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Attenzione alle parole 06/11/2014

Gentilissima Redazione,
grazie di aver pubblicato l’articolo di Angelo Pezzana “Attenzione alle parole che creano le grandi menzogne”. Leggendolo ho finalmente trovato la risposta ai miei interrogativi suscitati da un Vostro commento di metà settembre. Dissento radicalmente dall’idea che, per non contribuire all’antisemitismo, non si possa parlare di Caino come del primo omicida e usare il suo nome come simbolo del fratricidio per il solo fatto della “sua qualità di personaggio biblico”. Secondo questa logica, neppure del faraone si potrebbe parlar male, né del re assiro che nel 721 a.C. distrusse il Regno di Israele (quello del nord) o di Nabucodonosor o di Oloferne (v. Libro di Giuditta) e, addirittura, di Amalek, anch’esso personaggio biblico e che gli Ebrei considerano come il nemico per antonomasia di Israele.
Per non parlare di tutti i re di Israele e di Giuda di cui i biblici Libri dei Re e delle Cronache ripetono che ‘fecero ciò che è male agli occhi del Signore’ o simili espressioni.
Non dubito che chi odia Israele possa associarlo a qualunque simbolo negativo, ma la soluzione non può certo essere una censura della Bibbia che, per chi, come me, crede ad essa come alla Parola di Dio, equivarrebbe ad una lesione della libertà religiosa.
Perciò, non mi scandalizzerò affatto alla prossima omelia che nominerà ‘lo spirito di Caino’ per indicare la tentazione dell’odio omicida verso il prossimo che, in quanto uomo, è nostro fratello né mi asterrò, all’occorrenza, di usare il nome di Caino come simbolo del fratricidio.
Diverso, in parte, è il caso di Giuda Iscariota, di cui, personalmente, non ho mai usato né mai userei il nome come simbolo del tradimento sia per pietà verso la sua tragedia di suicida, sia per riguardo all’altro Apostolo di nome Giuda, la cui festa ricorre il 28 ottobre: il che, ovviamente, non significa che, raccontando gli eventi della Passione, ometterei ciò che, secondo i Vangeli, Giuda Iscariota fece, ma che non userei il suo nome per alludere o insultare qualsivoglia altro traditore. In questo caso, il problema non è non nominare Giuda o Caifa, ma essere sempre chiarissimi sul fatto che dei peccati di Giuda risponderà Giuda e di quelli di Caifa risponderà Caifa, come io, e non altri, devo rispondere delle mie azioni.
Così come, più in generale, è essenziale, nella trasmissione della Fede cristiana, ricordare che l’Amore di Dio è per sempre, che “i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili” (cfr. Lettera ai Romani, cap. 11, a proposito dell’elezione di Israele) e che l’ultima domanda dei discepoli a Gesù prima della Sua Ascensione è stata: “Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno per Israele?”, alla quale Gesù ha risposto: “Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta”, non che fosse una cattiva domanda.
Con i più cordiali saluti,

Annalisa Ferramosca

La figura di Caino, in quanto figura biblica contenuta nel libro di Genesi, è possibile metterla in relazione con l'ebraismo, che quel libro ha prodotto. Inoltre ben sposa l'idea di "Antico Testamento" come di un patto preliminare con la divinità, un patto fondato sull'impersonalità della legge e sulla forza, un patto che avrebbe trovato il proprio completamento con l'incarnazione, la morte e le resurrezione di Gesù. Questa è stata per molti secoli la lettura cristiana, e ha portato prima all'antigiudaismo e poi all'antisemitismo. Ma è una lettura che non rende giustizia alla Bibbia ebraica e agli ebrei come popolo. Per questo è importante vigilare sulla scelta dei termini e sull'uso delle parole. Questo detto, non si deve sottovalutare il contesto storico, e l'uso che ne consegue. A causa dell'anti-giudaismo cristiano, alcune parole hanno assunto un significato negativo, al di là del fatto storico di per sé. Per questo Caino  non è giudicato solo un fratricida, ma un nome che coinvolge la storia ebraica in senso negativo. Come Giuda, entrato addirittura nei modi di dire e nei proverbi (sei falso come Giuda, sei un Giuda ecc.). Il senso dell'articolo era questo, non affrontava nessun Testamento, né antico né nuovo, nè voleva provocare alcuna polemica religiosa, era piuttosto un invito ad approfondire il significato delle parole che molti usano senza valutarne i contenuti.

IC redazione


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