione di luglio ed agosto "Margine protettivo".
Angela Polacco Lazar