Quali nobili parole. Per quelli che bruciano le bandiere 11/11/2014
Ieri sera mi trovavo a cena da amici e tra loro v'era un giovane parente di Bologna che trascorreva qualche giorno dai parenti per motivi universitari, uno di quelli che usa slogan come "Mettete fiori nei vostri cannoni". Parlando della sua "militanza nelle file pacifiste" (cito le sue parole) raccontò con orgoglio di avere bruciato le bandiere ma non per odio contro i paesi (casualmente USA ed Israele insieme a quella italiana) ma per specificare "'l'inutilità dei soldati". Imbarazzo dei miei amici che ben mi conoscono. Io volevo aprire la testa del ragazzo per vedere cosa c'era dentro, ammesso che vi fosse qualcosa, ma l'educazione ha avuto la meglio ed ho citato (personalizzandolo) un cappellano dei Marines degli Stati Uniti, Padre O'Brien: "E' il soldato e non il giornalista che ci ha dato la libertà di stampa. E' il soldato e non lo scrittore che ci ha dato la libertà di parola E' il soldato e non l'attivista che ci ha dato la libertà di dimostrare in piazza. E' il soldato, che saluta la bandiera, che serve sotto la bandiera e la cui bara viene ricoperta con la bandiera che ha dato agli imbecilli come te la libertà di bruciare la bandiera." Ho salutato e me ne sono andata. Forse ho sprecato fiato, ma voi che leggete fate vostre queste parole e sbattetele in faccia agli odiatori. Am Israel Hai ed Onore ai Combattenti per la Libertà
Rachele Levi
Grazie per averci fatto conoscere le bellissime e nobili parole del cappellano dei marines. Il suo interlocutore 'pacifista' dovrebbe svolgere la sua 'missione' nei paesi dove tutti i valori nei quali lui crede sono condiderati passibili di morte.