In riferimento allo scambio di lettere fra un lettore di IC e il pomposo "ambasciatore" Romano a proposito di Colombo, Andreotti, Craxi e Palestina mi permetto d'inserirmi lą dove, nel vostro redazionale di commento, affermate: "Per una volta non abbiamo critiche da fare a Romano, solo una riflessione".
Ce l'ho io qualche cosina da dire, al sig. Romano, dopo aver accumulato per anni nell'organismo in termini di bile le mostruositą che costui propala subdolamente in chiave anti-israeliana da illo tempore ai quattro venti (speriamo che, prima o poi, qualcuno gli restituisca il fango che ha gettato per lustri e lustri su Israele con rivalutazione e interessi...). Ed č lą dove l'immeritato "ambasciatore" dice: "(...) E' giusto rendere merito a Colombo per la sua iniziativa in quella circostanza. (...)". Che? Rendere merito a uno che č stato fra i responsabili del disastro della politica estera mediorientale i cui guasti continuano (e continueranno) a farsi sentire ancora a lungo in Europa, in Italia e nel mondo grazie anche alla disastrata gestione obamiana e di tanti altri nostrani Colombo/Andreotti/Craxi/Romano? Romano, ma mi faccia il piacere... E per decenza mi fermo qua.
Giovanni Mattei, Roma
I commenti di Romano su Israele sono di parte e faziosi, ma in ogni caso č da criticare in base a quello che scrive. Se dunque per una volta ha evitato di dispensare i propri pregiudizi contro Israele, non possiamo che prenderne atto.
Non significa certo riabilitare un opinionista come Romano, ostile a Israele in passato, oggi e con ogni probabilitą in futuro.
Su Colombo, non siamo d'accordo, per quanto ne abbiamo seguito le 'gesta' si č sempre interessato pochissimo di politica estera, i veri direttori d'orchestra erano Craxi e Andreotti, con appresso tutto il PCI.
IC redazione