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La Stampa Rassegna Stampa
09.11.2014 L'insensata dichiarazione di Federica Mogherini. Solo retorica o rispunta il vecchio amore per Arafat ?
La cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 09 novembre 2014
Pagina: 12
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «'Serve uno Stato palestinese, no a un'altra guerra a Gaza'»

Sul viaggio di Federica Mogherini in Israele, Gaza e l'incontro a Ramallah con l'Anp, riprendiamo l'articolo di Maurizio Molinari sulla STAMPA di oggi, 09/11/2014, a pag.12, con il titolo " Serve uno Stato palestinese, no a un'altra guerra a Gaza"

Sulle dichiarazioni di Mogherini, si veda la Cartolina da Eurabia, di Ugo Volli.

Maurizio Molinari           Mogherini/Abu Mazen      Vecchi e nuovi amori ?

Gerusalemme divisa ? è il consiglio di Mogherini

«Gerusalemme capitale di due Stati, rilanciare il negoziato fra Israele e palestinesi per evitare una quarta guerra a Gaza»: l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea, Federica Mogherini, porta alla leadership dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) messaggi che gettano le basi per una possibile iniziativa europea. Con il premier Rami Hamdallah e il presidente Abu Mazen, Mogherini adopera un linguaggio teso a fare breccia nell'Anp. «Gerusalemme può e deve essere capitale di due Stati» dice, andando incontro alla rivendicazione che accomuna Fatah e Hamas. «Gli insediamenti israeliani in Cisgiordania sono illegali, un ostacolo alla pace» aggiunge, facendo propria la posizione palestinese sul contenzioso territoriale con il governo di Benjamin Netanyahu. E in mattinata, durante la tappa a Gaza, aveva indicato come «obiettivo Ue» la nascita di uno «Stato palestinese» perché «il mondo non può tollerare una quarta guerra nella Striscia». Si tratta di un approccio che indicala volontà di sfruttare la prima missione da "Lady Pesc" per convincere Abu Mazen a credere nell'Europa, desistendo dalla presentazione all'Onu della risoluzione per il riconoscimento della sovranità della Palestina, dando così un ulteriore possibilità al negoziato con Israele, ovvero alla formula degli accordi di Oslo 1993. La mossa di Abu Mazen all'Onu è osteggiata dall'amministrazione Obama e rischia di far precipitare la crisi con Israele, ma Washington non è finora riuscita a ottenere una marcia indietro. Da qui la telefonata che il Segretario di Stato John Kerry ha avuto con Mogherini nei giorni scorsi, facendo capire che gli Usa non si oppongono a un'eventuale iniziativa Ue. Mogherini ne ha parlato, prima di atterrare a Tel Aviv, con i maggiori Paesi Ue, e durante il colloquio a Gerusalemme con il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman ha avuto l'avallo dello Stato ebraico:«Siamo per la ripresa del negoziato diretto di pace, la palla è nel campo dei palestinesi». Resta da vedere se le attenzioni di Mogherini per l'Anp convinceranno Abu Mazen a congelare l'iniziativa Onu, preannunciata per fine mese. Che questa sia l'intenzione di "Lady Pesc" lo conferma quanto ha detto a Tel Aviv: «I palestinesi devono negoziare con Israele per avere lo Stato», dunque la strada Onu non basta. A pesare su Ramallah sono le perduranti tensioni con Hamas, evidenziate dagli attentati contro i leader di Fatah nella Striscia. Mogherini è portatrice anche di messaggi destinati ad Hamas: «La ricostruzione a Gaza è un passo fondamentale ma piccolo senza la prospettiva di uno Stato palestinese» e il «cessate il fuoco non è una pace, dunque è fragile». Come dire: il negoziato con Israele è nell'interesse della Striscia. Mogherini oggi incontrerà il re giordano Abdallah ad Amman.

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