Riprendiamo 3 notizie dalle agenzie ANSA e ADNKRONOS, che non sono ovviamente responsabili del contenuto, limitandosi a riferire. Mogherini e Gentiloni, come tradizione insegna, non si limitano a scodellare aria fritta, fanno di peggio, il nostro è prima delle loro dichiarazioni.
Ci sono poi i pellegrini cattolici, che organizzano una marcia per la pace dal tragitto per lo meno oltraggioso, che commentiamo più avanti.
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Cominciamo da Federica Mogherini, la quale manda le condoglianze alla famiglia della vittima, non è ben chiaro a quale vittima si riferisca, potrebbe anche essere la famiglia dell'attentatore, abbattuto dalle forze di polizia israeliane prima che di vittime ne facesse altre. Silenzio assoluto su Abu Mazen, che chiama i palestinesi a una 'giornata dell'ira', chiamata che è stata l''origine degli attentati a Gerusalemme. Mogherini parte per un viaggio (anche) in Israele, ci auguriamo che venga ricevuta dalla locale Comunità Ebraica di origine italiana - questa volta- con meno cerimonie di quanto avvenne la scorsa estate.
MO: MOGHERINI, NECESSARIO SERIO SFORZO PER PACE SOSTENIBILE Moderazione da tutti per non infiammare situazione tesissima (ANSA) - BRUXELLES, 6 NOV - L'attentato terroristico a Gerusalemme Est è stato «un'altra dolorosa prova della necessità di fare seri sforzi per un accordo di pace sostenibile del conflitto israelieno-palestinese». Lo sostiene il capo della diplomazia europea, Federica Mogherini, a proposito dell'attacco di ieri. esprimendo le condoglianze alla famiglia della vittima ed aggiungendo di «aspettarsi che tutte le parti agiscano responsabilmente e mostrino moderazione per non infiammare ulteriormente la situazione già tesissima». «Questo - ha concluso Mogherini - è l'unico modo per battere i nemici della pace e garantire la sicurezza a tutti». Il nuovo alto rappresentante Ue compirà, proprio in Medio Oriente, il suo primo viaggio fuori dell'Unione: domani sarà a Tel Aviv e Gerusalemme, sabato a Gaza e Ramallah. (ANSA).
Poi dichiara che Israele deve mettere fine alla " politica degli insediamenti ", è lì il problema, che stia iniziando la terza intifada non le viene in mente, del terrorismo in ascesa a Gerusalemme neppure ! E meno male che a Luglio dichiarò che in Israele si sentiva "a casa " ! Ma questa è peggiore della Baronessa Ashton !
05-NOV-14 14:48 Mo: Mogherini, Israele metta fine a politica insediamenti Ok a nuove costruzioni rischia compromettere sforzi diplomazia (ANSA) - BRUXELLES, 5 NOV - Il via libera alla costruzione di 500 unità abitative a Gerusalemme Est "rischia di compromettere gli sforzi in atto per riprendere il processo diplomatico", così l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini, che invita Israele a "invertire" rotta e "porre fine alla politica di insediamento a Gerusalemme Est e in Cisgiordania". Mogherini evidenzia come la decisione "mina le prospettive di una 'soluzione a due Stati' e pone in seria questione l'impegno di Israele per una soluzione negoziata con i palestinesi". (ANSA).
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Il nuovo Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni è stato subito salutato con applausi, che ci erano infatti sembrati prematuri. Avevamo scritto wait and see, prima di dire bene bravo. E infatti... Gentiloni è ancora fermo all'ipotesi due popoli due stati, quando è chiaro persino alla amministrazione americana che le trattative sono fallite per colpa dell'accordo Anp-Hamas. Prime se ne rende conto, meglio sarà.
MO: GENTILONI, UNICA SOLUZIONE È DUE POPOLI E DUE STATI = Roma, 6 nov. (AdnKronos) - La crisi in Medio Oriente tra Israele e popolo palestinese «si può risolvere solo con la soluzione dei due stati e due popoli». Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, intervenendo nell'aula di Palazzo Madama in occasione della Conferenza interparlamentare per la Politica estera e di sicurezza comune e definendo il conflitto israelo-palestinese la «ferita più antica», che «è una ferita anche per noi perché interpella le nostre coscienze di decisori politici». Purtroppo, ha aggiunto, «non siamo ancora riusciti a contribuire a questa soluzione». (AdnKronos)
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Se veramente l'intenzione fosse stata quella di promuovere la pace, allora il tragitto della marcia della pace avrebbe dovuto includere- almeno- anche un pezzo di Siria, uno di Giordania e uno di Gaza. Invece, tò, guarda caso, parte da Betlemme, attraversa il check point israeliano - grazie al quale e alla barriera di sicurezza, Israele ha fermato gli attentatori suicidi- per arrivare a Gerusalemme, qualche km distante. A noi pare una provocazione in puro stile palestinista, visto anche il precedente viaggio a Gaza di pochi giorni fa, che ha ignorato totalmente le responsabilità di Hamas e del suo alleato Abu Mazen. Spiace dirlo, ma la poltica estera del Vaticano continua ad essere quella di sempre, il terrorismo musulmano che perseguita e uccide i cristiani, non esiste. Israele, dove i cristiani sono liberi e rispettati, continua ad essere indicato come il responsabile di un conflitto che è iniziato ed è continuato, solo e sempre per volontà arabo-musulmana.
M.O.:PELLEGRINI SFIDANO TENSIONI, CAMMINO PACE A GERUSALEMME Orp, 20/11 israeliani e palestinesi da Betlemme via check point (ANSA) - ROMA, 6 NOV - Un pellegrinaggio nei luoghi santi di Israele e Palestina che avrà il suo momento clou nella tappa centrale del 20 novembre con la partecipazione all'iniziativa «Cammino internazionale di pace Giovanni Paolo II», una marcia che da Betlemme, attraverso il check point, si concluderà a Gerusalemme. È quello lanciato dal 17 al 24 novembre dall'Opera romana pellegrinaggi che unifica così il pellegrinaggio annuale della diocesi di Roma con l'iniziativa di pace intitolata a San Giovanni Paolo II, generalmente promossa ad ottobre. Centinaia di pellegrini italiani partiranno dalla Capitale guidati dal vicario, il cardinale Agostino Vallini, e dopo aver visitato Nazareth, il Lago di Tiberiade e altri luoghi santi, il 20 si uniranno ai fedeli della chiesa locale e delle comunità ecumeniche per intraprendere il cammino di pace assieme a israeliani, palestinesi e pellegrini di tutto il mondo presenti nella Città santa. Si stima che saranno presenti qualche migliaio di persone. «Siamo consapevoli delle tensioni attuali - ha spiegato monsignor Liberio Andreatta, vice presidente e amministratore delegato dell'Orp a proposito della situazione a Gerusalemme - ma vogliamo rilanciare la Terra santa proprio in questi giorni di sofferenza, e pensiamo in questo sforzo anche a quanto accaduto recentemente a Gaza». «Non dobbiamo - ha proseguito - far perdere ai pellegrini una importante occasione di fede, di incontro e di dialogo. La nostra è una sfida. La Terra santa è un tavolo che sta in piedi su tre gambe: il popolo israeliano, il popolo palestinese e il popolo dei pellegrini. Ma quest'ultimo è quello che la tiene veramente in piedi, altrimenti la Terra santa sarebbe morta». Mons. Andreatta ha quindi fatto sapere che il governo israeliano per l'occasione ha concesso speciali permessi ai palestinesi che prenderanno parte all'evento promosso in collaborazione con il ministero israeliano del Turismo. «Nel nostro pellegrinaggio e nel cammino in particolare - ha aggiunto mons. Andreatta - non ci saranno bandiere nazionali, né si terranno discorsi. Marceremo e parleranno i canti». «Dobbiamo sconfiggere la paura - ha anche esortato il vescovo reduce da una visita proprio a Gaza -. Certo, sappiamo che se un pericolo non c'è oggi non è detto che non ci sia domani ma posso assicurare che il clima in Terra santa e a Gerusalemme è sereno, non ci sono pericoli per i pellegrini, io sono appena rientrato da lì. Del resto, i palestinesi sono i primi ad essere arrabbiati con quei fanatici che compiono atti di terrorismo perché danneggiano il popolo palestinese per primo bisognoso anche del turismo religioso per ripartire». Secondo mons. Andreatta, inoltre, il governo israeliano avrebbe già concesso permessi a 12mila palestinesi per recarsi da Betlemme a Gerusalemme per celebrare le festività religiose di Natale. Mediamente, ha anche riferito Andreatta, i pellegrini che si recano con l'Orp in Terra santa sono diecimila l'anno. Nel 2014, tuttavia, all'inizio delle ostilità su Gaza, in pochi giorni 4000 pellegrini hanno disdetto la loro prenotazione. «La paura - ha osservato il vescovo - è il grande nemico». Nonostante ciò l'Orp, in questi mesi, non ha mai interrotto i pellegrinaggi. (ANSA).
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